Paziente Zero: ecco come un podcast comunica la scienza
La dottoressa Valeria Cagno e il divulgatore Lorenzo Paletti portano un buon esempio di divulgazione scientifica andando a dissipare dubbi e curiosità sul Covid-19
Divulgare la scienza attraverso un Podcast è vincente, l’ascoltatore sceglie il momento più opportuno per ascoltare e quando lo fa, lo fa intenzionalmente: sceglie l’argomento, si informa, è attento e non si sente in colpa se deve fare altre attività contemporaneamente.
Il plus valore del podcast è la possibilità di ascoltare quando si vuole e come si vuole gli argomenti più disparati. Le puntate possono essere scaricate e ascoltate e poi nuovamente riascoltate, non si ha il problema dei tempi tecnici che radio e televisione impongono, il podcast si prende tutto lo spazio necessario che gli occorre. Per questi motivi il podcast è diventato un mezzo sempre più usato anche per comunicare la scienza, proprio perché la scienza ha bisogno di tempo per essere spiegata nel modo corretto.
E questo lo sa benissimo la voce che si cela dietro a Paziente Zero: la dottoressa Valeria Cagno, virologa, ricercatrice all’Università di Ginevra e autrice per Scientificast, il podcast più longevo per gli amanti della scienza.
Dopo la vittoria di FameLab, la competizione internazionale di comunicazione scientifica per giovani ricercatori e studenti universitari, a Genova nel 2014, la dottoressa Cagno si è avvicinata al mondo podcast entrando nell’associazione di Scientificast per cui cura tuttora i contenuti del sito e le puntate a tema virologia.
Il 24 febbraio 2020, complice l’inizio di una pandemia sconosciuta in tutto il mondo, è stata pubblicata la prima puntata di Paziente Zero, “a solo due giorni dalla conferma del primo paziente positivo al covid in Italia”. In questo format la podcaster risponde alle domande di Lorenzo Paletti, fisico e autorevole spalla con diverse esperienze pregresse nel mondo podcast.
Il format: come doveva essere e com’è diventato
Come racconta la virologa, il format è stato ideato da Paletti e inizialmente prevedeva un aggiornamento giornaliero a tema Coronavirus con interviste a diversi professionisti, ovvero due voci costanti che intervistavano un terzo esperto. Poi, nella pratica, il format è diventato uno scambio a due in cui vengono esaltate le competenze professionali lavorative della ricercatrice e di tanto in tanto portati interventi esterni di professionisti.
Essendo la pandemia in continua evoluzione, la necessità di rimanere sul pezzo era saliente, tant’è vero che il primi mesi gli aggiornamenti erano quasi giornalieri in pillole di circa 10 minuti ciascuna, come svela la podcaster: “All’inizio di una pandemia non si può sapere l’andamento che seguirà. Noi speravamo che finisse presto, ovviamente, ma purtroppo non è andata così. All’inizio, quando non si sa niente, è tutta una novità e c’era bisogno di parlarne ogni giorno”.
Poi, con l’andamento della pandemia, il podcast ha dilazionato progressivamente le puntate per non essere eccessivamente ridondante e non sovrastare di notizie l’ascoltatore. “All’inizio pubblicavamo ogni giorno, poi due volte a settimana, poi una volta settimana e adesso una volta ogni due settimane. Facciamo la puntata quando c’è un argomento importante di cui vale la pena parlare”.
Grazie alla creazione di puntate più dilazionate e maggior tempo per l’organizzazione, la registrazione e la pubblicazione, è stato possibile coinvolgere diversi professionisti del mondo salute: medici, ricercatori, comunicatori… Si sono così approfonditi aspetti del tutto nuovi di Sars-Cov-2, ad esempio nella puntata dell’11 maggio 2022 il ricercatore del CNR e dell’Istituto Finlay di Cuba Fabrizio Chiodo risponde alla domanda: “perché i minori di 5 anni vengono vaccinati, a Cuba?”.
Come comunicare la scienza nel modo corretto
Come spiega la ricercatrice per parlare di scienza bisogna menzionare le fonti, gli articoli e i dati a sostegno di una determinata affermazione.
“Quello che abbiamo sempre cercato di fare è citare le fonti. Quando parliamo di qualcosa in puntata pubblichiamo sempre gli articoli relativi da cui prendiamo le informazioni”
Infatti, sull’account Twitter di Paziente Zero, oltre a ricordare agli ascoltatori che è uscita una nuova puntata del podcast, i due conduttori utilizzano il social per pubblicare l’articolo o le fonti utilizzate come argomento di discussione per la puntata stessa.
La dottoressa continua spiegando che “gli articoli scelti sono il più delle volte articoli peer review”, ovvero articoli scientifici che sono stati revisionati da un gruppo di esperti prima di essere pubblicati ufficialmente su una rivista scientifica. Gli articoli scelti sono quindi revisionati da un gruppo di pari e questa rappresenta una tutela ulteriore quando si affrontano temi così delicati.
La virologa prosegue: “Se parliamo di qualcosa di cui non ci sono ancora i dati o di un preprint lo specifichiamo ben chiaro e diciamo che aspettiamo di vedere i risultati.”
I preprint, ovvero quegli articoli che non hanno ancora ricevuto una convalida ufficiale dal mondo accademico, possono essere delle armi a doppio taglio ad occhi inesperti, ma qualora vengano menzionati in una puntata del Podcast, oltre ai riferimenti, “viene esplicitato in modo trasparente che si sta citando un estratto non ancora revisionato”.
Quando si parla poi di virus o varianti che si conoscono poco, la dottoressa Cagno specifica: “E’ sempre bene contestualizzare e chiarire che se arriva un nuovo virus non è possibile sapere tutto dopo due settimane. Bisogna essere chiari, essere trasparenti nelle fonti che scegliamo e, nel caso, dire: ‘Questa cosa non la sappiamo ancora!’ ”.
La podcaster continua specificando che le notizie non vanno estremizzate e rese sensazionalistiche, ma allo stesso tempo non vanno nemmeno banalizzate o sminuite.
“Un’altra cosa importante da considerare è la pluralità delle fonti, se ci sono più articoli che parlano dello stesso argomento, bisogna cercare di capire se vanno nella stessa direzione”.
La dottoressa durante le puntate ha citato anche altri argomenti collegati come la sieroprevalenza o i test per gli anticorpi, argomenti per cui è stato necessario aspettare mesi prima di parlarne in modo consapevole.
“Se c’è una singola pubblicazione o pochi dati a sostegno di un’affermazione non usiamo quelle informazioni date ma aspettiamo ulteriori dati.”
Mettersi nei panni degli ascoltatori e collaborare
Porre le domande giuste è fondamentale per dare risposte corrette e chiare alle domande e alla curiosità degli ascoltatori. Nel Podcast Paziente Zero la dottoressa Cagno interviene negli aspetti più tecnici e scientifici, ma la puntata viene studiata da entrambi i collaboratori in modo tale da portare sia il punto di vista dell’esperto che un’informazione più generalista.
Come racconta la virologa, le puntate-intervista vengono pensate sempre in collaborazione: “Quando ci sono degli ospiti facciamo insieme le domande, io con domande più tecniche, Lorenzo Paletti con domande non da specialista. È bene unire le due cose perché così l’intervista è più comprensibile a tutti, ma con dettagli più tecnici.”
L’alternanza di voci e background rende il podcast ascoltabile, ritmato e mai noioso, mettendo in luce le necessità dell’ascoltatore, ovvero dissipare a pieno i suoi dubbi. Lo scienziato, il medico, lo specialista hanno sempre più necessità di farsi capire dal grande pubblico, ma spesso il linguaggio che utilizzano è poco comprensibile o crea grande confusione nella mente di chi ascolta. La possibilità di avere due mediatori con competenze tecniche diverse permette di comprendere la scienza sotto aspetti diversi.
Un buon esempio è la puntata con Alessandro Stella, professore associato al dipartimento di scienze biomediche e oncologia umana all’Università di Bari e specialista in genetica medica, in cui risponde alla domanda: “C’è una correlazione tra gruppo sanguigno ed effetti del COVID-19?”.
Come gestire notizie non del tutto corrette
Chiedendo come gestire e smentire le notizie verosimili, la virologa racconta di come hanno gestito il confronto e il contraddittorio in una puntata di Paziente Zero in cui si parlava di correlazione tra il coronavirus e il microparticolato.
“Una volta ci è capitato che un ospite avesse una pubblicazione sulla presenza del RNA virale nell’aria. Tutti gli articoli ripresi dalla stampa parlavano di un virus che si diffonde attraverso l’aria, quando, invece, guardando i dati specifici del loro articolo, i risultati mostravano tracce di RNA esattamente come si trovano normalmente nelle acque di scarico.”
Dunque, come dice Lorenzo Paletti in puntata, “tra dire: è presente l’RNA virale nel particolato e invece dire con il particolato può contagiare c’è una grossa differenza!”. La distorsione dei dati attraverso i giornali ha maturato la necessità di approfondire, confrontare e contestualizzare.
“In quel caso quello che ho cercato di fare è stato: – continua Cagno – leggere nel dettaglio gli articoli e la letteratura in modo tale da costruire un contraddittorio e non far passare il messaggio che era passato con altri articoli. Dal dialogo, la competenza e la conoscenza dell’argomento di entrambe le parti è emerso il valore di quella ricerca, che era valida, ma era stata un po’ “overstated”, cioè sopravvalutata in altri articoli”.
Altro impegno di Paziente Zero è il “debunking”, ovvero la confutazione di notizie o affermazioni false o antiscientifiche. Un esempio di fake news smontata punto per punto a colpi di metodo scientifico dai due conduttori è quella sostenuta da Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina e punto di riferimento del movimento No Vax per le sue posizioni contro i vaccini nella puntata: “Il COVID 19 è causato da batteri, come sostiene Luc Montagnier?”
Altra difficoltà in periodo di pandemia è stata quella di comunicare l’incertezza e farla comprendere ai profani. La comunicazione della scienza in sé è incertezza in quanto è fatta essa stessa di domande a cui ancora è necessario rispondere. Di questo e molto altro ne hanno parlato i due podcaster insieme alla dottoressa Roberta Villa, membro dell’unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 istituito dalla presidenza del consiglio dei ministri ad aprile 2020 nella puntata: “Come si combattono le fake news sul COVID-19?”.
Per un comunicatore scientifico saper gestire le notizie false e comunicare la scienza in modo corretto è fondamentale, analizzando Paziente Zero e il lavoro svolto da Valeria Cagno e Lorenzo Paletti in questi anni, il podcast si rivela uno strumento eccellente per imparare a comprendere il metodo scientifico e divulgare la scienza correttamente.
di Alice Loreti
Questo articolo è stato realizzato per la rubrica Comunicare la scienza, realizzata in collaborazione con gli studenti del Master Cose dell’Università degli studi di Parma
Fonti:
FameLab 2014 – https://www.youtube.com/watch?v=dufygjvIihw
Scientificast – https://www.scientificast.it/
Dove ascoltare Paziente Zero: https://anchor.fm/paziente-zero
Scrivi un commento