Suicidio assistito: in Italia morire ha un prezzo (alto)

Cinque mila euro di spese mediche tra farmaci e apparecchiature per ottenere l'eutanasia: l'Associazione Luca Coscioni denuncia la storia di Federico Carboni e avvia una raccolta fondi. “Mario” ora è riuscito a morire

La storia di Mario (nome di fantasia) era diventata nota nei mesi scorsi grazie all’Associazione Luca Coscioni. ParmAteneo aveva intervistato Marco Cappato per parlare di Mario e delle trappole burocratiche che i pazienti che decidono per l’eutanasia legale devono affrontare. Oggi sappiamo il suo nome, Federico Carboni. Aveva quarantaquattro anni, originario delle Marche, e dal 2010 era tetraplegico. Era rimasto completamente paralizzato dopo essere stato vittima di un grave incidente stradale. Il 27 agosto 2020 richiese al servizio sanitario nazionale la possibilità di applicare la sentenza intervenuta sul caso Dj Fabo, avvenuta nel 2017. Tale avvenimento sancì per la prima volta in Italia il diritto di una persona malata a richiedere che una struttura pubblica del SSN verificasse le condizioni di salute della persona malata in seguito alla sua richiesta di avere l’eutanasia. Sul tema vige inoltre una sentenza della Corte Costituzionale, stabilita nel 2019, che fissa regole, limitazioni e condizioni affinchè una persona possa ottenere diritto legale al suicidio assistito. 

Nonostante Carboni rientrasse completamente già all’epoca della richiesta nelle condizioni demandate, ha dovuto aspettare circa 16 lunghi mesi, avviando pratiche burocratiche ed istituzionali, inviando lettere, denunce e diffide al Governo italiano perché il suo diritto venisse rispettato. Nel novembre 2021 poi, il Comitato etico della ASUR Marche ha accettato la sua richiesta di accedere al farmaco letale. Il via libera definitivo ha permesso all’uomo anche la scelta del tipo di farmaco da utilizzare e le modalità di somministrazione. 

Pagare per i propri diritti

Federico Carboni è così diventato la prima persona in Italia ad ottenere il diritto al suicidio medicalmente assistito. In assenza di una legge definitiva, però, lo Stato non si fa carico delle spese mediche necessarie.

Per questo motivo, però, deve pagare circa cinque mila euro, dovendo sostenere autonomamente l’acquisto del farmaco e delle apparecchiature per l’iniezione letale. La denuncia è arrivata dall’Associazione Luca Coscioni, associazione no profit per la libertà di ricerca scientifica. L’ente ha spiegato come, in assenza di una legge stabilita, lo Stato italiano non aiuti economicamente e non fornisca assistenza nella decisione del loro assistito, evitando di fornire la strumentazione idonea, il farmaco ed il medico per l’operazione. L’Associazione ha pertanto avviato una raccolta fondi pubblica disponibile online per aiutare Carboni, il quale necessita di uno strumento infusionale del prezzo di circa 4147,50 euro

L’aiuto dell’Associazione Luca Coscioni

I soldi sono stati fortunatamente raccolti in poche ore: una grande dimostrazione di solidarietà e sensibilità da parte di 480 cittadini, che hanno donato rapidamente e superato di molto la cifra richiesta. Sulla pagina ufficiale Instagram, infatti, l’Ente ha annunciato come la soglia di denaro necessaria sia stata raggiunta in meno di tre ore, anche grazie ai Media che hanno condiviso la notizia e supportato l’iniziativa. I promotori hanno comunque dichiarato che ogni cifra aggiuntiva versata verrà utilizzata per promuovere l’eutanasia legale. Ma la denuncia dell’Associazione è esemplificativa dei diversi problemi ancora presenti nell’osservanza di questo diritto.

Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione, hanno infatti denunciato gli eccessivi ritardi delle Aziende Sanitarie nelle risposte al verificarsi di casi simili o uguali a quello di Mario, oltre alla totale indifferenza dello Stato nel sostegno economico a persone in casi di sofferenza tali da richiedere l’eutanasia.

Queste problematiche sono sintomatiche della mancanza di una legge ufficiale sull’eutanasia, che ad oggi risulta fondamentale perché situazioni come quella di Mario non si verifichino nuovamente. Oltre a definire le procedure in maniera chiara e precisa, essa garantirebbe l’osservanza dei diritti delle persone che fanno richiesta di suicidio assistito. Al momento, il Parlamento ha però dimostrato notevole mancanza di interesse nei confronti dello sviluppo e nella successiva conferma di una normativa per l’eutanasia legale. Il sistema ha perciò bisogno di una rivoluzione radicale: è necessaria l’introduzione di una legge come garanzia di assistenza al richiedente, sia in termini medici che economici. Lo Stato dovrebbe pertanto farsi carico dei costi sanitari sul fine vita, perché ognuno possa vedere riconosciuto il proprio diritto alla morte. 

L’addio di Federico

Il 16 giugno alle 11.05 “Mario”, il cui vero nome è stato rivelato solo alla morte, è riuscito definitivamente ad ottenere il fine vita. A dare la notizia è stata proprio l’Associazione Luca Coscioni, che lo ha affiancato nel corso del suo lungo percorso e nel reperimento della strumentazione grazie all’importante raccolta fondi. Federico Carboni ha infine ringraziato chiunque lo abbia sostenuto, lasciando come testamento un ultimo insegnamento: “Continuate a sostenere questa lotta per scegliere di essere liberi.” L’operazione è stata assistita dai parenti di Mario, il medico anestesista Mario Riccio, Filomena Gallo e Marco Cappato. In seguito all’azionamento dello strumento ad infusione che Mario ha premuto personalmente con un dito, si è conclusa la sua ultima battaglia.

di Roberto Ligorio

6 Commenti su Suicidio assistito: in Italia morire ha un prezzo (alto)

  1. Sandri Aldo // 1 dicembre 2022 a 12:11 // Rispondi

    Vorrei aderire al suicidio Assistito

  2. Carla Magnani // 30 dicembre 2022 a 13:03 // Rispondi

    Chiedo: cosa ne è stato dell’
    strumento infusionale del prezzo di circa 4147,50 euro.?
    L’associazione non potrebbe tenerlo per poi concederlo in uso quando necessario?

  3. È possibile richiedere il suicidio assistito se non si hanno possibilità economiche?

    • Provi a contattare l’associazione Luca Coscioni, le daranno tutte le informazioni legali e tecniche. Saluti

  4. Bisogna essere per forza malati per poter decidere la propria fine terrena?

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