Hockey subacqueo, la passione in apnea contagia anche Parma

ALLA SCOPERTA DI UNA DISCIPLINA IN COSTANTE CRESCITA

Hockey SubacqueoQuanto riuscite a trattenere il respiro? Più o meno di un minuto? Scopritelo, recandovi allo Sport Center Ettore Negri al Campus e, tuffatevi in piscina. Noi di ParmAteneo ci abbiamo provato, incontrando la squadra di hockey subacqueo della città: un gruppo misto di appassionati, uomini e donne, dai diciotto ai cinquantaquattro anni.

Molti si domanderanno: hockey subacqueo? È un gioco che necessita di buona acquaticità ed allenamento, unito a una notevole dose di tecnica e a due polmoni belli capienti. L’attrezzatura è composta da pinne, maschera, boccaglio, calottina protettiva da pallanuoto, mazzetta di circa 30 cm di lunghezza, guanto di silicone che protegge la mano che impugna la mazza, dischetto di metallo rivestito di plastica dal peso 1,3 kg. La dimensione del campo è quello delle normali piscine: 25 metri di lunghezza per 12-15 di larghezza, con una profondità compresa tra i 1,80 e i 3 metri circa. Le porte sono larghe 3 metri e adagiate sul fondo. Le partite durano 30 minuti, divisi in 2 tempi da 15 minuti. Le squadre sono composte da 10 giocatori: 6 in acqua e 4 riserve, posizionate in acqua ai lati del campo in una apposita zona. L’obiettivo del gioco è quello di fare goal con il disco nella porta avversaria. Niente di più elementare, se il tutto non si svolgesse in apnea, risalendo per riprendere fiato e reimmergendosi per poter continuare l’azione.

Parliamo con Alessandro Paterlini che ci racconta sia la sua esperienza personale da giocatore e allenatore della squadra sia la nascita e la crescita del Parmasub. “Sono venuto a conoscenza dello sport nel 2001, proprio nell’anno di fondazione dell’Hockey Subacqueo nella città Ducale grazie all’appoggio dell’allora presidente Fabio Paterlini e al sostegno dell’istruttore Massimo Pasini”. Nel giro di pochi anni il movimento è riuscito a crescere e la squadra si è ampliata, partecipando anche a numerosi tornei esteri. Nel 2005 il primo importante traguardo con la vittoria del campionato italiano e parecchi atleti della squadra conquistano la convocazione in nazionale e partecipano a campionati europei e mondiali. Nel 2007 ad Elmshorn (Amburgo) si concretizza la prima e, fino ad ora unica, affermazione a livello di club italiani in un torneo europero, con una formazione integrata da giocatori bolognesi. Nel 2008 si ha la svolta decisiva con l’organizzazione di Parmacup: un torneo internazionale che ha avuto un successo clamoroso, che ha reso la città, nel giro di pochi anni, la più conosciuta nel panorama hockeistico internazionale. Il palmares di questo team si impreziosisce con la vittoria bis del campionato italiano nel 2010 e della coppa Italia nel 2011. Lo scorso 6 settembre, le acque della piscina comunale ‘Onesti di Moletolo’, sono state il teatro per una edizione da record della Parmacup: 30 squadre provenienti da ogni parte d’europa si sono infatti sfidate senza esclusioni di colpi. Le formazioni di casa Parmasub HSDucale e Italian Ladies hanno fatto onore alla città, piazzandosi rispettivamente al dodicesimo e al quinto posto.

“Non è certo stato facile” ci tiene a precisare il capitano, con la consapevolezza di chi ha superato molti ostacoli: “La difficoltà maggiore è senza dubbio quella del reperimento di strutture, troppo costose da poter essere gestite da un gruppo composto da ventiquattro iscritti che si auto sovvenzionano. I materiali di gioco, le divise, le trasferte e tutto il resto ricadono sul nostro portafoglio. Questa passione richiede molto impegno e la volontà di mettersi in gioco in uno sport ancora in ombra nel panorama italiano ma particolarmente apprezzato in paesi come Olanda e Francia. Il nostro proposito è quello di fare avvicinare un numero sempre maggiori di sportivi e non a questa disciplina con la speranza che un giorno non troppo lontano la maggior parte dei cittadini della nostra città possa venire a tifare per noi e a fornici il sostegno di cui abbiamo bisogno”.

 

di Greta Bisello, Giorgia Camoni, Francesca Ponchielli e Alberto Selvatico

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