Ermes Fulgoni, il parmigiano che ha scoperto Buffon e Sirigu

IL CALCIO COME CRESCITA: MAI PENSARE DI ESSERE ARRIVATI

imageParmigiano doc, classe 1948, preparatore di portieri, Ermes Fulgoni è conosciuto soprattutto per aver scoperto e cresciuto dei talenti. Uno  su tutti? Gigi Buffon.

La passione per il ruolo di portiere lo affascina già da giovane quando ha iniziato a giocare con squadre che militavano in quella che oggi corrisponde alla Serie D: “Ho iniziato con l’Audace, poi sono passato al Parma e quando ho finito il servizio militare sono andato al Felino dove ho vinto tutti i campionati fino ad arrivare in Quarta Serie. In seguito ho avuto alcune possibilità di andare via dalla città per andare a giocare in  B, ma lavorando come assistente in un Istituto Professionale non me la sentivo di allontanarmi. Conclusa la carriera ho cominciato a fare l’allenatore”.
La sua non è solo una scelta dettata dal caso, perché per allenare, come spiega, è necessario avere passione: “Ho sempre avuto la voglia di insegnare ai bambini, anche quando magari ne avevo ancora bisogno io. E’ una cosa che ho sempre voluto fin da piccolo”.

Uno dei suoi allievi migliori è senza dubbio l’attuale portiere della Juventus e della Nazionale, Gigi Buffon: “Già quando l’ho visto per la prima volta mi ha dato l’impressione di uno che poteva diventare un grande portiere. Quando lo abbiamo preso non tutti erano d’accordo: ho insistito io. E’ stato con me da quando aveva 12-13 anni fino all’esordio in prima squadra a 17 anni. Ho sempre detto che sarebbe stato uno dei migliori portieri degli ultimi trent’anni, la gente quasi rideva ma io ero convinto e sicuro di lui.”

Per essere un campione, però, non servono solo passione e talento, è necessaria la serietà negli allenamenti e soprattutto è importante saper ascoltare: “E’ una cosa importantissima: quando io spiegavo, lui ascoltava e metteva in pratica, proprio per questo credevo che sarebbe diventato un grande portiere: aveva una grande capacità di apprendere”.
Una dote che hanno dimostrato altri due suoi allievi, poi diventati grandi calciatori: “Ad Ancona ho avuto portieri che non godevano di nessuna considerazione” riferendosi ad Angelo Da Costa, attuale portiere del Bologna, e a Salvatore Sirigu, ora in Francia al Paris Saint-Germain.

imageFulgoni è stato in grado di allenare e crescere giovani promettenti che ha scovato in base a precise caratteristiche comuni, quelle che, secondo lui, deve avere ogni grande portiere: “Innanzi tutto la personalità, perché il portiere deve avere attitudine al comando. Essendo l’ultimo difensore vede tutta la partita e sa dare tutte le indicazioni necessarie facendo muovere la squadra”. E poi le caratteristiche fisiche, reattività, forza e agilità,  che Fulgoni definisce “innate”.

L’Italia, a detta dell’allenatore che ha maturato anche esperienze all’estero, è ancora un terreno fertile per far crescere dei futuri campioni, tuttavia “la categoria è andata un po’ calando perché spesso i portieri lavorano poco, anche nei settori giovanili. Adesso sono molto sedentari: vanno a scuola e quando ritornano a casa si mettono subito davanti al computer. Una volta si giocava nei cortili, nei piazzali, nelle aie, nelle chiese: c’era già una predisposizione a livello fisico. Bisogna quindi lavorare per recuperare queste basi”.

imageSe tra i portieri in circolazione, Buffon rimane per il mister ancora uno tra i più forti, anche tra i giovani qualcosa si sta muovendo: “Ci sono alcuni giovani che stanno facendo bene – racconta Fulgoni – come quello dell’Atalanta. Poi c’è Silvestri del Leeds che ho cresciuto io. È un peccato che sia andato all’estero perchè secondo me ha tutte le potenzialità per giocare in Italia e in Nazionale. Tutte le volte che deve giocare mi chiama”.

Eppure sono tanti i nomi di giovani portieri italiani etichettati come i nuovi Buffon di cui però si sono perse le tracce. “Ci sono vari fattori da considerare – spiega Fulgoni – come la personalità, la mentalità e la famiglia”.  Stare con i piedi per terra e mai pensare di essere già arrivati perchè la strada è sempre lunga: “Anche quando magari sei ‘arrivato’ è difficile stare ad un certo livello”.

E ‘arrivato’ non è certamente nemmeno mister Fulgoni, impossibile pensarlo fermo ai box a godersi il meritato riposo dopo una vita passata sui campi: “Alleno i ragazzi nelle categorie minori giovanili. Allenare dei ragazzini è sempre bello perchè vedi come crescono a vista d’occhio, giorno per giorno e proprio da lì vedo come il lavoro paga.”

 

di Giorgia Camoni, Samanta Carrea, Elisa Zini

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