‘Signal to noise’: un segnale oltre il rumore per una musica di qualità

IL ROCK ELETTRONICO SECONDO LA BAND MADE IN PARMA

Nella comunicazione, il rapporto che intercorre tra il segnale ed il rumore, ovvero quanto di quello che si ascolta è informazione e quanto invece soltanto sottofondo, viene definito Signal to noise. “Un simbolo dell’attuale stato di salute della musica al quale ci siamo ispirati per darci un nome”: a raccontarlo è Violetta Leoni, voce e fondatrice, insieme a Stefano Bottarelli, esperto di synth, dell’omonima band nata a Parma nel 2013.
“Volevamo fosse una sfida, prima di tutto con noi stessi – spiegano i musicisti -, esplorando il connubio tra il rock e l’elettronico, attraverso un nuovo mondo che avevamo appena scoperto, quello dei sintetizzatori”.

LA BAND – Ai due fondatori della band ben presto si aggiungono altri componenti, tutti dai venti ai trent’anni, reclutati tramite un annuncio su Mercatino Musicale: il chitarrista Andrea Sciuto, studente siciliano al Conservatorio di Parma, il bassista e ingegnere di Casalmaggiore Marco Murelli e il batterista parmigiano Loris Conoscenti. “C’è stata subito grande sintonia, a volte bastano davvero poche parole”.
Ad unirli, oltre che la passione per la musica, soprattutto la curiosità e un’attenzione per la qualità del suono volta alla ricerca di un rock più moderno e accattivante, capace di esplorare zone nascoste e confini poco conosciuti. “Io, ad esempio, leggo interviste di Peter Gabriel, oltre che ascoltarne la musica, perché ritengo ci sia molto da imparare sul suo lavoro in studio, anche se noi – scherza la cantante – , non abbiamo di certo a disposizione le sue stesse strumentazioni”.

a cura del ReflexStudio di Milano

a cura del ReflexStudio di Milano

L’ ESORDIO E LA DIFFICILE GAVETTA – Il debutto live dei Signal to noise è arrivato a luglio 2014 al  Go! Go! Play 2.0 di Busseto, festival estivo al quale hanno partecipato svariate band dell’interland parmigiano.
Ben presto ci si rende conto che, come
 ogni messaggio che deve essere veicolato, si ha bisogno non solo di un emittente, ma anche e soprattutto di un ricevente. Farsi strada nel panorama musicale locale non è cosa da poco. “Quello di Parma è un pubblico pigro e difficile, non c’è la volontà di ascoltare qualcosa di innovativo, lontano magari dal proprio panorama di interessi e conoscenze, qualcuno che non sia già affermato, una cover band o amici musicisti” – commentano i ragazzi -.  “Una mentalità pericolosa questa che porta alla stagnazione delle idee e alla logica del circolo chiuso, del quale si fa parte o si viene esclusi”.

Spesso complici di questo meccanismo, purtroppo, sembrano essere gli stessi locali,  a partire dal modo di gestire i propri rapporti con le bandcome sottolineano i giovani musicisti. “Non riescono ad interfacciarsi con noi telefonicamente né attraverso i social”, racconta infatti Violetta. A risentirne, così, è la qualità della proposta musicale, per cui “il pubblico non si affeziona ad un tipo di ambiente incapace di creare nuove socialità”.
Nonostante la consapevolezza dell’umiltà necessaria per affrontare un simile contesto, le difficoltà sono sempre crescenti: “Molto spesso ci vengono proposti concerti non pagati, nemmeno il rimborso spese a 400 km di distanza, senza garanzia di attrezzature in loco o la presenza di un fonico”. Condizioni complicate che però non scoraggiano i Signal, alla continua ricerca di contatti e di nuovi ambienti nei quali potersi esibire.

Un elemento importante però per giovani musicisti indipendenti è quello che la cantante chiama “rete solidale tra band”: il reciproco aiuto di artisti con caratteristiche musicali simili, che si trovano a collaborare durante serate e performance live. “Nel nostro caso ci stiamo avvalendo dell’aiuto di Andrea Casale,  un cantautore poliedrico in contatto con panorami culturali anche meno noti”.

UNO SGUARDO AL FUTURO – Dopo le performance nei locali emiliani dell’ultima stagione, i Signal to Noise puntano a ‘macinare’ ancora tanti live. “La musica dal vivo è un’ottima palestra, migliori facendo; in studio puoi fare qualsiasi cosa ma dal live non si scappa“. L’obiettivo è quindi continuare a suonare e farlo divertendosi anche durante la programmazione estiva, riuscendo magari ad andare fuori regione. Non solo, in progetto c’è anche la registrazione di un Ep , dai 4 agli 8 brani inediti, che rimarca l’iniziale scelta di mirare alla qualità piuttosto che alla quantità “senza quell’ansia di buttare fuori qualcosa a tutti i costi, come sono soliti fare i gruppi emergenti”, come sottolinea Stefano. “Quattordici brani significano un intero cd da riempire, la metà sono buoni, gli altri hanno ancora bisogno di crescere e sarebbe un peccato non permetterglielo”, conclude il musicista.

 

di Greta Bisello e Guendalina Truden

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