Perché Mare Fuori piace a tutti?

La serie di punta Rai guadagna sempre più successo tra giovani e non. Cerchiamo di capire perché funzioni così bene

foto di: mam-e

Il vasto mondo delle serie TV è diventato parte delle nostre giornate, della nostra cultura cinematografica, delle nostre passioni. Tanti sono i motivi che ci spingono a restare incollati al televisore con la curiosità e con la voglia di scoprire l’evoluzione delle storie, dei personaggi, della trama. Una serie in particolare sta coinvolgendo una grossa fetta di giovani e non solo.

“Mare fuori”, targata RAI fiction, è sulle bocche di tutti grazie anche alla terza stagione che ha confermato il successo delle precedenti, portando così a suo inglobamento da parte del colosso Netflix, raggiungendo ascolti sempre più notevoli.

Storie di vita vera

La storia si concentra e prende vita a partire da quelle di giovani ragazzi detenuti nell’Istituto Penitenziario Minorile di Napoli – chiaro richiamo al carcere di Nisidia-. Il tema che Mare fuori accarezza è quello del disagio sociale, le precarie condizioni dei giovani alla ricerca di un posto nel mondo, il riscatto ombroso del futuro. L’intento è anche quello di sottolineare e far conoscere la realtà dimenticata che si cela tra le sbarre dei detenuti, convinti di non avere una seconda possibilità nella vita: convinzione condivisa anche dalla maggior parte di noi, ignari delle dinamiche che abitano le carceri minorili.

Il potenziale emotivo si svela fin da subito all’interno della narrazione e si amplia nella rete di rapporti tra i personaggi. La trama e il titolo prendono ispirazione dal fondamentale bisogno condiviso dai ragazzi detenuti, che che per quanto differenti e lontani tra loro, condividono le giornate e la speranza di tornare a vivere il mare -ed una vita normale- che circonda l’istituto.

foto di: touringclub

Mare fuori rappresenta il vero, sollecita realtà diverse dalla nostra quotidianità, storie che sembrano non appartenerci ma che nel profondo ci accomunano, ci avvicinano, ci consentono di immedesimarsi e rispecchiarsi negli stati d’animo e nella ragnatela di vicende che prendono vita. La storia non raggiunge il picco solo nelle scene più violente, ma soprattutto nella rappresentazione normale di una sincera amicizia, nell’amore nato tra i personaggi nei corridoi, e nella consapevolezza che il sogno non possiede sbarre.

L’immedesimazione con i personaggi

Nella prima stagione di Mare Fuori la trama è principalmente concentrata su due dei protagonisti principali: Filippo e Carmine. Man mano che la serie procede, però, il focus tende a spostarsi, rendendo protagonisti anche altri personaggi, intrecciando le loro linee narrative e facendole evolvere. Molto frequenti sono le tecniche del flashback e flashforward, che da un lato ripercorrono le cause dell’arresto e, dall’altro, anticipano avventure future. Questi non sono limitati al riavvolgimento delle vite dei ragazzi ma toccano anche quelle degli adulti, dei tutori incaricati di sorvegliarli ed aiutarli nel riscattare le loro strade.

Le storie riprendono fatti di cronaca e stereotipi radicati nel nostro immaginario collettivo, mirando così all’esercizio critico negli spettatori.

I luoghi e l’ambientazione diventano emblemi perfetti per il racconto, che sembrano essere lontani da noi, ma che incarnano la realtà della nostra società attuale.

Perché funziona anche fuori dal contesto napoletano?

La serie appare particolarmente funzionale perchè il suo obbiettivo non è quello di sollecitare il “buon senso”, ma è quello di avvicinarci nelle coscienze, nell’espressione dei sentimenti, nello smontare le armature effimere della durezza, e nell’espressione della libertà. Mare Fuori è arrivato a tutti perché il linguaggio utilizzato, sia narrativo che cinematografico, è alla portata di chiunque, mettendo in scena vicende che non si allontanano dal quotidiano.

foto di: RaiPlay

Il cast della fiction ha presidiato allo scorso Festival di Sanremo per promuovere l’uscita dell’ultima stagione, ma soprattutto per far conoscere un tipo di realtà che dilaga ancora oggi nei luoghi più difficili del nostro Paese e scoperchiare il mondo del crimine e delle mafie non relegato al capoluogo campano ma presente in qualsiasi società.

di Pradama Caputo

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