True Colors: le illustrazioni di Luca Soncini in mostra permanente al CAPAS
Nelle sue opere viene rappresentata la realtà di tutti i giorni con riferimenti a sculture come Il pensatore, quadri come La Creazione di Adamo, cantanti come David Bowie, gruppi come i Pink Floyd e social come Tik Tok e Facebook
Giovedì 25 maggio è stata inaugurata al Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo(CAPAS) la mostra dell’artista parmigiano Luca Soncini intitolata True Colors.
Le 16 illustrazioni grafiche di diverse dimensioni(100×70 e 70×50) sono ospitate permanentemente nei corridoi del CAPAS a rappresentare le anime artistiche che vivono quotidianamente questi spazi. All’inaugurazione della mostra l’artista ha avuto modo di introdurre le sue opere e ad assistere erano presenti studenti, professori e il rettore dell’Università di Parma Paolo Andrei.
Chi è Luca Soncini
Luca Soncini è nato nel 1980 a Parma, ha sempre avuto la passione per il disegno che ha coltivato seguendo un percorso artistico frequentando il Liceo Toschi, dove si è appassionato alla pittura, e successivamente studiando all’accademia delle belle arti di Milano. Insieme alla pittura tuttavia ha sempre portato avanti parallelamente un percorso di grafica pubblicitaria. Mescolando le due arti è sfociato poi nell’illustrazione, un ponte tra le sue passioni dove può mantenere caratteristiche delle arti grafiche senza perdere la sua creatività. I suoi clienti sono internazionali e tra questi troviamo The Washington Post, La Croix L’Hebdo, Design History Society of Korea, Corriere della Sera, Olivetti, Artribune, The Post Internazionale e HEC Stories.
Le sue opere sono una raffigurazione pungente e ironica della nostra contemporaneità, le grafiche comunicano in modo efficiente il mondo in cui viviamo e offrono una prospettiva da un parte fortemente comunicativa ed evocativa, e dall’altra molto concettuale. La scelta delle illustrazioni è avvenuta insieme all’artista e sono state selezionate immagini provenienti da lavori e editoriali precedenti. Queste sono una rappresentazione del macro contenitore della struttura del CAPAS, che racchiude al suo interno diversi spazi artistici partendo dal multimediale e passando per la musica, il giornalismo e la radio.
L’artista ha inoltre realizzato un’immagine guida della mostra, dal titolo The Universal, che va a dipingere lo spirito del posto, come laboratorio di idee di sviluppo artistico, e dei suoi studenti. Soncini racconta che nel creare il manifesto rappresentativo del CAPAS ha pensato di realizzare una sagoma dall’aspetto giovane, e al suo interno colorata con una texture astratta e ondulata che rappresenta il movimento artistico presente nel Centro. Queste onde evocano anche un rapporto con la tecnologia come la televisione e la radio. La matita bianca posata sull’orecchio raffigura invece l’inizio di tutto e dell’immagine stessa, a rafforzare il concetto di unione c’è invece il colore bianco che è la somma di tutti i colori. Caratteristica delle sue grafiche sono infatti i colori carichi e vibranti che danno il nome alla mostra, ovvero True Colors, perché elementi determinanti per raccontare situazioni, realtà e trasmettere messaggi.
Nelle opere della mostra vediamo rappresentata la realtà di tutti i giorni e troviamo riferimenti a sculture come Il pensatore, quadri come La Creazione di Adamo, cantanti come David Bowie, gruppi come i Pink Floyd e social come Tik Tok e Facebook.
Nell’opera sulla sinistra, intitolata Cherries, vediamo come l’artista ha rappresentato il binomio tra cuore e mente e ha posizionato i due organi al posto di due ciliegie legate fra di loro dallo stesso ramoscello. La seconda opera intitolata Drink Floyd è invece un riferimento all’iconico album dei Pink Floyd, The Dark Side of the Moon, e Soncini ha capovolto il triangolo facendolo così corrispondere ad un bicchiere da cocktail accompagnato poi da un’oliva.
Guerra di Dipendenza è il titolo di quest’opera e rappresenta una dipendenza verso l’arte, raffigurata da un soldatino giocattolo che al posto di un fucile ha una matita, e non indossa la classica veste militare ma i colori della bandiera arcobaleno in simbolo di pace. Veicola il messaggio dell’arte contro la guerra. L’immagine accanto è invece una raffigurazione di Giuseppe Verdi in versione più moderna, indossa infatti gli occhiali da sole, intitolata Viva Verdi è stata realizzata dall’artista per una delle numerose riviste con cui collabora ovvero Parma City Mag.
Le due opere sono una chiara rappresentazione della società e del mondo in cui viviamo oggi. La prima intitolata Hatebook, ovvero un gioco di parole tra hate(odio) e il social Facebook, raffigura un uomo pronto a tuffarsi dalla famosa lettera blu in un mare dove lo attende uno squalo, una critica verso il social che ormai è come un mare pieno di squali e di odio. Nella seconda opera, intitolata invece Green Passing, troviamo una donna che passeggia su uno sfondo verde che ci riporta agli anni della pandemia dove era richiesto il green pass per entrare in ogni luogo.
Il resto delle immagini presenti nella mostra sono disponibili in modo permanente al primo piano del CAPAS, in vicolo Grossardi 4, a Parma.
di Simona D’Alessandro
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