Rappresentazione di genere in Assassins’s Creed: tra fiction e realtà storica
Cosa ci racconta la serie video-ludica sulla percezione dei ruoli di genere nella società
All’inizio dei videogiochi i protagonisti erano unicamente personaggi maschili. Le donne, laddove presenti e salvo eccezioni come Lara Croft in Tomb Raider (Eidos Interactive, 1996), sono state a lungo oggetto di rappresentazioni fallaci e basate su pregiudizi. I personaggi che ne scaturivano risultavano privi di interesse, poco importanti per la trama, spesso costruiti attorno a contro-parti maschili di cui rappresentavano solo un contorno. In alcuni titoli, apparivano addirittura come un trofeo che il giocatore doveva raggiungere vincendo la partita.
Grazie ai movimenti sociali per l’uguaglianza di genere, attivi soprattutto nei paesi occidentali, il ruolo dei personaggi femminili nei videogiochi e la loro rappresentazione sono cambiati. Vengono sempre meno iper-sessualizzati, soprattutto dagli anni duemila, ed hanno ruoli più importanti rispetto al passato.
Il cambiamento nella rappresentazione dei ruoli di genere e dei personaggi femminili nei media ludici è stato oggetto di studi per decenni.
La serie di videogiochi d’avventura Assassin’s Creed (Ubisoft), di grandissimo successo commerciale, con più di 155 milioni di copie vendute nel 2023, è un interessante caso-studio che mostra come si è modificata la rappresentazione dei ruoli di genere dal 2007 ad oggi.
Esaminando la rappresentazione delle protagoniste femminili dei 17 anni della serie, è possibile suddividerla in 4 categorie (Eklund & Zanescu, 2024).
2007-2011: Tutti i personaggi giocabili sono maschi
I personaggi femminili sono solo NPCs (Non-player character, ovvero ‘personaggio non giocabile’) ed hanno un ruolo secondario.
2012-2015: Compaiono le prime protagoniste femminili, ma sono presenti solo nelle opere secondarie
Aveline de Grandpré è la protagonista di Liberation, lo spin-off uscito nel 2012 ambientato nella Louisiana francese del diciottesimo secolo.
La rappresentazione dei ruoli di genere viaggia di pari passo con quella delle altre minoranze. Aveline non è solo la prima protagonista donna della saga, ma è anche la prima rappresentante creola, avendo origini franco-africane.
Un’altra innovazione di questo capitolo risiede nella possibilità di cambiare il costume (in inglese, mode; interpretabile anche come ‘modalità’ o ‘guisa’) della protagonista, che non modifica solo il vestiario ma anche le meccaniche di gioco (capacità speciale, impossibilità di compiere certi movimenti, ecc…) e come il personaggio viene “percepito” e il modo di interagire con gli NPC.
La modalità “Lady Persona” limita le possibilità di movimento di Aveline, che indossa un pesante abito femminile secondo la moda dell’epoca. Migliora le capacità investigative e permette di acquisire informazioni dagli NPCs grazie alla funzione “charme”, possibile unicamente in questa modalità.
La modalità “Slave Persona” vede Aveline indossare abiti da schiava. Questa mode permette di effettuare movimenti che con “Lady Persona” non sarebbero possibili, come arrampicarsi o correre da un tetto all’altro, oltre che la possibilità di maneggiare le armi. In questa guisa, Aveline può mescolarsi facilmente fra la folla, passando inosservata. Ciò non è possibile mentre indossa l’ultima mode, “Assassin Persona”, in cui le meccaniche di gioco relative al movimento e al combattimento sono al massimo, ma la possibilità di passare fra gli NPCs senza scatenare reazioni è nulla a causa della sua notorietà.
Questa intersezione di modalità distingue Aveline rispetto agli altri protagonisti di Assassin’s Creed, permettendo al giocatore di interagire non solo con diverse aspettative di genere, ma anche con questioni complesse come l’etnia e la percezione della schiavitù del periodo. La classe sociale, il genere e l’origine etnica della protagonista influenzano il modo in cui viene interpretata dagli NPCs, che quindi hanno comportamenti e reazioni differenti nei suoi confronti.
Assassin’s Creed deve il suo successo a diversi fattori. Uno di questi è la possibilità di comunicare il passato attraverso un approccio multi-metodologico ed un mezzo unico e specifico, ovvero la narrativa video-ludica, multi-potenziale rispetto alle limitazioni tradizionali della divulgazione. Per questo il tema della rappresentazione socio-culturale fantasmatica di uno specifico contesto storico è importante per una serie che si vanta di essere fedelmente storiografica. La partecipazione di un personaggio come Aveline e le differenti personae da lei interpretabili, densamente multi-livello, raggiunge fedelmente i criteri di rappresentazione di diversi temi trasversali socio-culturali e, in seconda battuta, la fluidità sessuale. Per quanto la figurazione storica esibisca sempre una realtà filtrata.
2015-2017: Protagoniste femminili presenti ma definite dalla loro relazione con i protagonisti maschili, da cui vengono spesso marginalizzate
Nei primi capitoli della serie, prima del caricamento del gioco, compariva questa schermata:
La riformulazione del messaggio durante il caricamento iniziale, presente da Assassin’s Creed Syndicate (2015) in poi, denota una maggiore attenzione verso i temi dell’uguaglianza di genere. Tuttavia, sembra trattarsi di una condotta ancora piuttosto superficiale, poiché il protagonista maschile è ancora dominante e la maggior parte degli NPCs ha fattezze maschili (Persyn, 2022).
Compaiono i primi personaggi femminili giocabili nella serie principale. É il caso di Evie Frye, co-protagonista insieme al fratello Jacob Frye di Assassin’s Creed Syndicate, ambientato in Inghilterra nel diciannovesimo secolo. A differenza di Aveline, che ha un ruolo indipendente e caratteristiche peculiari, Evie ha una funzione ancillare rispetto al fratello: i due hanno abilità identiche, utilizzano le stesse armi, ma è Jacob il personaggio utilizzato dal giocatore per la maggior parte del tempo.
La situazione si ripete in Assassin’s Creed Origins (2017), ambientato nell’Egitto tolemaico del primo secolo avanti Cristo, in cui il personaggio Aya è giocabile per una piccola frazione di tempo, rispetto a Bayek, il di lei marito e protagonista principale del capitolo.
In origine, Aya era stata pensata per essere la sola protagonista del gioco, incentrato sulla storia della vendetta di una madre in lutto, tema che verrà comunque ripreso più volte durante le interazioni con NPCs femminili. Nonostante sia stata poi relegata ad un ruolo marginale, Aya è indispensabile per la trama del capitolo, a differenza di Evie in Syndicate. È lei che introduce Bayek in diverse avventure ed è sempre lei ad assassinare Giulio Cesare.
I movimenti sociali per l’uguaglianza di genere spingono i media a valutare la bontà e la frequenza di una corretta descrizione delle minoranze, portando però i vari settori autorali a rivalutare la loro strategia di immagine. Una presa di posizione da parte della serie è visibile nella scelta di rappresentare alcuni personaggi secondo percezioni e dinamiche di genere contemporanee, esulanti dunque dal contesto storiografico in cui sono inserite.
Infatti, in uno dei contenuti aggiuntivi di Assassin’s Creed Origins, chiamato Discovery Tour, è possibile incorrere in questo messaggio: “il team ha scelto di mostrare persone di entrambi i generi mentre frequentano la scuola all’interno del mondo del gioco. Anche se ciò non è accurato storicamente, il team ha pensato che non fosse necessario dare priorità al sessismo di quel periodo storico rispetto che a un’esperienza di gioco inclusiva”. Il messaggio è riferito alla presenza di entrambi i sessi all’interno di una scuola di Alessandria, a cui in realtà l’accesso era permesso solo agli uomini.
Una scelta che ha sacrificato una rappresentazione storicamente accurata, pur avvisandone la presenza, in favore dell’inclusività sociale. Lo stesso Giulio Cesare, NPC storico, è stato rappresentato con una personalità molto diversa da come viene descritta dalla storiografia antica. Uno studio (Bondioli, 2019) ipotizza che ciò sia stato deciso apposta per bilanciare i ruoli di genere all’interno di Assassin’s Creed Origins, e per evitare sovrapposizioni di potere durante l’arco narrativo, distribuendoli secondo un punto di vista attuale e non storico.
2018-2022: Il genere del protagonista può essere scelto direttamente dai giocatori
L’undicesimo capitolo della serie, Assassin’s Creed Odyssey (2018), ambientato in Grecia durante la guerra del Peloponneso, presentò una nuova ed innovativa funzionalità: la possibilità di scegliere come protagonista Kassandra o Alexios, due fratelli spartani. La trama, le relazioni con gli NPCs e le abilità meccaniche del personaggio non cambiano in base alla scelta del giocatore, anche se è Kassandra ad essere la protagonista canonica. Nonostante questa novità, il contesto sociale ed il ruolo in cui viene identificata (misthios, termine greco per ‘mercenario’), nonché le animazioni che determinano la natura dei movimenti, sono prettamente maschili. La percezione finale è quella di un personaggio con solo le fattezze femminili, che agisce con una forza e delle movenze molto mascolinizzate (Cole, 2022). La motivazione storica è che, essendo spartana d’origine, Kassandra è stata sottoposta sin da piccola ad allenamenti militari impegnativi, attività che coinvolgevano entrambi i sessi nella Sparta del V secolo avanti Cristo.
Un’altra novità di Assassin’s Creed Odyssey è rappresentata dalla presenza di diverse opportunità di relazioni sessuali e/o romantiche con gli NPCs, che non fanno distinzione fra le moderne definizioni di sessualità (Elkund, 2024). In Grecia, durante il periodo storico di riferimento, non c’era distinzione fra relazioni etero/omosessuali (Davidson, 2009), e questa scelta viene ripresa nel gioco, pur senza approfondire la realtà sessuale storica dell’epoca. La possibilità di incorrere in questo tipo di interazioni dipende unicamente dalla scelta del giocatore, sia esso impersonato da Kassandra o Alexios, senza che venga fatta alcuna distinzione o definizione.
La possibilità di scegliere un uomo o una donna come personaggio principale viene reiterata in Assassin’s Creed Valhalla (2020) con Eivor. Suddetto protagonista non viene canonicizzato né come maschile né come femminile. Quando viene scelto come donna, presenta una forte mascolinità con solo l’apparenza esteriore femminile, al pari di Kassandra.
Tuttavia, in questa ultima fase, vi sono molti NPCs femminili che, attraverso missioni o narrative, esplorano molti temi complessi, sia storici che contemporanei, permettendo al giocatore di sperimentare diversi punti di vista.
E dal 2023?
Nel corso della sua storia, la serie Assassin’s Creed è stata criticata per la scarsità di personaggi femminili correttamente rappresentati. In seguito, le scelte narrative e meccaniche a favore dell’uguaglianza nella rappresentazione di genere si sono fatte più marcate, in alcuni casi anche sacrificando la realtà storica di riferimento, caratteristica di connotazione identitaria della serie sin dal suo esordio.
La rappresentazione delle donne nei videogiochi è uno specchio del loro ruolo e percezione nella società. Non è soltanto la frequenza e la raffigurazione dei personaggi femminili sullo schermo, ma è anche e soprattutto come questi personaggi vengono determinati sul piano narrativo: se le loro azioni rispecchiano le nostre aspettative di genere, oppure no. Assassin’s Creed, esplorando molteplici tempi storici e contesti culturali complessi, rende il tema della rappresentazione sia un problema che un’opportunità, dovendo far coincidere accuratezza storica con narrative coerenti e multi-individuali.
Non è un progresso lineare. Infatti, nel 2023 è uscito Assassin’s Creed Mirage, che segue intimamente la vicenda del personaggio Basim Ibn Ishaq, ritornando ad un solo protagonista maschile.
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