“Chi ruba le bici? Tutti, studenti per primi”: il mercato nero delle due ruote

TECNICHE DI FURTO E LUOGHI DI SCAMBIO MENTRE I NEGOZIANTI PIANGONO

ladri_di_bicicletteLadri di biciclette non è solo il titolo di un film. A Parma, è una realtà piuttosto consolidata. Chi ruba le biciclette? “Tutti, studenti per primi” risponde il proprietario di un negozio di bici in via Saffi. Spiega che quando c’è la crisi il suo commercio aumenta perché si smette di usare l’auto preferendo il mezzo più economico a due ruote. Tutto bene, almeno per loro? “I furti ci distruggono. Nessuno compra più una bici nuova perché sa che verrà rubata, non ne vale la pena”.

“Ho avuto tre biciclette, tutte rubate e tutte che mi hanno rubato” racconta un ex studente di Lettere. Spesso, infatti, sono gli stessi studenti che, vedendosi rubata la propria bici, ne rubano una. Le catene con cavo metallico vengono spezzate mediante la ‘tecnica del cavalletto’, i lucchetti aperti con delle semplici forcine per capelli.

Nei migliori dei casi, i ladri puntano veicoli fermi da mesi, abbandonati da fuorisede o erasmus che tornano a casa. Altre volte, può capitare di ricomprare la propria bicicletta: “Un mio amico ha subito un furto davanti alla sede di Giurisprudenza – racconta una studentessa – e l’ha ritrovata dopo un paio di giorni: l’aveva acquistata un ragazzo erasmus che gliel’ha rivenduta”. Paradossi, non l’unico. C’è la ‘restituzione su cauzione’: si viene derubati della bici e, mentre ci si guarda intorno per ritrovarla, lo stesso ladro, o un suo complice, si avvicina alla vittima affermando di poter ritrovare il suo mezzo dietro compenso economico; una ricompensa per un ‘favore’. E poi c’è perfino il caso del ladro che si si rivolge direttamente al negozio: “Una volta un signore distinto passò a vendermi una bicicletta – racconta un commerciante – che rifiutai di comprare. Dopo dieci minuti arrivò una signora alla quale avevano rubato la bici: dalla descrizione ho capito che era quella che avevo rifiutato poco prima“.

UN MERCATO A CIELO APERTO – Capita anche che i ladri siano ragazzini pronti a tutto pur di racimolare qualche soldo per il fine settimana. Basta andare al parcheggio Toschi, chiedere in giro se qualcuno vende una bici, e ci si sente rispondere “ho quella di mia zia che non usa più”. Provare per credere. Peccato che poi si presentino con una bici da uomo. Il prezzo si aggira intorno ai 30-35 euro, poco trattabile. I ragazzi, infatti, mostrano una certa diffidenza: la bicicletta in vendita non la si vede mai al primo incontro, si deve tornare una seconda volta.
I dubbi sorgono anche nei pressi di via d’Azeglio. Un uomo attende che arrivino gli acquirenti, li porta nella sua cantina dove ci sono una decina di biciclette diverse: “Vengono da sgomberi, me le portano perché non sanno più che farsene”, afferma.
E’ la Pilotta, comunque, il posto migliore per trovare una bici rubata. Nelle sere d’estate i ragazzi si radunano sul prato di fronte all’edificio storico parmigiano per chiacchierare con gli amici. Tra di loro passano persone di colore spingendo delle bici a mano: vuol dire che sono in vendita. I prezzi si aggirano tra i 10 e i 20 euro, non molto di più. La concorrenza, per i commercianti, è spietata: “I clienti entrano in negozio, chiedono il prezzo e il 70% di loro se ne va per andare a comprare bici rubate” riferisce la proprietaria di un negozio in via d’Azeglio.
Alla stazione e al Parco Ducale, ladri e ricettatori sono ancora più espliciti: “Quando vado a correre mi capita di essere fermata da persone che mi offrono una bici. Probabilmente è rubata, non credo vadano in giro a vendere la loro” racconta una studentessa universitaria.

GIUSTO QUALCHE BICI – Secondo la prima indagine nazionale condotta dalla Fiab (Federazione italiana amici delle bicicletta) nel 2013, ogni anno in Italia vengono rubate 320 mila biciclette e per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti. Il danno economico ammonta a circa 150 milioni di euro e solo il 40% dei furti viene regolarmente denunciato.
Secondo alcuni dati forniti dalla Questura, solo il 50 – 60% dei derubati sporge denuncia, forse perché consapevole che solo nel 3-4% dei casi le bici vengono recuperate.
Nel 2012 a Parma sono stati denunciati ben 1130 furti di biciclette, seconda in Italia in questa speciale classifica. Un bel vanto.

 

di Stefano Frungillo e Silvia Moranduzzo

2 Commenti su “Chi ruba le bici? Tutti, studenti per primi”: il mercato nero delle due ruote

  1. Francesco Verdi // 31 marzo 2015 a 13:30 // Rispondi

    Ma fate sul serio? questo non è giornalismo, un progetto del genere dovrebbe caricare di responsabilità le giovani penne che lo muovono (anche se ben poco di dinamico e vivo si legge), a me e a coloro con cui mi sono confrontato pare questo una piattaforma casuale, troppe sbrodolate di saliva (ruffianate, forse dettate?) invece che critica nei confronti dell’istituzione, mala informazione su questioni cittadine (ridicole tipo illercio.it) e mal narrate (le regole e la storia del giornalismo? l’esame è il prossimo anno?), lasciate perdere gli articoli sulla città perché ne sparate troppe, date un carattere a questa piattaforma, capite la direzione che deve prendere, e studiate, studiate perché da qui si vede solo che siete lontani dal mondo, dal mondo giornalistico (quello che un tempo informava e dava un servizio al cittadino), e siete lontani dalla città in cui studiate soprattutto, sembrate più che altro uno dei tanti giornali di città (non dico lagazzetta perché in voi nutro speranze e non vorrei offendere) insomma trovate un quadra perché così è un male per chi legge e per voi che scrivete.

  2. Applausi al commento precedente. Ragazzi fatevi le ossa lontano dall’università, non vi aiuta e non vi apre nessuno sbocco sul futuro professionale. Questo non è giornalismo.

Rispondi a Francesco Verdi Annulla risposta

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*