Questo è solo l’inizio

LA FIONDA

Silvia Moranduzzo“Con te dovrò combattere, non ti si può pigliare come sei.

I tuoi difetti son talmente tanti, che nemmeno tu li sai.

Sei peggio di un bambino capriccioso: la vuoi sempre vinta tu.

Sei l’uomo più egoista e prepotente che abbia conosciuto mai.

Ma c’è di buono che al momento giusto tu sai diventare un altro. In un attimo tu…

Sei grande, grande, grande, le mie pene non me le ricordo più.

Io vedo tutte quante le mie amiche: son tranquille più di me, non devono discutere ogni cosa come tu fai fare a me. Ricevono regali e rose rosse per il compleanno. Dicon sempre di sì, non hanno mai problemi e son convinte che la vita è tutta lì.

E invece no, e invece no, la vita è quella che tu dai a me.

E’ guerra tutti i giorni, sono viva, sono come piace a te.

Ti odio, poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo.

Non lasciarmi mai più.

Sei grande, grande, grande come te, sei grande solamente tu.”

 

Le parole di Mina mi sono sembrate adeguate a descrivere la situazione. E’ terminata un’avventura durata mesi e chi non l’ha vissuta non può capire cosa vuol dire. ‘ParmAteneo’ scandiva le nostre vite in una modalità che nessuno di noi avrebbe mai immaginato. E’ entrato nella nostra quotidianità fino a condizionarne l’andamento.

ParmAteneo3Ogni lunedì mattina svegliavo il mio coinquilino dicendo: “Siamo in ritardo, c’è riunione”. Egli mi rispondeva con un grugnito maledicendo il giornale perché ci faceva alzare presto. Però correvamo per arginare l’inevitabile ritardo. Ci si muoveva per scrivere l’articolo e fino al mercoledì c’era “l’ansia da bozze“, senza contare il periodo in cui sono stata caporedattrice. Lì sì che andavo fuori di testa. Non so contare tutti i messaggi inviati al gruppo città che recitavano la stessa filastrocca: “Gente, come siamo messi a bozze?”. E quante volte restavo sveglia fino alle due o alle tre di notte a correggere corsivi, inserire grassetti, modificare le dimensioni delle immagini in evidenza per non far vedere ai capi i disastri che c’erano. O quella volta che ero fuori a cena e mi sono isolata dagli altri commensali per correggere e sistemare articoli. “Sei fissata con questo giornale!” mi dicevano i miei amici. Sì, sono fissata. Perché l’ho presa sul serio, perché mi piaceva lavorare così tanto, perché è quello che voglio fare nella vita.

Per non parlare di quando dovevo trascrivere l’intervento di Bernardo Valli. Ero andata a Pisa dal mio ragazzo che non vedevo da due settimane. Avevo avvisato le ragazze che scrivevano con me che avrei sistemato tutto la mattina ma alle dieci e mezza arriva un messaggio di quello che era il più dispotico dei tre, il tremendo Fabio Manenti. “Silvia, dov’è Valli?”. “Ho già avvisato che finivo domattina”. “La scadenza è ora“. E così mi alzai dal letto, aprii il computer del mio ragazzo e mentre lui dormiva beatamente io trascrissi Valli. Quanto ho odiato Fabio in quel momento (che poi si è scusato, ma non sapeva che ero fuori Parma). Però aveva ragione. Se c’è una scadenza va rispettata. Anche io ho peccato sulle scadenze, a volte. Questo è un altro insegnamento: il rispetto per il lavoro degli altri e per il proprio.

ParmAteneo2Lo capisco ora più di prima che conduco ‘Qui ParmAteneo‘, programma ospitato da RadiorEvolution che ho progettato per mesi. Programma nato per far crescere il progetto di ParmAteneo fino a convincere chi di dovere a rifarlo il prossimo anno. Perché un corso di giornalismo senza un giornale è inutile.

Questo non è solo un settimanale. Nel tempo è diventato molto di più. All’interno della redazione ho incontrato persone straordinarie, personaggi alquanto strani e veri e propri stronzi. Se tornassi indietro lo rifarei mille e mille volte. Io ho già avuto un assaggio del mondo del giornalismo quando ho collaborato con il ‘Corriere del Veneto’, perciò già sapevo che si tratta di un mondo crudele. Tuttavia, le soddisfazioni che si hanno nel fare questo mestiere sono immense. Le storie che si scoprono sono cibo per la mia curiosità. Le avventure vissute sono troppe da ricordare, me ne sono capitate di assurde: questa è la bellezza di lavorare per un giornale, nel bene e nel male.

Non mi piacciono le lacrime e i ringraziamenti degli addii. Anche perché questo non è un addio, perché ci rivedremo a settembre. Però ci siamo.

ParmAteneo4Grazie Annalisa per la pazienza, per la lucidità con la quale ci indirizzavi nella strada giusta. E per i moduli dei tirocini.

Grazie Beppe per l’appoggio nei momenti di sconforto, per i rimproveri moderati quando sbagliavo. E per le facce buffe.

Grazie Fabio per essere un insuperabile dittatore, per i rimproveri tremendi che, a volte, ammetto, mi hanno fatto piangere. E per i panini.

Grazie Francesca e Iosetta: mi sono divertita nel lavorare con voi come caporedattrici. E per i piani diabolici escogitati con Iosi per fare gli scherzi a Manenti.

Grazie Giulia per l’avventura in scooter quando dovevamo fare la fotogallery a Parmano. Non credo farò più simili acrobazie con la macchina fotografica. E per l’amicizia.

Grazie Luca per non avermi mai ucciso quando ti urlavo di muoverti che “siamo in ritardo!”. E per i cornetti.

Grazie ai redattori che non mi hanno mandato a quel paese quando rompevo le scatole per gli articoli. Ma anche a quelli che mi ci hanno mandato.

Grazie alle persone incontrate attraverso questo giornale. Grazie all’Ufficio stampa dell’università per odiarci tanto e non averci mai dato alcuna informazione nonostante ne avessimo richieste. Grazie ai ragazzi della ‘gestione aule’ per la pazienza con la quale aspettavano che tornassi a ridare le chiavi della redazione. Grazie ai lettori, perché ne abbiamo nonostante alcuni cerchino di denigrarci.

Passione, sconforto, difficoltà, lavoro, interviste, risate, cene, aperitivi, articoli, lacrime. Questo, e tanto altro, è ‘ParmAteneo’.

ParmAteneo1

1 Commento su Questo è solo l’inizio

  1. Bruno Manzini // 7 febbraio 2016 a 15:28 // Rispondi

    e brava Silvia, bellissimo articolo. Vedo che hai “Uscito il cervello”, per parafrasare un post famoso sulle tette e i cervelli delle donne. Complimenti, continua così e fai di ogni difficoltà la tua forza!

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