Giovani e pornografia: tra dipendenza, tabù e ansia da prestazione

IL PARERE DI SESSUOLOGI E STUDENTI PARMIGIANI

Proibito Sesso e pornografia sono ancora dei tabù? Che rapporto c’è tra i giovani e i siti hard? Per averne un’idea è stato creato un sondaggio ad hoc diffuso in rete nei diversi gruppi social creati dagli studenti dell’Università di Parma. E protetti dall’anonimato il 70% dei ragazzi ammette di fare uso di materiale pornografico

ABITUDINE QUOTIDIANA E DIPENDENZA – Più della metà dei partecipanti al sondaggio, inoltre, sono ragazze e tra coloro che almeno una volta hanno navigato in questo mondo il 14,58% confessa di continuare a farlo quotidianamente, il 25% settimanalmente. Nonostante nella vita reale possa sembrare ancora un argomento scomodo, da evitare ed evitato in determinati luoghi e da determinate persone, in rete il materiale pornografico impazza come il numero delle richieste e degli utenti iscritti a siti a luci rossi. Tutto questo lo confermano anche i ragazzi: alla domanda ‘Secondo te la pornografia è ancora un argomento tabù nella società d’oggi?’, solo il 10,12% ha risposto di no. Proseguendo, quasi il 70% dei rispondenti ritiene che usufruire di materiale pornografico non abbia alcun tipo di ripercussione sulla vita di un individuo, mentre per il 24% sì, ma comunque non gravi. A smentire però questa affermazione è il quesito successivo: “Pensi che la visione di materiale pornografico possa portare ad una dipendenza?” Per il 62,50% degli studenti la risposta è si e per quasi metà dei soggetti dell’indagine la visione di questa tipologia di materiale creerebbe anche false aspettative sulla vita reale. Ma è proprio nella vita reale che l’argomento sembra comunque orientato a diventare, se non lo è già, conoscenza di piccoli e grandi: d’altronde, nell’era di internet e di ’50 sfumature di grigio’ niente di tutto ciò riuscirebbe a restare davvero segreto. Probabilmente però esiste ancora qualcosa di non detto. Alcuni esperti in materia, dopo analisi psicologiche approfondite, sono arrivati a diverse conclusioni.

IL PARERE DEGLI ESPERTI: CONTROINDICAZIONI E PERICOLI – Il porno immaginario é un luogo della nostra coscienza popolato da stalloni superdotati e biondone maggiorate. Ma questo è il porno mainstream. Bisogna includere anche quello che gli esperti chiamano pornografia alternativa di cui il web fornisce un florilegio essenziale sempre più affollato: l’amatoriale, l’alt-porn, il porno femminista, il gotico, il dark, il cyberpunk e chi più ne ha più ne metta. La diffusione indiscriminata di tutto questo materiale che conseguenze ha sulla popolazione di fruitori? Ci sono controindicazioni? “Ci sono quando si preferiscono ad altre importanti attività quotidiane (lavoro, studio, affettività, sport, famiglia, eccetera)” risponde la dottoressa Marta Viappiani, sessuologa e psicoterapeuta. È chiaro: il troppo stroppia e dietro l’abuso può celarsi una pericolosa dipendenza. Un altro pericolo è legato ai processi di emulazione della comunicazione: può accadere che, erroneamente, le sue immagini assumano una funzione pedagogica, “come modello da seguire” anche nella vita affettiva, ricorda Viappiani. Ma perché la pornografia virtuale è così eccitante e ricercata? “Perché si è in una stanza da soli, perché è largamente accessibile e facilmente consultabile, perché è libera da ansie da confronto, per l’anonimia e perché accende le più disparate fantasie erotico-sessuali” dice ancora la Viappiani, che aggiunge: “Tutto ciò può essere molto pericoloso perché senza che ce ne rendiamo conto, ci isoliamo dal mondo esterno. E questo crea ansia e agitazione quando si cerca di auto controllarsi. Vi è una ricerca di fuga o di alleviare i sensi di colpa o depressione o ansie varie; si nega l’evidenza della dipendenza nonostante le vistose conseguenze”.

IL PARERE DEGLI ESPERTI: LA DIPENDENZA E LE CAUSE– La dottoressa Emanuela Alfieri che si occupa di terapia familiare e della coppia insis
50Sdgte sulla questione della dipendenza. “Assolutamente sì, esiste una dipendenza e questa può essere sintomo di un’altra: quella affettiva. L’impossibilità di riuscire a stabilire un vero contatto con l’altro sesso può indurmi alla ricerca di un contato virtuale in cui mi pongo come semplice osservatore … è una sorta di protezione da ciò che non voglio e non riesco a toccare perché mi fa paura. Sto parlando delle emozioni”. In sintesi, secondo Alfieri, è la paura delle nostre emozioni che sta alla base dell’abuso di pornografia. Ma dove possiamo ricercarne le cause? ” Dall’universo familiare” risponde Alfieri. E aggiunge” La pornografia è un sistema sbrigativo che un giovane può adottare per svincolarsi dalla propria famiglia, un mondo parallelo dove posso individuarmi, provare cioè, quelle emozioni altrimenti censurate in famiglia“. L’impossibilità espressiva e l’afasia emozionale sono dunque i campi eziologici della nostra patologia. Un altro problema cui fare riferimento quando si parla di abuso di pornografia è sicuramente legato alla vita di coppia. E anche qui, ci ricorda Alfieri l’incapacità di saper esprimere le proprie emozioni è fondamentale. “Qui la pornografia diventa un surrogato di quella relazione di coppia che non riesco vivere” dice ancora la terapeuta e “nasce dall”impossibilità di poter esprimere i propri disagi nei comportamenti intimi. Alcune coppie utilizzano la pornografia come espediente per rivitalizzare il rapporto amoroso ma si deve trattare solo di un provvedimento temporaneo e non deve diventare dipendenza altrimenti si cronicizza e potrebbe inficiare l’unità della coppia stessa” aggiunge Alfieri. La promiscuità è uno dei risultati più evidenti della Rivoluzione sessuale. Per secoli la separazione è stata baluardo indiscusso della segregazione sessuale e pretesto efficace contro le politiche matrimoniali di tipo liberale. Potrebbe essere la pornografia una reazione a tutto questo? “Non credo” risponde Alfieri, ” penso che sia principalmente dovuto al rifiuto di voler osservare le proprie emozioni, il non volersi ascoltare; si preferisce rimanere affacciati alla finestra del mondo piuttosto che scendere e agire direttamente. Non ci vogliamo ascoltare, preferiamo guardare quello che fanno gli altri: è più facile. Siamo osservatori di esterni; siamo spettatori da una finestra virtuale che quando ci fa comodo la chiudiamo; che ci permette di osservare e di non partecipare” .

UNA SINTESI – La sintesi perfetta è della dottoressa Viappiani che conclude: “La pornografia può creare false rappresentazioni della realtà sessuale e da questo scaturisce ansia da prestazione per il maschio e ricerca del corpo perfetto e continua disponibilità per la femmina. Può derivarne un Disturbo Post Traumatico da Stress per l’utilizzatore a rischio di dipendenza e da questa situazione se ne può uscire molto più fragili e vulnerabili nella capacità di socializzazione e di costruzione di relazioni intime. La pornografia racconta una sessualità volta alla ricerca di piacere e non alle relazioni di coppia, all’intimità, eccetera; attribuisce alla donna solo un ruolo passivo di oggetto di piacere e mostra soggetti performanti con attività sessuale alla stregua di attività atletiche, non mostra le conseguenze emotive e le implicazioni sulla salute psicofisica“.

di Alessandra Cucchi, Mariana Guazzi e Michele Panariello