L’Azienda ospedaliero-universitaria e una paziente speciale

LA FORZA DI LUCIA ANNIBALI, CITTADINA ONORARIA DI PARMA: QUELLO CHE MI E' SUCCESSO NON POTEVA ANNIENTARMI

lucia.annibaliC’era una volta una donna dai lunghi capelli scuri che faceva l’avvocato, a Pesaro. Conduceva una vita normale, tra lavoro, famiglia e amici. Almeno fino al 16 aprile 2013, quando, rincasando, due uomini l’hanno aggredita gettandole sul volto acido solforico. Lucia Annibali viene portata immediatamente al Centro Grandi Ustioni dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, dove viene presa in cura dall’équipe del dottor Edoardo Caleffi, direttore del centro Chirurgia plastica e Grandi ustioni. Ad oggi, ha subito 17 interventi. Ad oggi, è più viva che mai e ha ottenuto la sua rivincita non lasciandosi andare.

UNA PAZIENTE FIN DA SUBITO SPECIALE –  “E’ arrivata con un’ustione acuta da acido, molto profonda, al volto, al collo e alla mano destra -racconta Caleffi– e nell’ambito delle patologie che seguiamo è una delle cose che ci capita di vedere più spesso, purtroppo. Nel suo caso è stata particolare la modalità con la quale è stata ustionata, anche se direi che più particolare ancora è stata la paziente”. Quello di Parma è uno dei centri più avanzati d’Italia: nel 2013 per l’Ospedale si contano più di 50 mila Caleffiricoveri e quasi 4 milioni di prestazioni ambulatoriali, mentre il Centro Ustioni ricovera circa 150 pazienti l’anno e conta circa 2 mila prestazioni ambulatoriali. Al dottor Caleffi è capitato più volte di vedere casi di ustioni simili a quello di Annibali: “C’è stato un inevitabile effetto di emulazione anche se non tanto per motivi sentimentali. Per esempio, poco dopo di lei, è capitato il caso di due vicini di casa -racconta-: uno dei due suonava in continuazione all’altro e quest’ultimo un giorno gli ha lanciato dell’acido quando ha aperto la porta. Poi ci sono casi di uso dell’acido per motivi etnico-religiosi perché in certe culture basta sfregiare la moglie per ripudiarla”. Il caso di Annibali ha richiesto non solo le cure d’ordinanza, ma data la modalità con la quale sono avvenuti i fatti, è stato necessario organizzarsi tra interrogatori, isolamento e agenti delle forze dell’ordine che la proteggevano. Da subito è emerso il carattere forte di Lucia, come racconta il dottor Caleffi: “Era una gran rompiscatole, tra noi è nato subito un bel rapporto. Adesso viene ancora a curarsi qui, ci sentiamo, mi manda delle foto per capire le sue condizioni. Abbiamo ancora in sospeso il naso che io volevo trattare in una certa maniera, però è migliorato comunque”.

“CHI COMMETTE VIOLENZA HA DENTRO FARGILITA’ IRRISOLTE”-Non avrei mai permesso a quello che mi è successo di annientarmi come persona o di togliermi la possibilità di una vita comunque dignitosa” afferma proprio Lucia Annibali. La forza che l’ha condotta fino ad oggi, alla recente condanna del suo ex fidanzato, Luca Varani, a 20 anni di carcere, l’ha spinta a non arrendersi alla cattiveria e al dolore. “Chi commette violenza ha dentro di sé una profonda fragilità rimasta irrisolta; è incapace di gestirla e affrontarla in modo costruttivo e per questo la trasforma in aggressività verso l’altro – afferma Annibali -. A volte, molto più banalmente, si tratta di una propensione a fare del male insita nel soggetto che commette violenza”. Sono stati condannati a 18 anni anche i due uomini che l’hanno sfregiata, Altistin Prevcetaj e Rubin Talaban, sui quali Lucia dice che “l’hanno fatto per soldi, e non solo secondo me, ma secondo le carte processuali. Non credo siano persone capaci di provare rimorso”.

Conferimento-cittadinanza-onoraria-Lucia-Annibali-14-aprile-2015-3-300x200UNA RINASCITA DA RACCONTARE – La sua storia ha avuto grande risalto sui media, tanto che è in preparazione una fiction con Cristiana Capotondi nei panni di Lucia. L’eco mediatico è frutto anche del coraggio della donna di raccontare senza sosta la sua storia anche se “essere un personaggio pubblico e spendersi per gli altri, mentre si sta vivendo un enorme dramma personale è molto faticoso e richiede molto equilibrio“. Un equilibrio che lei ha saputo mantenere anche di fronte a situazioni che potevano risultarle pesanti, come l’intervista a Luca Varani di Franca Leosini, per il programma Storie Maledette sui canali Rai. Intervista che Lucia ha preferito non seguire perchè “non avevo nessuna voglia di ascoltare, di nuovo, le sue bugie, dal momento che le conosco a memoria”. Lucia aveva lasciato Varani quando ha scoperto che lui era legato a un’altra donna dalla quale aspettava un figlio: “Di certo mi ero resa conto, dopo qualche tempo, che era una persona estremamente negativa per me” afferma Annibali. L’aggressione con l’acido non è stato il primo tentativo di farle del male perché nel febbraio 2013 Varani era entrato in casa di Lucia per manomettere le valvole del gas. Lei sospettava di lui ma non ne aveva la certezza.

Lucia ha scritto un libro, ‘Io ci sono. Una storia di non amore’ pubblicato per Rizzoli nel 2014, “perchè ho pensato che la mia storia valesse la pena di essere raccontata, non solo e non tanto per il dramma, ma anche e soprattutto per la speranza e la positività che può trasmettere a chi la legge”. Coraggio e forza, questi sono gli elementi che caratterizzano Lucia Annibali, cittadina onoraria di Parma. Sentimenti che le hanno permesso di guardare in faccia il suo carnefice e poter dire di aver vinto. Quel volto sfigurato è la prova che lui non è riuscito ad affossarla come voleva. Lei è ancora in piedi, lui no.

di Silvia Moranduzzo