‘Sguardi e RiSguardi’: bellezza, arte e ironia negli scatti di Baroni e Calori

FINO AL 31 MARZO FOTO D'AUTORE "PER TRAMANDARE BELLEZZA" IN MOSTRA AL CAFFÈ DEL PRATO

Sguardi e RiSguardi“Siamo due strumenti, uno a fiato e l’altro ad arco, che sembrano molto diversi, ma in realtà suonano sulla stessa lunghezza d’onda: l’importante è che siano accordati nello stesso modo.” Così, a un anno di distanza da ‘Capitani Coraggiosi’, Giancarlo Baroni e Giovanni Calori tornano a dar vita a una proficua e collaudata collaborazione artistica che trova espressione nella mostra fotografica ‘Sguardi e RiSguardi’, organizzata dal Centro Sociale Universitario. Fino al 31 marzo, le pareti del Caffè del Prato, all’interno della Casa della Musica, ospitano in uno spazio inusuale, ma avvolgente e raffinato, una selezione di scatti d’autore sui generis strutturata su due sezioni distinte: ‘Gli sguardi dell’arte’ e ‘Reflections on New York’. La ricerca della bellezza senza eccessi e l’arte si fondono insieme, coinvolgendo il fruitore in un viaggio sensoriale e in un rapporto di duplice scambio nel quale, mentre noi osserviamo l’arte, questa a sua volta ci guarda in ogni sua sfumatura.

UN CONNUBIO DI BELLEZZA E IRONIA –  A qualsiasi ora, il Caffè del Prato è affollato, un luogo di passaggio per i turisti, di sosta per gli estimatori e gli affezionati. Qui, inseriti con maestrale delicatezza, gli scatti colorano e avvolgono con sobrietà le pareti, inserendosi e completando l’ambiente con discrezione: “È uno spazio perfetto, caldo ma sottotono, elegante ma informale, le piccole scrostature sui muri lo rendono affascinante e adatto con un vissuto che trasuda dalle pareti, l’ideale per la nostra mostra”, spiega Giancarlo Baroni. Un percorso fotografico particolare e intimo che già dal titolo lascia immaginare le scelte e gli accostamenti: “La fotografia è uno sguardo, che diventa risguardo e riflessione all’indietro quando guardiamo in modo differente la realtà, concentrandoci sul ritmo e sugli spazi. Io mi sono divertito a fare questo cortocircuito”, commenta Giovanni Calori. “La fotografia – aggiunge – è qualcosa di veloce, semplice e anche il titolo doveva essere accattivante affinché aprisse a molteplici interpretazioni.”  L’elemento centrale che accomuna le due sezioni tematiche è lo sguardo. “Le foto vengono lette con estrema semplicità, poi c’è tempo per soffermarsi e aggiungere le proprie esperienze sensitive. Sembrano molto diverse, ma il tema è declinato in una molteplicità di forme: sguardo sulla città, sull’architettura e sulle diversità – prosegue Baroni – e credo che questo le doni una particolare omogeneità.”  “Nella diversità – aggiunge Calori – c’è qualcosa che ci lega, le nostre opere sono un gioco di pieni e vuoti”. Una dicotomia che contrappone la macchina analogica di Baroni a quella digitale di Calori, ma nonostante due personalità apparentemente diverse, quello tra loro è un sodalizio culturale, artistico e intellettuale forte. “È la seconda volta che confrontiamo immagini, collaboriamo e dialoghiamo, tutto nasce da un rapporto di stima, affinità e amicizia. Ci accomuna una certa sobrietà – prosegue Baroni –, un atteggiamento antiretorico e una leggera malinconia mitigata dall’ironia, che si riflette nelle immagini e che impedisce alle opere di presentarsi come foto enfatiche. Sono foto misurate e controllate che cercano di essere eleganti ma non leziose.” Tra citazioni di Andy Warol, Duchamp, ma anche espliciti richiami all’arte concettuale, pop e new dada, l’obiettivo della mostra è, secondo Giancarlo Baroni, “lo sguardo rivolto verso la bellezza da cercare e trovare nella realtà. Una naturalezza offerta proprio tra le posate e i tovaglioli di carta anziché ricamati.”

Gli sguardi dell'arteGLI SGUARDI DELL’ARTE – “L’arte è conoscere in profondità e rappresentare in bellezza”: così, grazie a una citazione di Thomas Mann, Giancarlo Baroni riassume il suo contributo alla mostra, che si struttura in una duplice visione dell’arte, sia come oggetto che come soggetto. “Mentre noi guardiamo l’arte, lei a sua volta ci osserva” e infatti i protagonisti degli scatti sono famose opere d’arte osservate da un altro punto di vista in contesti inusuali. “Ho cercato di far emergere accostamenti impropri come quello ad esempio tra il Bronzo del Nettuno di Bologna e i tubi che lo circondano: un dialogo di materiali tra il passato e il presente in modo che chi guarda rimanga spaesato e si soffermi a interrogarsi”. Tanti anche i contrasti, come lo scatto in cui emergono “gli occhi della ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, in uno sguardo che supera la folla di persone lì per incontrarla; lei li ignora, dirigendosi verso un qualcosa che sta passando oltre loro”, spiega Baroni. L’opera più emblematica è lo scatto che immortala ‘la Madonna’ di Antonello da Messina: “Era un manifesto sulla cabina di guida di un autobus e la bellezza del suo sguardo magnetico si fondeva con il segnale di divieto che le si stampava sul viso. Mi ha affascinato – prosegue – il senso di inafferrabile, il contrasto tra la struttura metallica del mezzo meccanico e il colore degli occhi.” Non c’è voglia di esibire, ma di esprimere le contraddizioni tipiche della modernità che hanno colpito l’autore, come “gli occhi che spuntano dall’asfalto che sembra fioriscano, in una tensione tra compiuto e incompiuto” spiega Baroni. Diverso il caso della ‘Gioconda’: “Nella stessa cornice ho creato un collage, inserendo foto con le stesse affinità tematiche, ma scattate in momenti e ambienti diversi, tra Firenze e Torino”, racconta l’autore. Proprio Baroni, per il quale la fotografia “è meno di una passione, ma più di un passatempo”, immagina un ruolo definito anche per il fruitore che “deve attenersi al possibile, fare un passo indietro rispetto all’opera per valutarla criticamente e concettualmente nella sua totalità, ma deve anche esserne attratto sentimentalmente ed emotivamente.” Un connubio perfetto con un obiettivo preciso, come sostiene lo stesso Baroni: “Il messaggio riguarda la bellezza, le foto dovrebbero spingerci a guardare tutto ciò che è bello, pur cogliendone le contraddizioni. La bellezza è semplicità e già notarla è entrarvi dentro.”

Reflections on New York

REFLECTIONS ON NEW YORK Una metropoli febbricitante, vista nel suo divenire, tra colori brillanti e una verticalità imperante: così appare New York negli scatti di Giovanni Calori che, tra innovazione e sensibilità personale, rende immortale e umana questa città. La più grande novità resta il supporto, come confida lo stesso Calori: “Ho scelto di utilizzare un pannello sperimentale di cartone alveolare per dare un senso di leggerezza non solo ottica, ma anche reale.” La serie di scatti esposti sono stati realizzati durante un viaggio senza sapere che avrebbero fatto parte di una mostra, ma soprattutto “non c’è stata intenzione, l’occhio meccanico mi obbliga a usare confini visivi per esplorare i luoghi con una prospettiva diversa”, aggiunge. Attraverso immagini pop dai colori vividi e in cui si incontrano decise linee verticali, Giovanni Calori descrive tramite immagini un mondo diverso dal nostro, in cui emerge l’assenza di figure umane. Palazzi, scorci e luoghi simbolo di New York, dialogano cromaticamente in una realtà omogenea dove, come spiega lo stesso Calori, “la ricorrente verticalità nasce da un senso di monumentalità che io percepivo. Avrei temuto opprimesse l’uomo, invece dà una leggerezza che non mi aspettavo: non oscura lo sguardo, toglie solo l’orizzonte alla città.” Parola di chi ha fatto della fotografia e della grafica la propria professione, tanto che da considerare “la fotografia un invito a guardare le cose, andare dentro e incontro a quello che ci circonda”. “Fate le vostre foto – esorta Calori – perché l’arte è un modo per salvare e tramandare la bellezza.”

SGUARDI, RISGUARDI E OLTRE – Dopo ‘Capitani Coraggiosi’ e questa nuova esposizione, tante sono le idee e i progetti già pronti per essere realizzati: “A marzo 2018, l’idea è di dare un seguito a questo percorso fotografico, in cui l’arte guarda il fruitore e gli pone domande estetiche sulla bellezza, ma anche etiche per capire cosa faccia ognuno affinché il mondo possa essere ogni giorno migliore. Ci piacerebbe – prosegue Baroni – impostare un nuovo percorso fotografico che catturi i nostri sguardi sull’arte. È un tema interessante perché è uno dei momenti in cui le persone non si accorgono di essere viste, talmente concentrate e immerse da isolarsi dal mondo.” Traendo ispirazione dalla famosa fotografia che immortala il critico d’arte Bereson mentre osserva rapito una statua del Canova, “il tema dello sguardo ritorna da una prospettiva diversa, in cui le fotografie immortalano coloro che guardano l’arte, in un gioco duale di specchi” spiega Baroni. In un continuum di spunti, visioni e stimoli, il duo Baroni- Calori ha ancora una volta ha dimostrato maestria fondendo l’estro creativo alla propria sensibilità perché, come ricorda Giovanni Calori, “l’arte salva e dà dignità, consegnando agli altri qualcosa che vale la pena sia trasferito; pur viaggiando con noi, si trasforma e conserva il ricordo della stazione di partenza.” E la prossima tappa sembra più vicina di quanto immaginiamo, pronta a regalare un nuovo connubio tra fotografia, bellezza e ironia.

 

di Francesca Bottarelli  

1 Commento su ‘Sguardi e RiSguardi’: bellezza, arte e ironia negli scatti di Baroni e Calori

  1. sonia galli // 14 marzo 2017 a 11:08 // Rispondi

    Complimenti agli autori e organizzatori

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