Quanto è probabile vincere? Lo svela la matematica del gioco d’azzardo

NEL 2017 SPESI 100 MILIARDI, AL TOSCANINI IN SCENA LA CAMPAGNA INFORMATIVA 'FATE IL NOSTRO GIOCO'

Il libro 'Fate il nostro gioco' di Canova e RizzutoUsare la matematica come strumento di prevenzione, una specie di ‘antidoto logico’ per immunizzarsi dal rischio degli eccessi da gioco”. È questa la ‘missione’ di Paolo Canova (matematico) e Diego Rizzuto (fisico), due giovani ricercatori di Torino che dal 2009 portano avanti il progetto ‘Fate il nostro gioco: campagna di informazione sulla matematica del gioco d’azzardo‘. Diventato un libro, dal titolo omonimo, e una mostra itinerante (la cui ultima tappa si è appena conclusa a Milano), il progetto si articola anche in una serie di laboratori e corsi di formazione che i due studiosi organizzano, girando l’Italia anche con le loro conferenze-spettacolo. Durante queste ultime, nel tempo di un film al cinema cercano di spiegare al pubblico come funziona il gioco d’azzardo e, attraverso esempi e simulazioni, svelare le reali, scarse, probabilità che ognuno di noi ha di vincere.
‘Fate il nostro gioco’ è approdato anche a Parma, lunedì 12 febbraio, all’Auditorium Toscanini. L’appuntamento, gratuito e aperto al pubblico, è stato promosso dal dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche dell’Università di Parma, in collaborazione con il Comune e l’azienda Usl di Parma.

Ma qual è la portata del fenomeno del gioco d’azzardo in Italia? I dati sono preoccupanti: solo nel 2017 sono stati spesi dagli italiani circa  100 miliardi di euro in slot machines e simili. Si tratta di un dato in continua ascesa, correlato all’aumento costante dell’offerta di nuovi giochi. Così come cresce anche il numero delle persone affette da patologie legate alla dipendenza da gioco d’azzardo.
Come si convince, però, qualcuno ad abbandonare l’abitudine, o il vizio, della schedina o del ‘gratta e vinci’? Giocare conviene o no? A questa domanda non si può rispondere. Secondo gli autori di ‘Fate il nostro gioco’, il quesito giusto è un altro: conviene o no giocare tanto? Infatti, “se il breve periodo è il regno del caso, il lungo periodo è quello della matematica”, affermano Canova e Rizzuto. Durante le loro simulazioni, hanno infatti inserito i dati delle varie giocate in un grafico che, a parte piccole oscillazioni positive, è irrimediabilmente discendente: nel caso della roulette, per esempio, ogni 100 euro giocati se ne perdono 3.
Passando al Superenalotto, ecco un altro numero interessante. 1/622614630: tale è la probabilità di vincere. Un numero inimmaginabile per chiunque, tanto da non riuscire ad averne la percezione reale. Per questo, come sottolineano i due studiosi, accade che la maggior parte del pubblico preferisce concentrarsi sull’uno piuttosto che sul numero infinito che lo segue dopo la frazione. Ma fare ramanzine non serve: Canova e Rizzuto, con la loro opera di divulgazione, preferiscono far avvicinare le persone alla reale entità di questi numeri, con esempi semplici e divertenti. Perché “la matematica è prima di tutto bella. E poi anche utile”. Può sembrare strano, ma la bellezza della matematica, che “è un mondo in cui è bello viaggiare, ha bei teoremi, belle formule” (Rizzuto) esiste davvero, ed è ciò che ha spinto i due divulgatori a mettersi in società (insieme a Sara Zaccone) e a fare della loro passione un lavoro.

La serata all'Auditorium Toscanini TAXI 1729 – Non è un servizio di trasporto cittadino ma il nome della loro società. Un nome “fallimentare” come loro stessi lo definiscono: non descrive l’attività ed è pure difficile da ricordare. Ma “dietro questo nome si nasconde una storia che starebbe bene in un bel romanzo. Una storia che ha molto a che fare con noi”, si legge sul sito. Godfrey Harold Hardy, autorevole matematico vissuto nel secolo scorso, un giorno, sale sul taxi numero 1729 per recarsi a trovare il collega malato Srinivasa Ramanujan, in ospedale. Nota che il numero non è interessante e si chiede se questo sia di cattivo auspicio. In realtà, gli fa notare l’amico, è il più piccolo numero che si può esprimere come la somma di due cubi in due modi diversi. Inoltre, sommando le sue cifre (1+7+2+9=19) e moltiplicando il risultato per il suo simmetrico si ottiene di nuovo 1729. Ed ecco che un numero apparentemente qualunque, diventa “bello nonché un piccolo simbolo del nostro modo di intendere la comunicazione scientifica“.
“La difficoltà principale – spiega Diego Rizzuto – è che la nostra è una società che fa divulgazione scientifica, siamo gli unici e non c’è lavoro. Ma – aggiunge – è anche la più grande soddisfazione perché siamo riusciti a creare una nicchia e a farne un mestiere”.

In generale la matematica ha una brutta nomea“. A confermarlo è il professor Alberto Saracco del dipartimento di Scienze matematiche fisiche e informatiche. “In realtà – continua – è una cosa bella ed entusiasmante. Con occasioni come questa, si cerca di spettacolarizzarla e creare iniziative che ne facciano percepire la bellezza. Ci sono vari libri, fumetti, la matematica è ragionevolmente presente ovunque e basta farne scoprire i suoi effetti belli“.

LA CONFERENZA- SPETTACOLO – A rendere particolarmente coinvolgente la serata è stato senza dubbio il carisma dei due ricercatori, che hanno saputo coinvolgere il pubblico nella semplicità matematica che sta dietro ai meccanismi del gioco. Gli spettatori hanno infatti partecipato attivamente scoprendo la probabilità che si ha di vincere a un gioco d’azzardo, in questo caso il ‘Win for Life’. È stata distribuita ad ogni persona in platea una schedina fac simile da giocare e poi sono stati estratti i numeri. Ben l’82% delle giocate non sono andate a buon fine. Ma nonostante ciò “la maggior parte di noi avrebbe continuato a giocare”, affermano il fisico e il matematico. Perché? A livello psicologico, come hanno spiegato, le persone solitamente non pensano “ho perso”, ma “ho quasi vinto” e da lì a ritentare il passo è breve. Diego e Paolo non si sono limitati a illustrare quante poche possibilità di vincita si hanno, ma anche il motivo per cui “uno su mille ce la fa”, ma quell’uno non sei tu. L’astuzia non serve, poiché più persone scelgono sequenze di numeri particolari, minore è il montepremi per ciascuno di loro in caso di vincita. E’ la fortuna a scegliere, ma sicuramente non arriva in maniera sistematica: è stato calcolato che ogni 10.000.000 di giocate si perdono 7.000.000 di euro. Nonostante ciò le persone continuano a giocare, motivo per cui uno dei prossimi sviluppi del loro lavoro di ricerca, hanno affermato i ricercatori, sarà approfondire anche l’aspetto psicologico dietro questi giochi, senza però abbandonare la matematica.
Abbiamo ragionato sul blocco psicologico che ci impedisce di capire certe cose. Non è che dietro c’è un aspetto psicologico – si sono chiesti – Come mai certe cose non ci entrano in testa? Ci sono forze istintive che remano contro. Se uno ha quei blocchi, poi si ripercuotono su una serie di decisioni economiche come, ad esempio comprare una casa, fare un investimento, oppure, giocare d’azzardo”.

 

di Valeria Mazzamurro ed Emma Bardiani

1 Commento su Quanto è probabile vincere? Lo svela la matematica del gioco d’azzardo

  1. La vincita è solo ed esclusivamente per il banco, è sempre stato così e così sempre sarà. Inutile girarci troppo intorno. I gratta e vinci, le lotterie, i vari giochi da casino e l’azzardo in generale, è tutto creato per fare business, ovvero per fare arricchire chi il gioco lo distribuisce. Non c’è tanto da stupirsi quindi che siano molto più numerose le persone che perdono tutto da quelle poche che invece riescono a trarne qualcosa di buono. Fatta eccezione per quei pochi giochi che seguono regole precise, tipo il poker dove l’abilità del giocatore conta qualcosa, è sempre meglio lasciare stare. La possibilità di vincita è sempre prestabilita da quei fattori che si chiamano “ritorno al giocatore” e “varianza”: https://casinoguru-it.com/guida-ai-giochi-di-azzardo-fortuna-conosci-payout-ratio-e-varianza

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