Io, fuorisede, vi spiego perché Parma merita di essere Capitale della Cultura

DEDICATO AI MUSI LUNGHI

Parma è stata nominata Capitale italiana della Cultura 2020 da appena dieci giorni. Neanche il tempo di posare il bicchiere del brindisi e c’è già chi fa polemica. Parma non è sicura, Parma non è pronta, forse Parma non merita.  Invece di elogiare il traguardo raggiunto, c’è chi  preferisce sottolineare quanta strada ci sia ancora da fare, con quell’atteggiamento tipicamente italiano di chi guarda il bicchiere mezzo vuoto. E così, ecco concretizzarsi il solito cliché del “qui non funziona mai niente, gli altri sono sempre migliori”. Ma se qualcosa non funziona è proprio questa mentalità limitata, questa voglia di fare polemica sempre e comunque, perdendo l’occasione di apprezzare quello che si ha. Dobbiamo tornare ad essere orgogliosi e per questo vorrei spiegarvi perché, quando ho saputo della nomina, ho festeggiato come se avessi vinto anch’io. Io che come tanti altri studenti fuorisede mi sono trasferita a Parma ma ho continuato a lungo a contare i chilometri che mi separavano da casa; eppure piano piano ho iniziato a sentirmi a casa anche qui, a innamorarmi della bellezza e della cultura di questa città.

Venite a fare un giro con me? Voglio spiegarti perché, a mio parere, Parma merita di essere la Capitale della Cultura e perché chi ci vive dovrebbe esserne veramente orgoglioso.

Non avere pregiudizi, caro lettore, Parma è una di quelle città che sanno stupirti. Te la immagini piccola, provinciale, un po’ snob e poi arrivi e ne rimani stregato. Certo un po’ aristocratica lo è davvero, ma concediglielo è pur sempre stata capitale di un Ducato per tre secoli, è pur sempre  stata il regalo di nozze per la moglie di Napoleone.  Ti basterà passeggiare nei borghi,  camminare per le strade dove il turchese, l’ocra, il rosa antico si alternano sulle facciate dei palazzi, per percepirne il fascino. Qui il passato si fonde con l’urbanistica moderna. Nel punto in cui si intersecano via Garibaldi e via Pisacane, fermati e guarda davanti a te. Vedi il rosa del Battistero dell’Antelami? Vedi il campanile del Duomo del 1100? Entraci, vai ad ammirare gli affreschi del Correggio e poi fai un salto nella vicina basilica di Santa Maria della Steccata, ci troverai un capolavoro del Parmigianino, quale scoprilo tu. E ora dimmi, non è forse giusto celebrare tutta questa bellezza?

Visto che sei nei paraggi – perché ricordati che a Parma è tutto meravigliosamente a portata di bicicletta – visita il Complesso Monumentale della Pilotta dove troverai il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale, il Museo Archeologico e quello Bodoniano. Il Palazzo della Pilotta, sventrato dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale, è come una cicatrice sul volto di Parma, non ne deturpa la bellezza, le conferisce il fascino dei sopravvissuti, di chi si è rimboccato le maniche e ha ricostruito. Se vieni adesso, caro lettore, troverai che Piazzale della Pace non è completamente agibile, ma non dispiacerti è in atto un progetto di riqualificazione. Questo è uno dei motivi per cui Parma merita di essere Capitale della Cultura: è una città che preserva il passato puntando al futuro, è una città in cui gli spazi vengono valorizzati e recuperati con nuovi scopi sociali e culturali, come presto accadrà anche per lo storico edificio dell’Ospedale Vecchio, nel quartiere Oltretorrente. E questo sarà solo uno dei trentadue progetti basati su quattro pilastri (cantieri, produzioni, rassegne ed esposizioni) sviluppati per allargare la produzione culturale della città. Niente male, non credi?

Quanti anni hai caro lettore? Perché se stai ultimando le superiori ti interesserà conoscere un altro motivo di vanto per questa città: a Parma esiste una delle Università più antiche al mondo. L’Unipr è in grado di attirare ogni anno centinaia di studenti da tutta Italia, non solo per la validità dell’offerta formativa ma anche per una rete che coinvolge tantissimi soggetti (amministrazione pubblica, privati e imprese del territorio)  e che mette in relazione il mondo dell’Università con quello del lavoro, il mondo culturale con quello del welfare. Parlando di benessere, ti converrà venire a stomaco vuoto perché nel 2015 Parma è diventata anche Città Creativa per la Gastronomia UNESCO e non potrai andare via senza aver assaggiato gli anolini in brodo, i famosi tortelli alla zucca o alle erbette, i bolliti, il panino con il pesto di cavallo, la torta fritta con i salumi e naturalmente i due re della tavola: il Prosciutto crudo e il Parmigiano-reggiano.  Questi sono l’esempio di una realtà industriale ed imprenditoriale estremamente produttiva che ha saputo trasformare dei prodotti locali in brand conosciuti ed esportati in tutto il mondo, veri e propri simboli  del Made in Italy che hanno dato a Parma una fama internazionale.

Se il cibo è una cosa seria, sappi che la musica è una cosa sacra e per fortuna, almeno di questa, i parmigiani vanno molto fieri. Se ti capiterà di parlare con qualche parmigiano doc, di quelli un po’ stagionati,  ti racconterà di come da ragazzino scappasse via dalla bottega pur di arrivare in loggione in tempo per ascoltare l’opera. La leggenda narra che dal giudizio dei loggionisti del Teatro Regio di Parma possa dipendere l’intera carriera di un cantante. Soprano avvisato! Ma altre cose curiose accadono nella città di Arturo Toscanini: ho saputo di file interminabili fuori dal Regio, ho sentito persone chiamarsi tra di loro utilizzando i nomi delle opere, ho visto gruppi di appassionati riunirsi per celebrare il Maestro e andare via urlando “Viva Verdi!” come se lui fosse lì presente.  In fondo, è così: la storia di Parma è intrisa della musica di  Giuseppe Verdi ed è proprio nel suo nome che il connubio tra cultura e città si fa concreto quando nel mese di ottobre, mentre sul palcoscenico del Regio va in scena il Festival Verdi,  tutta la città e la provincia si animano con i centinai di eventi di Verdi Off, la rassegna voluta appositamente per portare la musica in strada e tra la gente. E di gente ne arriva da tutto il mondo in quel periodo, attratta dalla musica, dal buon cibo e da tutte le cose belle di cui ti ho parlato e che questa città è in grado di offrire.

Ti darò un ultimo motivo per cui chi vive a Parma  dovrebbe esserne orgoglioso, e per farlo uso le parole di un film di Bernardo Bertolucci “E ancora la piazza: così in mezzo alla città eppure così vicina ai campi che certe notti ti arriva l’odore del fieno”. È immersa nel verde Parma quindi, caro lettore, quando avrai finito in città non partire subito. Prenditi del tempo e vai a visitare i territori che la circondano. Vai a Busseto dove nacque il Maestro; visita l’abbazia di Valserena, sede dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) e nota come “la Certosa di Parma” per il romanzo di Stendhal; lasciati incantare dalla bellezza della Rocca Sanvitale a Fontanellato; scopri il Castello dei Bardi e quello di Torrechiara; perditi (magari non letteralmente) nel fascino del Labirinto del Masone. E dopo tutto questo dimmi se non sei d’accordo con me se dico che chi ha polemizzato sulla nomina di Parma 2020 ha semplicemente perso una buona occasione per tacere.

Parma è viva, è bella e chi viene qui non può che sentirsi a casa, non può che innamorarsene. Fa battere il cuore. Si è vero, ci sono problemi da risolvere e cose da migliorare, ma c’è così tanto di buono e di bello che, per una volta, sarebbe il caso di limitarsi a festeggiare la città e la bella notizia. E poi, caro lettore, se sentirai ancora qualcuno parlar male di Parma e ostinarsi a vedere il bicchiere mezzo vuoto, dagli un consiglio da parte mia. Tienitelo il tuo bicchiere mezzo vuoto però portalo in alto e brinda comunque a questa vittoria che non è solo di Parma, ma di tutti i suoi cittadini. Anche quelli criticoni.

 

di Alessia Tavarone

1 Commento su Io, fuorisede, vi spiego perché Parma merita di essere Capitale della Cultura

  1. Condivido sulle bellezze artistiche. Ma Parma non è affatto una città “viva”. Spesso il suo centro è davvero una desolazione.

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