Luca Sommi: “Un vero giornalista deve essere credibile”

IL GIORNALISTA SI RACCONTA, TRA PASSIONE E PROFESSIONE, E RIBADISCE: "PARMA SARA' SEMPRE IL MIO PRIMO AMORE"

 

Giornalista, ex assessore a Parma, autore televisivo, direttore, presentatore, professore, curatore esperto di arte e letteratura. Luca Sommi è una delle personalità più forti del panorama culturale e televisivo dei giorni nostri, basti pensare alla famosa ‘lettera a Marco Travaglio’ di Silvio Berlusconi – seguita dall’ancor più celebre ‘spolverata’ –  in occasione della decima puntata di Servizio Pubblico (Mi consenta), di cui Sommi era autore. Giovedì 7 febbraio il noto volto di Accordi&Disaccordi (in onda su NOVE) è stato ospite degli studi di RadiorEvolution nel programma Quasi Parmigiani.

PARMA NEL CUORE – Luca Sommi nasce a Parma nel 1972 e anche se oramai vive a Roma dal 2005 si ritiene ‘parmigiano nell’anima‘. Parma rimane la sua città del cuore, in cui continua a tornare per insegnare nella Facoltà di Giornalismo e per godersi le piccole cose, come le passeggiate nei borghi o le pedalate in città: “Quando torno nella mia città mi piace incontrare gli amici, fare delle lunghe passeggiate e mangiare qualcosa. Insomma rivedere un luogo che amo. Stando lontano dalla mia città la apprezzo ancora di più”. Sommi vive ‘infelicemente’ nella capitale, rivelando il suo grande amore per Milano: “È una città viva e reattiva e l’amavo anche quando era decadente. Milano è i fratelli Verri, Beccaria, l’élite intellettuale. Roma è una città meravigliosa però è faticosa, lenta”.

Sommi si sentirà per sempre un vero parmigiano e dei suoi concittadini ha un’idea ben chiara: “Bruno Barilli diceva ne Il Paese del melodramma: ‘popolo turbolento e temibile quello di Parma che disprezza il villano, odia lo sbirro e lincia la spia quando la incontra’ sarebbe bello fosse così, ma non lo è più. Disprezza il villano sì, Parma è una città di aristocratici ed poco proiettata verso la campagna; non odiamo lo sbirro e non picchiamo la spia”.

Nelle vesti di Assessore alla Cultura il suo scopo è sempre stato quello di smuovere le acque , portando una ventata d’aria fresca in quel di Parma e arrivando a organizzare eventi del tutto singolari: “Ho fatto l’Assessore con grande generosità, facendo delle cose molto ragionate e come dice Sgarbi: in questi anni al Comune ho agitato le acque e mi sembra di aver fatto proprio questo. Correggio, Claudio Parmiggiani, Dario Fò al Teatro Farnese, Aldo Busi, lezioni filosofiche per anziani. Sì, ho agitato le acque dimezzando il mio reddito annuo”.

GIORNALISMO, SOCIAL E ‘SCIACALLAGGIO’ – La vita del giornalista non è più quella di una volta e con l’avvento del Web 2.0 si è sviluppato un contatto diretto tra produttori e destinatari dell’informazione. Fake news, Social aggressivi e commenti di ogni genere fanno perdere credibilità ai cronisti che, a loro volta, si sono immersi in questo nuovo trend comunicativo: “Questo è ciò che insegno all’università. Si parla prima di tutto di credibilità, poi ci sono delle regole ovviamente, che vanno rispettate. Queste regole distinguono tra chi è professionista e chi non lo è. Il giornalista professionista deve dire sempre la verità, essere sempre oggettivo quando scrive un pezzo di cronaca, soggettivo quando fa un commento ma soprattutto non deve farsi prendere dalla smania di condivisione. Deve raccontare le cose come stanno. A lungo andare, quando ti comporti in maniera professionale più e più volte, verrai visto come persona credibile. La credibilità è un diesel, è lenta”. Secondo Sommi non è esiste più la chiara divisione tra professionisti e dilettanti, tanti ‘professionisti’ nonostante l’esperienza, si comportano come novizi infatti: “Giornalista professionista non vuol dire nulla. Il tesserino oramai lo danno a tutti, basta passare l’esame. Sapete quante abilitazioni vengono emessi in un anno? 1500. Dove sono tutti questi professionisti? È l’unica professione che cresce a dismisura. Io ho amici che non hanno neanche il tesserino da pubblicista, scrivono libri meravigliosi e articoli altrettanto belli”.

Quando si parla di giornalismo non si può non citare il loro ruolo da guardiani, controllori della società politica. Si parla spesso infatti di ‘giornalisti sciacalli’, i più temuti dai politici: “Diciamo che in Italia i giornalisti temuti sono pochissimi: Marco Travaglio, Michele Santoro, la Gabanelli. Come dice il famoso adagio inglese: ‘il giornalista dovrebbe essere il cane da guardia del politico’, la BBC è l’orgoglio degli inglesi, ogni cittadino è felice di pagare il canone perché questa si comporta effettivamente come cane da guardia. Questa dice : ‘caro cittadino, porta i bimbi all’asilo, vai al supermercato, lavora. Ci sono io a controllare il potere al posto tuo’. Un esempio è il programma HARDtalk, dove in mezz’ora l’ospite viene intervistato e scuoiato”.

IL MONDO DEI TALK SHOW – Da autore televisivo Luca Sommi racconta ai microfoni il mondo dei talk show, riferendosi in particolare a quelli di stampo politico: “Il talk show nasce da un confronto tra un circolo ristretto di autori e un conduttore. Un esempio può essere Servizio pubblico di Santoro. Ci si riuniva e si pensava al tema più caldo della settimana, guardando ovviamente le notizie. Vi faccio un esempio pratico, dove ho cercato di dare una marcia in più. Siamo nel 2014 e dobbiamo pensare alla puntata sull’alluvione di Genova. Chiamiamo il politico, il sindaco? No! Chiamiamo Paolo Villaggio, perché lui è Genova. Davanti a un personaggio così esperto mettiamo quattro ragazzi, quattro ‘angeli del fango’, coloro che si occuparono di ripulire il disastro e poi Mauro Corona, esperto di Natura ma ai tempi non così celebre, e vediamo che succede. Lo share fu altissimo e Villaggio stupì tutti dicendo ai quattro giovani: ‘Ma quali ‘angeli del fango’, è stata la giornata più bella della vostra vita. Avete lavorato, vi siete bevuti una birra, avete mangiato, fatto l’amore con la vostra ragazza. Ricorderete questa giornata come la più bella della vostra vita!”.

Anche i talk show però sono cambiati e con loro il pubblico: “Ora i programmi di successo si fondano sugli ospiti, se hai Salvini o Renzi porti a casa bei numeri, con una quarta fila di Lega o PD no. Oggi gli ospiti sono pochi. Ai tempi di Berlusconi i personaggi fenomenali erano numerosi, almeno dieci nei partiti più forti. Oggi chi è davvero forte? Salvini, Di Maio, Conte forse Renzi”.

L’ARTE TRA PUBBLICO E PRIVATO – Luca Sommi è un grande esperto di arte, conosce a memoria tutte le opere della sua città, e come tanti è molto amareggiato dalla gestione della Cultura in Italia, in particolare la questione che riguarda la privatizzazione dell’arte: “Nel nostro Paese i fondi destinati alla cultura sono molto pochi, figuriamoci la parte destinata al patrimonio artistico. Ciò che entra nelle casse dello Stato, attraverso i biglietti dei musei, sono briciole. In altri Paesi, come la già citata Inghilterra, la maggior parte dei musei sono gratuiti e sempre aperti, nella National Gallery si entra gratuitamente tutti i giorni. Bisognerebbe aprire tutto, certo con i dovuti controlli, ma si parla di patrimonio dell’umanità, quindi di tutti.”

L’Italia, anche a causa dei vari problemi economici,  spende pochissimo in cultura: “Vedete che il Ministro dei Beni Culturali è l’ultima ruota del carro, della politica? Le uniche eccezioni sono i personaggi politici di rilievo che decidono spontaneamente di occuparsi di questo settore, come nel caso di Franceschini. Anche Parma soffre di problemi legati alla valorizzazione del patrimonio artistico. Al di là dei monumenti più conosciuti, la città è ricca di opere poco valorizzate. Ad esempio, quante persone conoscono la Deposizione di Antelami? Praticamente nessuno. Anche la Camera di San Paolo sarebbe una delle cose da vedere assolutamente in città, ma a causa dei suoi ridotti orari di apertura, non viene adeguatamente valorizzata. La nomina a capitale della cultura nel 2020 è sicuramente un traguardo importante, ma senza eventi importanti non conta nulla. I turisti arrivano se chiamati da grandi eventi”.

 

di Fabio Manis

5 Commenti su Luca Sommi: “Un vero giornalista deve essere credibile”

  1. Mi piace molto in Accordi e Disaccordi in coppia con Scanzi.

  2. Molto utile per conoscerlo meglio. Bravi !!

  3. Francesco Di stefano // 21 marzo 2020 a 0:35 // Rispondi

    Buona sera Dr.SOMMI, Esistono giornalisti e giornalisti, Lei, TRAVAGLIO e SCANZI siete dei professionisti seri, pochi altri lo sono. Vorrei scrivere qualcosa, non mi permetto, le farei perdere tempo. Auguri x la Vs. Accordi e disaccordi. Grazie, Francesco.

  4. marco sommi // 1 aprile 2020 a 14:00 // Rispondi

    Buongiorno, sono venuto a conoscenza del suo nome leggendo sul Corsera l’annuncio della sua partecipazione ad Accordi & Disaccordi in programma stasera sulla Nove.
    Come vede dal mio indirizzo, abbiamo in comune lo stesso cognome e dalle sue notizie biografiche apprendo anche l’origine della famiglia. Mio padre è infatti nato a Parma, come del resto mio nonno Alessandro e per quanto ne so tutta la sua famiglia. Io sono nativo di Ostiglia (MN) dove mio padre aveva un impiego, ma abito a Roma da vari anni. Anni fa ho conosciuto un cugino di mio nonno, Gino Sommi, che abitava a Parma, il cui nome forse le è noto. Ho sempre desiderato ricostruire le origini della famiglia e mi rivolgo perciò a lei, pensando che la sua professione la metta in posizione di facilitarmi nella ricerca.
    Le sarò grato se vorrà dedicarmi un po’ del suo tempo in questo esercizio.
    Cordiali saluti
    Marco Sommi

  5. Cosa ne pensa della notizia dei furbetti del vaccino? E della trasmissione non è l Arena? Perché il fatto quotidiano
    Sui furbetti del vaccino non fa nessuna inchiesta, anche per difendere Scanzi? Sono d’accordo con lei i veri giornalisti sono quelli che cercano sempre la verità . Ho apprezzato molto il sig. Gomez quando ha riconosciuto
    All’ onorevole Boschi un gesto di responsabilità istituzionale dando un grande esempio non vaccinandosi quando avrebbe potuto farlo sempre nel rispetto della legge.

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