Librerie chiuse: quando l’emergenza è anche culturale

SOSPESE LE ATTIVITÀ DELLE LIBRERIE FISICHE. GLI EFFETTI RACCONTATI DAGLI ESPERTI DEL SETTORE

Fonte: Flickr

L’11 marzo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il decreto che impone la chiusura di tutte le attività commerciali che non costituiscono servizi essenziali, prima nella sola zona rossa e successivamente in tutta Italia. Lo scopo è ormai noto: contrastare e contenere la diffusione del virus Covid-19.

Tra gli esercizi commerciali costretti  alla chiusura temporanea rientrano anche i luoghi di cultura come biblioteche e librerie. Per comprendere meglio gli effetti socio-economici che il lock-down avrà sul settore editoriale abbiamo  ascoltato il parere di alcuni esperti del campo, che lavorano sul territorio parmense.

Dalla pagina Facebook Mondadori Bookstore (Parma piazza Ghiaia)

FELTRINELLI, MONDADORI, LIBRACCIO – Dal punto di vista economico, questo momento è particolarmente complesso sia per le grandi catene, sia per le piccole realtà indipendenti. Tutte le testimonianze ascoltate, infatti, riportano un generale lamento per la condizione lavorativa attuale e per le perdite complessive future.

Le principali catene librarie denunciano cali consistenti nei guadagni e prevedono ripercussioni economiche molto forti. Ce lo spiega Marco Rabuffi, direttore del punto vendita Feltrinelli di via Farini a Parma: “Settimane di incasso zero per quanto riguarda i negozi fisici rappresentano una crisi senza precedenti“.  Il sito, al contrario, è sempre rimasto attivo, pur con rallentamenti nelle consegne legati a problemi logistici, continua Rabuffi.

A puntare sull’online è anche la Mondadori. Domenico Maisto, titolare dello store di piazza Ghiaia a Parma, dichiara: “ad oggi facciamo dalle 10 alle 15 consegne al giorno e abbiamo stabilito la consegna gratuita a domicilio“. Anche per Monia Angeli, responsabile Libraccio in piazza Ghiaia, è difficile fare previsioni per il futuro. “Siamo consapevoli che la ripartenza sarà lenta– dichiara Monia -ma non faremo altro che reimmergerci nel lavoro con ancora maggior voglia di fare”. Libraccio, catena famosa per l’acquisto e la vendita di libri usati, ha momentaneamente interrotto il servizio di acquisto, mantenendo attivo il solo canale online per le vendite a domicilio. Molto forte, però, è stata l’interazione social con i clienti. La responsabile spiega infatti che “abbiamo provato a compensare l’impossibilità del contatto fisico in negozio rendendo visibile la quotidianità di noi librai, attraverso la condivisione delle nostre letture personali e chiedendo ai nostri lettori di fare lo stesso con le loro”.

I NEGOZI INDIPENDENTI – Simile, ma forse ancora più problematica, la situazione delle librerie indipendenti. “La chiusura obbligata è condizione indubbiamente necessaria per uscire dall’emergenza”, spiegano Alice Pisu e Antonello Saiz, titolari della libreria Diari di bordo, in Borgo Santa Brigida. “Porta inevitabilmente con sé conseguenze economiche – continuano – che riguardano tutti i settori, ma che certamente segnano in maniera più significativa le realtà indipendenti”. Le prospettive per il futuro, infatti, non sono rosee se si pensa a come reagiranno gli italiani al termine della quarantena e al ripristino delle normali abitudini. “Il graduale ritorno in libreria– spiegano Alice e Antonello -sarà faticoso perchè, più in generale, legato ad un ritorno alla normalità”. Per questo Diari di bordo ha portato avanti numerose iniziative pensate per tenere vivo il coinvolgimento dei lettori in questo particolare periodo, tra cui contest fotografici e l’interazione costante tramite i canali social per promuovere letture legate all’editoria indipendente.

Un’iniziativa simile è stata portata avanti anche da Athenaeum Libri, in Borgo Pietro Cocconi, il cui titolare, Massimo Soncini, offre sulla pagina Facebook consigli e proposte di lettura, oltre a garantire consegne a domicilio gratuite. Per lui, le conseguenze economiche della chiusura forzata vanno oltre la pura fotografia dei numeri “che sono già preoccupanti”, afferma Massimo. “Ipotizzando un rientro graduale alla normalità a partire da maggio – spiega- presumo un calo di fatturato rispetto al 2019 e ai preventivi per il 2020 del 40% circa”.

I LIBRI SONO BENI ESSENZIALI?– “I libri non possono essere paragonati a beni di prima necessità per ciò che riguarda strettamente la mera sussistenza dell’individuo- dichiara Alice Pisu di Diari di bordo – ma hanno un altissimo valore sociale indiscusso“. Ma “se ci riferiamo al vivere, o al vivere bene, i libri sono più necessari del pane: sono cibo per la mente“, dichiara la responsabile di Libraccio. E’ nei periodi più critici, come quello che stiamo attraversando, che si riscopre l’importanza dei libri per analizzarsi e analizzare la realtà che ci circonda. “Si cercano continuamente risposte dai libri – afferma Alice – ma in realtà il loro ruolo è quello di innescare nuove domande e di porre il lettore in continuo confronto con il presente”, anche con una realtà difficile come quella che stiamo vivendo.

Ma oltre a far riflettere, i libri possono essere anche un’ottima distrazione, come afferma Domenico Maisto di Mondadori: “Senza libri e dischi come avrebbero fatto le persone a superare momenti simili?”. Sulla stessa linea è Marco Rabuffi di Feltrinelli: “La percezione è che in questa quarantena moltissime persone abbiano impiegato molto tempo per dedicarsi alla lettura”. Ed è proprio il direttore della Feltrinelli a lanciare un messaggio di speranza: “L’augurio è che in questo periodo molte persone scoprano o riscoprano l’importanza fondamentale della lettura come conoscenza del mondo, della natura e degli uomini”.

In conclusione, sicuramente i libri non sono un bene di prima necessità per il corpo, paragonabili a cibo o farmaci. Tuttavia lo sono per lo spirito. “La lettura è un sistema per vivere vite diverse dalla nostra“, commenta Monia Angeli. Ma soprattutto, come ci ricorda il direttore della Feltrinelli Marco Rabuffi: “questo è fondamentalmente un paese di non lettori“. Dunque, quale momento migliore di questo per riscoprire il piacere della lettura?

 

di Eleonora Di Vincenzo