Burattini dei Ferrari, orgoglio di famiglia e di un’intera città

LA COMMEDIA DELL'ARTE RACCONTATA CON OLTRE 2000 CIMELI AL MUSEO DI VIA MELLONI

FerrariUn piccolo teatrino, un sipario blu e due buffi burattini con il corpo di pezza e la testa di legno che fanno ridere il pubblico. I loro vestiti raccontano un’epoca e a muoverli sono le mani esperte dei maestri burattinai. A Parma c’è un luogo in cui quei buffi burattini con il corpo di pezza e la testa di legno hanno mantenuto la loro magia e il nostro nostalgico romanticismo. Un luogo in cui i grandi ritornano un po’ bambini. A Parma c’è Il Castello dei Burattini.

 IL CASTELLO DEI BURATTINI – Tutto inizia nel 2002 quando nelle stanze dell’ex convento di San Paolo nasce il Castello dei Burattini-Museo Giordano Ferrari, una pietra miliare per chiunque voglia approfondire la grande tradizione italiana della commedia dell’arte. Il museo ospita una vasta collezione di burattini, di marionette  e di cimeli legati al mondo del teatro come locandine, copioni e apparati scenografici. L’arte occupa ogni singolo spazio, dalle pareti agli scaffali, e il fruitore non può far altro che farsi coinvolgere e affascinare dai colori sgargianti dei vestiti dei  burattini e dalle fulgenti armature delle marionette. Tutto questo è stato voluto fortemente da Giordano Ferrari, figlio d’arte e burattinaio di professione, scomparso nel 1987. È grazie al padre Italo, fondatore della compagnia Ferrari e padre della maschera parmigianaBargnocla‘ -creata nel 1914 in ricordo del suo vecchio datore di lavoro, un calzolaio che aveva una grossa verruca sulla fronte- che impara ad amare e ad appassionarsi al mondo dei burattini. Giordano segue così le orme paterne e la Compagnia Ferrari diventa presto sinonimo di arte e di tradizione che continua ancora oggi a divertire grazie a Giordano (junior) e Daniela Ferrari, assieme allo storico collaboratore della compagnia Umberto Zarotti.

jof6IUt22C_55LA FAMIGLIA FERRARI  –“La nostra è una storia di grande passione per il teatro ed al tempo stesso una miscela esplosiva di generazioni che hanno portato avanti in tutti questi anni una forma d’arte a volte definita minore”. A parlare è Daniela Ferrari, figlia di Luciano e orgogliosa di un cognome che calca le scene ormai da 120 anni. “La nostra è stata una famiglia di artisti a tutto campo -continua Daniela-: attori, musicisti, scultori, cantanti, scenografi e costumisti. La caratteristica principale che segna i Ferrari è l’aver sempre realizzato tutto in famiglia, che diventa compagnia e si fonde insieme”.

Daniela nasce con il destino tracciato, come spesso accade a tutti i figli d’arte.  Tra i giocattoli di sempre non ci sono bambole o macchinine, ma un teatrino e i burattini con cui eseguire tutti i pomeriggi piccoli spettacoli per i bambini dell’Oltretorrente. “Si poteva trascorre il pomeriggio insieme a pittori che con le loro tele venivano a dipingere immagini di quel luogo, oppure con musicisti solitari che venivano a studiare il loro strumento per ore ed ore”. Il laboratorio teatrale diventa così un luogo magico pervaso dall’arte in tutte le sue meravigliose declinazioni, un vero paese delle meraviglie. “Dico sempre che quest’arte si è impossessata di me come una magia delle fiabe -confessa Daniela-: fare gli spettacoli con i burattini oggi, con tutta la disillusione che segna il nostro tempo, credo sia ancora una grande opportunità per il nostro pubblico  e per noi, che continuiamo a sognare dietro le tende blu del nostro teatrino, che nascondono il trucco più vecchio del mondo ma che ancora ha il suo fascino”.

IL MUSEO CON GLI OCCHI DI CHI CI LAVORA – Giordano Ferrari ha costituito una collezione di grande interesse, oggi appartenente al Comune di Parma, “probabilmente la più completa e importante a livello mondiale dedicata al teatro di animazione italiano”. A parlare è Paolo Parmiggiani, storico dell’arte, esperto di teatro dei pupazzi, attivo presso il Castello dei Burattini: “I visitatori giungono da ogni parte del mondo, anche se tra gli stranieri la maggior parte proviene dal Nord-Europa, dall’Inghilterra, dalla Germania, dalla Spagna e, soprattutto, dalla Francia, nazione tradizionalmente interessata al teatro di animazione. Le scuole partecipano con assiduità ai programmi museali, che offrono visite guidate, laboratori e spettacoli di burattini col solo costo d’ingresso al museo. Per quanto riguarda le visite guidate, cerchiamo di adeguarle ai diversi visitatori, con molteplici gradi di approfondimento, sulla base dell’età, degli interessi e delle provenienze. Proponiamo un’immagine complessa del teatro di animazione, portando alla luce aspetti divertenti, insoliti e talvolta difficili, ma storicamente avvincenti, che il pubblico dimostra di apprezzare”.

 LE ATTIVITA’ E L’INTERESSE – Cinque sale espongono circa 500 pupazzi, ma la collezione ne comprende più di 2000. Gli oggetti rvm8Pcb5OJ_200esposti sono svariati: non solo burattini, marionette, pupi, ma anche manifesti, fotografie, scenografie. Da tempo è stata avviata una collaborazione col Teatro delle Briciole che porta in scena il Festival dei burattini. Due, invece, sono gli spettacoli previsti al mese, la seconda e la quarta domenica alle ore 16.30 “e non è così semplice trovare un luogo in Italia che faccia questo tutto l’anno”, ricorda Parmiggiani, che parla anche di un risveglio nei confronti di questa forma d’arte: “Oggi si sta creando un nuovo approccio. Giovani artisti riscoprono la tradizione, ma provano anche a cambiare e a trovare nuove forme, quindi a rilanciare questo mondo.

Il burattino è un’arte che, come il circo, la giocoleria, in questi anni incontra nuova spinta, una rinascita. E questo mondo, con le sue facce grottesche, è fatto di modelli molto diversi, talvolta contrari a quelli con cui siamo cresciuti negli ultimi trent’anni, talvolta così uniformati e perfetti: “Il burattino è un oggetto grottesco, comico, che prende botte, che quando è in scena subisce fortemente i segni dell’uso”. Anche per questo, le operazioni di restauro sono molto delicate: “Se l’oggetto perde la patina dell’uso, perde la propria ‘anima’; ridipingerlo e perfezionarlo significa andare contro il suo uso e la sua storia”.

di Debora Vella e Francesca Gatti

1 Commento su Burattini dei Ferrari, orgoglio di famiglia e di un’intera città

  1. ciao…sono un ragazzo di 10
    anni e adoro i vostri burattini,mio papà è un falegname e mi scolpisce qualsiasi burattino..il mio preferito è fasolino e spero di poter lavorare come voi !

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