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LA FIONDA

JesuisParisTerrorismo è l’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei o simili.” (dall’Enciclopedia Treccani)

“L’azione terrorista può legarsi ora a qualsiasi possibile obiettivo, ideologia e fondamentalismo. In particolare, può legarsi indifferentemente ad un determinato territorio o nazione, e costituire il braccio armato di movimenti di liberazione nazionale, ovvero avere le caratteristiche di rete terroristica transnazionale, non solo islamica.” (dal Centro italiano Studi per la Pace)

“Storicamente il termine terrorismo è stato utilizzato per designare atti di governo caratterizzati da una indiscriminata violenza per garantire la sottomissione della popolazione alla volontà del governo medesimo. Il termine terrorism, infatti, fu usato per la prima volta, per qualificare il Regno del Terrore in Francia durante la Rivoluzione e fu associato agli atti intimidatori del governo al potere fra il 1789 e il 1794.” (da ‘Terrorisme et droit international‘, Guillaume)

“Il terrorismo consiste nell’uso o la minaccia dell’uso della forza allo scopo di portare cambiamenti politici.” (dal Terrorism Research Center)

In questi giorni tutti hanno parlato degli attentati di Parigi. Molti decisamente a sproposito. La nostra stampa, per esempio, ha dato prova di idiozia con il titolo di ‘Libero’, “Bastardi islamici”. Quando si dice non capire nulla di ciò che sta accadendo. Se non si conoscono bene i fatti è meglio tacere e andarsi a informare.

L’Isis è un gruppo sunnita estremista che da due anni combatte nella guerra civile in Siria contro il presidente sciita Bashar al Assad e, in seguito, ha cominciato a combattere anche contro i ribelli siriani. Si autodefinisce uno “Stato” e controlla parte di Iraq e Siria. Teorizza non solo la guerra con l’Occidente, ma anche una interna all’Islam, al fine di instaurare un califfato. Le sue azioni hanno intensificato le tensioni tra sciiti e sunniti, le due etnie maggiori presenti nel Medio Oriente. Nasce dal gruppo fondato da Abu Musab al-Zarqawi, giordano, rivale di Osama Bin Laden, il capo di Al Qaeda, che nel 2004 fonda Al Qaeda in Iraq (Aqi): l’alleanza con Bin Laden gli è comoda per perseguire il suo obiettivo di creare un califfato completamente sunnita. Viene ucciso due anni dopo da una bomba americana e il suo posto viene preso da Abu Omar al-Baghdadi che però non riesce a reggere la strategia del generale americano Peatraeus, il quale si avvale dell’aiuto di tribù sunnite locali per combattere l’estremismo di Al Qaeda. Nel 2010 al-Baghdadi muore e viene sostituito da Abu Bakr al-Baghdadi: nel 2011 il gruppo si rafforza e nel 2013 cambia nome in Isis (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante), grazie anche allo scoppio della guerra in Siria che offre nuove possibilità di espansione.

In tutto questo, la religione non c’entra. Al massimo è solo un pretesto. In questa guerra sussistono ragioni di potere e ragioni economiche, basta pensare agli obiettivi che questo gruppo si prefigge: la creazione di un nuovo Stato (potere, economia), l’eliminazione del primo ministro sciita iracheno Nuri al-Maliki (potere), vende l’elettricità al governo siriano dopo aver conquistato le sue centrali elettriche (economia), sfruttamento del petrolio delle zone occupate (economia). La religione viene usata come giustificazione e come collante per cercare di avvicinare la popolazione delle zone conquistate, che già è terrorizzata dai metodi violenti del gruppo. Metodi così violenti che, all’epoca, persino Bin Laden aveva preso le distanze.

Soldi e potere sono i grandi motori delle guerre e del terrorismo, che ha la grande forza di non far sentire al sicuro nessuno. Gli attentati di Parigi servono a questo: la Francia non verrà conquistata come nel ‘300, l’Europa intera deve tremare al solo sentire Isis. E deve cominciare a provare odio contro i seguaci dell’Islam, così da creare dei piccoli incendi tra le persone che poi possono scoppiare in vero e proprio odio razziale. Dare retta a idioti che blaterano di non accettare più immigrati o che vogliono mandar via dal nostro Paese i musulmani, vuol dire fare il gioco dell’Isis, che altro non è se non un gruppo di militari che cerca di prendere il potere. Cosa ha fatto Hitler negli anni ’30? Ha fomentato l’odio contro gli ebrei per poter coalizzare la popolazione contro un obiettivo comune e andare avanti con il progetto di espansione della Germania ariana. Abbiamo un esempio così recente nella nostra storia, eppure non impariamo mai dagli errori del passato. Usiamo la testa, una volta tanto, e non seguiamo il gregge guidato da pastori ignoranti.

 

Silvia Moranduzzo