Perche noi no? La giungla degli affitti a Parma

STUDENTI, LAVORATORI PRECARI, STRANIERI: LE RAGIONI SONO DIVERSE E LA NAZIONALITÀ È FRA QUESTE


A molti capita di cercare casa perdendosi fra i numerosi annunci e si sa che raramente il primo tentativo va a buon fine. Prima di riuscire a firmare quel famigerato contratto, bisogna destreggiarsi fra mille appuntamenti e proposte di spazi al limite del vivibile. Pratiche che si rivelano ancora più ardue se a cercare casa sono studenti, famiglie o persone straniere. I proprietari degli immobili spesso stabiliscono vincoli molto rigidi, in alcuni casi comprensibili. In altri, ci ritrova davanti ancora il problema della nazionalità.

“LA CASA NON È PIÙ DISPONIBILE”- Fra gli innumerevoli casi, vi sono ad esempio quelli di cinque giovani con storie diverse alle spalle, ma accomunati tutti da un comune denominatore: essere stranieri. Gianna, originaria dalla Crimea, racconta: “Ho trovato sul web l’annuncio di un privato. Inizialmente non vi è stato alcun problema, ma al momento di firmare il contratto ho ricevuto una chiamata dal proprietario: sosteneva che il mio permesso di soggiorno non era in regola“. La ragazza sottolinea, invece, di essere perfettamente in regola e, per attestare la validità del suo permesso, di aver anche presentato al privato la carta unica dell’immigrazione, senza risultati. Ad oggi Gianna è ancora in cerca casa e nel frattempo continua a studiare: “Ho trovato anche lavoro, per cui avrei potuto sostenere le spese dell’affitto autonomamente”. Sempre per motivazioni simili, anche Mustafà, Nour, Aamir e Arif si sono visti rifiutare la casa per cui avevano fatto domanda appena hanno detto la loro nazionalità “I proprietari rispondono che la stanza è stata occupata, o dicono che richiameranno per poi sparire nel nulla”. Nour, studente lavoratore, prosegue dicendo che è capitato più volte, addirittura basta il suo accento libanese per sentirsi riattaccare il telefono. Nella ricerca di una casa, altro ostacolo è il lavoro precario, come nel caso di Mustafà e Aamir: “Ci chiedono un contratto a tempo indeterminato: purtroppo noi lavoriamo con contratti a termine e vediamo rifiutarci l’alloggio”.

STUDENTI, FAMIGLIE, STRANIERI A tal proposito sono state interpellate delle aziende che si occupano di compravendita o locazione di immobili a Parma, per capire quali sono le ragioni per cui si prediligono certe categorie di persone rispetto ad altre, e se si tratti solo di un problema di nazionalità. È emerso che le raccomandazioni e le richieste dei proprietari sono varie, come spiegato da un agente immobiliare che preferisce rimanere anonimo: “C’è chi esclude le famiglie perché, nel caso in cui ce ne fosse bisogno e hanno dei minori a carico, è più difficile procedere con uno sgombero. Chi non vuole studenti, altri non accettano persone meridionali o di nazionalità non italiana”. Altre agenzie immobiliari parmigiane hanno riportato lo stessa situazione, riferendo inoltre che per la maggior parte dei casi l’elasticità dei proprietari è minima, se non nulla. L.P., addetta agli affitti per conto di un’azienda di Parma, rimarca: “I proprietari hanno delle linee guida prescelte non discutibili e rigorose. Non solo non accettano chi non è di loro gradimento, bensì non vogliono nemmeno conoscere meglio i possibili affittuari per farsene un’idea più concreta”. Un altro dipendente di queste agenzie immobiliari ha riscontrato lo stesso atteggiamento: “I proprietari, per sentito dire o per esperienza personale, schedano ugualmente tutte le altre persone della stessa categoria”. Testimone di questo sistema preselettivo è anche la Ciac Onlus che dal 2016 ha attivo il progetto Tandem, una co-housing tra giovani italiani e giovani titolari di protezione internazionale in uscita dai progetti di accoglienza SPRAR e CAS, oppure studenti e lavoratori. Per questo progetto l’associazione fa fatica a trovare appartamenti liberi da prendere in affitto, nonostante possa assicurare pagamenti regolari. Che siano agenzie immobiliari o privati, la reazione è sempre la stessa, come racconta una responsabile del progetto Tandem, Eleonora Bonariva: “Quando chiamo delle agenzie o dei privati, appena dico convivenza tra giovani sorridono o annuiscono, ma appena nomino i rifugiati cambiano totalmente espressione.”

FENOMENO IN CRESCITA – Marion Gajda, consigliere aggiunto al comune di Parma, rivela di non essere estraneo al problema, in particolare per motivi razziali: “Ho ricevuto molte segnalazioni sia da famiglie e studenti stranieri, sia dalle stesse comunità nigeriane, senegalesi e marocchine”. Marion spiega che sono gli studenti, persone laureate o con un lavoro garantito a essere rifiutati per l’alloggio: “Mi ha contattato una famiglia africana: mamma e papà medici, residenti in Italia da più di venti anni, che ancora oggi non riescono a trovare casa“. E continua: “Le agenzie sono più chiare rispetto ai proprietari: questi non danno più loro notizie, talvolta ammettono di non volere semplicemente affittare agli stranieri“. Secondo il consigliere aggiunto è un fenomeno in crescita, che accomuna altre città italiane: “Prima a Parma non esisteva, è frutto di un clima di pregiudizi e ostilità“. Per Marion un cittadino straniero oggi è il capro espiatorio di tutti i mali: “Quando cesserà questa concezione, allora non ci saranno più problemi ad affittare agli stranieri”. Certamente è un tema reale e sentito, “anche se occorre maggiore sensibilizzazione al problema, se ne parla poco”, sostiene Marion. Per porre rimedio il Comune sembra aver trovato una soluzione: “C’è stato un riscontro effettivo dalla giunta: è una questione a livello non solo razziale, ma anche amministrativo. È stato stipulato un accordo fra il comune di Parma e ACER (Azienda Casa Emilia-Romagna) per cercare di trovare un punto di incontro fra proprietari e tutti coloro che cercano casa: ma non basta, è necessario un intervento più invasivo”.

di Valentina Perroni e Lisa Bracaccini