“Un mondo imperfetto”: la rassegna al cinema D’Azeglio
Quando il cinema parla alle coscienze
Tra novembre e dicembre si è tenuta al cinema d’essai di Via D’Azeglio la rassegna di film “Un mondo imperfetto” dedicata a tematiche di importanza mondiale e umanitaria come l’inquinamento, i diritti umani e le migrazioni.
Watermark: l’acqua come oro trasparente
La rassegna ha avuto inizio con Watermark di Baichwal e Burtynsky (autori di Antropocene) e, con questo documentario, si ha dato avvio a una profonda e forte riflessione sul ruolo dell’acqua nel mondo e nella vita umana.
L’acqua, fonte di vita e bene primario per l’essere umano, rappresenta il principio e la fine dell’esistenza del mondo. In un viaggio fatto di immagini mozzafiato e di fotografie aeree del nostro pianeta, i due autori di Antropocene riflettono sul cambiamento che la Terra ha subito a causa dell’uomo, affrontando anche il tema dell’importanza dell’elemento acquatico nei quattro angoli del pianeta: dalla Cina all’America, dal Medio Oriente all’India. Lo spettatore rimane affascinato e ammaliato dalla forza dirompente e stupefacente della tematica trattata.
Il documentario presenta anche un’osservazione sulla distribuzione dell’acqua, illustrando come questo bene scarseggi in determinate parti del mondo e come, in altre, venga sprecato senza badarci troppo. Si tratta di una considerazione importante sul futuro del pianeta e su come, in un giorno non molto lontano, l’uomo inizierà a combattere una guerra fratricida per la sopravvivenza e la conquista di questo bene di vitale importanza. Quanto tempo ci rimane prima del collasso?
The Cave – la storia di un assedio raccontata da una dottoressa
Il documentario – firmato National Geographic – racconta l’assedio di Ghouta Est, in Siria (il più lungo nella storia della guerra siriana, durato più di cinque anni). La dottoressa Amani si trova a capo dell’ospedale della città: un’ancora di salvezza per la popolazione che, ogni giorno, è bombardata da raid russi. La struttura, già vittima dei bombardamenti, ha sviluppato negli anni della guerra dei cunicoli sotterranei, dove tutto il personale opera e nasconde i profughi. L’ospedale, pertanto, rappresenta “la caverna”, un luogo protetto dove poter scappare dall’odio e dalla tragedia di un conflitto che dura da troppo tempo.
Per 90 minuti il pubblico è catapultato nella tragedia della guerra siriana, che continua ancora al giorno d’oggi, senza freni e senza pause, condannando la popolazione alla fame e allo sterminio. Lo spettatore osserva inerme i feriti, le operazioni, le vittime (bambini, donne, uomini) che, continuamente, vengono trasportati d’urgenza in ospedale. Non c’è tregua al lavoro dell’équipe di medici, che lavora instancabilmente per salvare vite umane. Non esiste anestesia e la maggior parte degli interventi è alleviata dalla sola presenza di musica classica, che si diffonde per mezzo di un cellulare posto in sala operatoria.
È una storia straziante e molto forte, che porta lo spettatore a interrogarsi e a riflettere sulla sorte di essere nato dalla parte fortunata del mondo.
Domani, un documentario per un mondo migliore
2012: un gruppo di scienziati presenta, in un articolo della rivista Nature, le poche prospettive di sopravvivenza della specie umana da qui al 2100. Due registi (Cyril Dion e Mélanie Laurent) decidono di intraprendere un viaggio per rispondere alla domanda: “possiamo salvare il pianeta?”. Dalla Francia alla Germania, dalla Finlandia all’Islanda, i protagonisti del documentario viaggiano alla scoperta dell’energia rinnovabile e di quanti si stanno già impegnando per creare un futuro sostenibile. I registi – realizzando interviste e suddividendo il viaggio in 5 capitoli – analizzano ogni aspetto della vita quotidiana, portando così lo spettatore nel mondo del domani.
Nel primo indagano un nuovo modo di intendere e fare agricoltura, praticando quella sostenibile e presentando i progetti di orti urbani. Nel secondo capitolo si parla di bioenergia ed energia rinnovabile; poi si passa all’analisi del modello di Copenaghen, dove il 65% della popolazione non utilizza l’automobile e si sposta o a piedi, o in bici o tramite mezzi pubblici. Nel quarto capitolo si tratta dell’avvento di sistemi economici basati su monete locali, ideate per ecosistemi economici complementari e, per finire, è affrontato il discorso di un’istruzione basata sui principi di fiducia e collaborazione.
Il film si presenta come un viaggio di speranza e di possibilità per creare un mondo migliore, basato soprattutto sulla collaborazione tra esseri umani e sulle nuove fonti di energia rinnovabile che lo stesso pianeta ci dona ogni giorno.
Questi sono solo tre dei tanti titoli che hanno caratterizzato questa bellissima e intensa rassegna del cinema d’essai di via Azeglio. Sono film d’impatto, alcuni fin troppo crudi, ma, nonostante ciò, la loro visione è assolutamente consigliata, dal momento che inducono lo spettatore a riflettere sul suo ruolo di cittadino e persona che vive nel mondo di oggi e di domani.
di Erika V. Lanthaler
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