Ebook: futuro incerto tra apocalissi editoriale e pirateria

RAPPRESENTANO IL 4% DEL MERCATO DI VENDITA ITALIANO

e-bookAlcune recenti previsioni di mercato hanno sancito la morte dell’ebook. “Se non è ancora decollato, non lo farà più”; “avrà lo stesso futuro dei CD-rom”; “l’Italia non è pronta per questa tecnologia”: ecco alcune delle formule apocalittiche che oggi riempiono articoli, riviste e pettegolezzi a tema. Inizialmente le potenzialità del nuovo strumento hanno fatto gridare alla rivoluzione, poi sono cominciati i primi elogi funebri del compagno cartaceo. Oggi, a più di dieci anni dall’esordio del libro sul web, i dati di vendita iniziano a spaventare anche i grandi gruppi editoriali. Secondo le stime relative al 2013 diffuse dall’AIE, gli ebook si aggiudicano uno scarso 4% all’interno del mercato di vendita italiano. Sembra che nel nostro Paese il libro digitale non sia ancora decollato. Allarmismo? Proviamo ad analizzare il fenomeno da più punti di vista, senza inciampare in un confronto forzato col libro tradizionale. Siamo sicuri di poter dare per spacciato l’ebook così impunemente? Cosa rappresenta veramente questo chiacchierato 4%?

Un aspetto interessante è sicuramente quella della pirateria online. Nonostante la mancanza di dati certi, il fenomeno potrebbe nascondere centinaia, migliaia di lettori digitali. Anche gli ebook, infatti, come già canzoni e film, hanno dei fratelli gemelli che navigano liberamente in rete da un utente all’altro.
Cerchiamo di capire come. Ogni file è protetto dal cosiddetto Drm (Digital Rights Management), un sistema di gestione per i diritti digitali che dovrebbe impedire la fruizione illegale. Ne esistono due tipi fondamentali, differenti per metodo di download e utilizzo, il Social Drm e l’Adobe Drm. Il primo metodo di protezione ricalca il funzionamento della filigrana nelle banconote: sono inserite all’interno del file alcune informazioni sul proprietario difficilmente rimuovibili o modificabili che marchiano il contenuto. Il secondo metodo, inventato ad hoc dal sistema Adobe, obbliga il lettore a creare un ID Adobe – ovvero un account – sul proprio dispositivo di lettura per accedere ai contenuti del libro digitale. Con la dovuta esperienza, entrambi i sistemi sono aggirabili. Eliminato l’ostacolo, ogni file “liberato” può circolare ed essere scaricato da un numero potenzialmente infinito di utenti.
Pantera85 – pseudonimo di una giovane studentessa cyber competente – mi racconta la sua prima volta nel mondo della pirateria. La prima domanda è forse anche la più scontata: perché scarichi ebook pirata? Mi risponde che la prima ragione è economica. “Se uno stesso titolo è disponibile sia a pagamento sia gratis la decisione è già presa. Anche se gli ebook costano poco, il prezzo conta”. Con la seconda domanda andiamo più in profondità. Come hai scoperto le piattaforme di scambio peer-to-peer? “I siti di condivisione online sono facili da trovare, soprattutto perché sono gli stessi da cui si possono scaricare musica e film. Un giorno cercavo il titolo di un libro su Google e per caso, navigando qua e là, ho scoperto di poterlo scaricare gratuitamente. Da quel giorno ho iniziato a vedere quali altri contenuti fossero disponibili.
All’inizio ho scaricato dagli store ufficiali libri gratuiti, non più coperti da diritto d’autore, tipo l’Eneide. Poi sono passata anche ad altro. Il primo ebook pirata che ho trasferito sul mio dispositivo è stato il “Silmarillion” di Tolkien”. Faccio una veloce ricerca. Su Amazon questo testo in formato ebook costa 5.90 euro.
In ultimo le chiedo, e mi chiedo: è davvero così facile scaricare questi contenuti? “La procedura è molto facile, è un download come un altro. Tutti possono farlo in pochi minuti. Io partivo da un’idea molto angelica del mondo-libro. Ma la conversione non è stata poi così difficile”. E mi propone di provare a fare un download assieme.

Un’altra possibile prospettiva d’analisi è quella digitale in senso stretto. A differenza della versione cartacea, l’ebook richiede una seppur minima conoscenza informatica: si deve comprare un supporto di lettura adeguato, il cosiddetto ebook reader; si deve navigare negli store online per poter scaricare un qualsiasi contenuto; si devono imparare le istruzioni base e finalmente ci si può lanciare fra le pagine retro illuminate. Spesso si dimentica che in Italia l’analfabetismo digitale caratterizza ancora una percentuale altissima della popolazione. I dati di vendita non possono quindi prescindere anche da questo aspetto.

Chiudiamo con un’ultima serie di dati: stando al rapporto Istat su Produzione e Lettura di libri in Italia per il biennio 2012-2013, oltre il 21% delle opere pubblicate a stampa nel nostro paese – più di 12.000 titoli – è stato reso accessibile al pubblico anche in formato ebook, per un totale di 5 milioni e 224 mila lettori che dichiarano di aver letto o scaricato libri digitali nell’ultimo anno. Forse, allora, quell’allarmante 4% non deve più essere interpretato soltanto come un indizio di scarso interesse verso l’ebook. Diamogli un’altra chance prima di seppellirlo.

 

di Giulia Maccaferri

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