Darwin Day, gli studi sull’evoluzione a portata di tutti

EVENTO INTERNAZIONALE, OLTRE 300 VISITATORI ALL'OTTAVA EDIZIONE ORGANIZZATA A PARMA

darwin_day locandinaOltre trecento visitatori, compresi studenti delle scuole superiori di Parma, ma anche provenienti da Cremona e Piacenza. E’ stato davvero un successo l’ottava edizione del Parma Darwin Day, evento che ha riunito nell’Aula Magna studiosi, professori, studenti e appassionati per l’intera giornata di venerdì 13 marzo, con la possibilità di affrontare temi tanto diversi quanto affascinanti.

EVENTO INTERNAZIONALE – Lo staff del Darwin Day ha stimato la partecipazione di ben 350 persone al mattino e 240 al pomeriggio, tra queste, 150 erano studenti di licei di Parma, Piacenza e Cremona. L’evento è di diffusione internazionale e, in genere, si svolge proprio in occasione del compleanno di Darwin: il 12 febbraio. Tuttavia, l’Università di Parma preferisce mettere le esigenze degli studenti al primo posto e non scegliere, quindi, una data che cada nel periodo degli esami.

L’iniziativa è nata nel 2008 su richiesta del Comune di Parma e, in particolare, dell’ Assessorato della Cultura che propose al professor Donato Grasso, docente di Zoologia e di Etoecologia e Sociobiologia del dipartimento di Bioscienze, una collaborazione con l’Università. La stessa che da cinque anni si fa carico dell’organizzazione e della gestione dell’evento.

PERCHE’ FESTEGGIARE DARWIN?- Darwin, celebre naturalista britannico, è noto ai più per aver formulato la teoria dell’evoluzione e della selezione naturale. Quello che forse non tutti sanno, però, è quanto il suo lavoro abbia influenzato e influenzi tutt’oggi le scienze naturali. “In Biologia niente ha senso se non alla luce dell’evoluzione” diceva ad esempio Theodosius Dobzhansky, uno dei grandi artefici, nel secolo scorso, della nuova sintesi della teoria darwiniana, il neodarwinismo. Quindi, tutte le branche delle scienze della vita, compresa l’Etologia, sono inevitabilmente influenzate dalle scoperte di Darwin. “Prima di lui, gli zoologi e i naturalisti in genere si limitavano a descrivere, catalogare e raccontare la vita. In seguito, è stato possibile cominciare a interpretare e a capire il significato funzionale dei processi analizzati e il percorso che ha portato alla loro comparsa e modificazione nel tempo” spiega il professor Grasso, curatore scientifico del Darwin Day.

L’EVENTO- Il tema quest’anno è stato ‘Etologia ed Evoluzione’. Il motivo, oltre al fatto che proprio a Darwin si deve l’inizio del processo che ha portato allo sviluppo di questa disciplina, è che l’Università di Parma ha avuto un ruolo determinante nello studio e nella diffusione dell’Etologia in Italia. Quest’anno si è festeggiato anche il quarantesimo anniversario dal XIV International Ethological Conference del 1975, organizzata da Danilo Mainardi, uno dei fondatori dell’Etologia in Italia proprio nel nostro Ateneo. Alla conferenza presero parte, oltre a molti illustri studiosi, i premi Nobel Konrad Lorenz e Daniel Bovet. Anche se il professor Mainardi non partecipa più direttamente alle ricerche che qui si svolgono, la sua scuola e ‘discendenza culturale’ è ancora in prima linea. “Un legame mantenuto sempre vivo dai numerosi contatti che abbiamo con il nostro prof” ricorda Donato Grasso. “A quarant’anni da quello storico convegno, proprio qui vogliamo ricordare quanto sia bello e stimolante studiare il comportamento animale trattando alcuni argomenti classici quali il comportamento sociale, l’apprendimento, l’uso di strumenti, l’orientamento, l’evoluzione del comportamento, la selezione sessuale, la competizione e l’aggressività”. Il professor Grasso ha presentato così il Darwin Day di quest’anno. In seguito, è stato il prof. Nelson Marmiroli, direttore del dipartimento di Bioscienze, a prendere la parola, come portavoce del Magnifico rettore Loris Borghi: “L’Università di Parma vanta ricercatori che, messi nelle condizioni giuste, possono portare grande prestigio all’Ateneo”.

LA PAROLA ALLE DONNE – Si entra nel clou della giornata quando il prof. Grasso riprende la parola e annuncia un significativo cambiamento rispetto al congresso del 1975, quasi tutto al maschile, con una sorta di situazione ribaltata a favore delle donne. La prima relatrice è la prof.ssa Alessandra Mori, docente di Zoologia ed etologia e presidente del corso di laurea in Biologia dell’Università di Parma. Il titolo del suo intervento è ‘Amazzoni, sanguinarie e schiave: usurpazione, inganno e ribellione nel mondo delle formiche‘. Con l’aiuto di brevi filmati, la professoressa ha spiegato come e perché in una società matriarcale e ben darwinday13borganizzata come quella delle formiche esista lo schiavismo. Tale fenomeno, che può sembrare bizzarro se si pensa che a metterlo in pratica siano degli insetti, è dovuto ad una serie di raffinati adattamenti evolutivi da varie specie che hanno fatto del parassitismo sociale il loro modus vivendi. Le amazzoni, formiche esclusivamente guerriere, razziano le larve da altri formicai e le allevano in modo da ottenere delle operaie al proprio servizio, senza le quali non riuscirebbero a sopravvivere.

Ci si continua a stupire grazie all’intervento di Elisabetta Visalberghi, dirigente di ricerca all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma, con ‘Uso di strumenti litici nel Primati. L’evoluzione all’opera‘. E’ impossibile non avvertire la passione di questa donna prova per il proprio lavoro mentre racconta delle sue ricerche sull’uso che il cebo (piccola scimmia sudamericana) fa di pietre e incudini allo scopo di aprire le noci di cui si nutre.

Dai primati si è poi passati ad animali più vicini alla nostra quotidianità, cioè i gatti, grazie allo studio della dott.ssa Eugenia Natoli, responsabile di ricerca comportamentale presso l’Ospedale Veterinario dell’Azienda USL di Roma. Il pubblico, estremamente coinvolto nel corso dell’intera giornata, è rimasto affascinato dalle dinamiche sociali e dai comportamentali degli amati felini, diversi a seconda che l’ambiente sia domestico, urbano o selvatico. La presentazione ‘Domestico sarai tu!‘ ha quindi dimostrato come il territorio influenzi questi animali estremamente adattabili e che, da quasi monogami allo stato selvatico, si danno alla promiscuità nelle zone urbane.

L’ultimo intervento al femminile è stato infine quello di Laura Beani, etologa e docente di Zoologia e comportamento animale all’Università di Firenze. Esordendo con una domanda che ha scatenato l’ilarità del pubblico (“Il maschio è inutile?”) la professoressa ha mostrato, con grande ironia, esempi dell’inutilità maschile nel mondo animale, come la riproduzione per partenogenesi e l’ermafroditismo. Senza dimenticare i casi in cui, come accade per le mantidi religiose, il maschio, nel fecondare la femmina, perda letteralmente la testa.

Tuttavia, il maschio ottiene il suo riscatto grazie ai cosiddetti ‘Big Daddies’: il maschio di cavalluccio marino che ‘partorisce’ i piccoli e di Jacana, un uccello che si occupa in tutto e per tutto dei suoi pulcini. A lasciare tutti a bocca aperta, però, sono stati gli uccelli giardinieri che per affascinare la femmina costruiscono delle vere e proprie capanne adorne di fiori e bacche i cui colori variano, lo crediate o no, “in base alla moda e al gusto personale”.

darwinday17IL ‘CONTRIBUTO MASCHILE’- Così come notò lo stesso Darwin ne ‘L’origine dell’uomo e la selezione sessuale‘, il maschio serve all’evolversi delle specie. Inutile, quindi, non lo è affato. Ed è per questo che pur volendo dare spazio alle donne, non potevano certo mancare illustri nomi maschili, come Paolo Luschi (professore associato al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa) e Stefano Parmigiani (ordinario di biologia applicata della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma) che al congresso del ’75, giovanissimo, era presente.

Luschi ha affrontato un argomento che affascinò lo stesso Darwin e che tutt’oggi rimane in gran parte un mistero: ‘La navigazione oceanica a lunga distanza degli animali‘. Solo recentemente, lo sviluppo di tecnologie di controllo satellitare ha permesso di approfondire scientificamente la tematica, permettendo di svolgere esperimenti sul campo. Utilizzando per lo più fondi esteri, il professore e la sua equipe hanno svolto esperimenti sull’orientamento delle tartarughe verdi e di alcuni uccelli marini come le Berte “in cui è stata evidenziata la presenza di svariati meccanismi di navigazione coesistenti, basati principalmente su informazioni di natura olfattiva e/o derivanti dal campo geomagnetico”. Come? Gli animali venivano privati momentaneamente di quelli che si supponevano fossero gli strumenti di orientamento, dopodiché venivano allontanati dal luogo di nidificazione e lasciati in mezzo all’oceano: esperimenti di dislocamento. Alcuni riuscivano a tornare senza problemi, altri abbandonavano la rotta verso casa o vi giungevano solo a distanza di molto tempo.

Ha chiuso l’evento il professor Parmigiani, con ‘Non uccidere:storia naturale dell’aggressività‘. “Sulla scia del pensiero darwiniano, in netto contrasto con le teorie psicologiche che vedevano l’aggressività come prodotto della frustrazione, Konrad Lorenz ha dedicato ‘Il cosiddetto male‘ al comportamento aggressivo intraspecifico mettendone in evidenza la forte determinazione biologica.” Il ‘male’, un tema che ha da sempre affascinato l’uomo ed è stato trattato da molti grandi filosofi (uno tra tutti Hobbes di cui tutti ricordiamo la celebre frase: ‘Homo homini lupus’), è  analizzato da diversi punti di vista sia in ambito animale che tra gli esseri umani.

DIVENTARE ETOLOGI A PARMA- L’Etologia nasce come disciplina delle Scienze Naturali con solide radici nella Zoologia. Questa permette di capire i meccanismi e i moventi evolutivi dei comportamenti adottati dagli animali ed è quindi una scienza di base. Ma come tutte le scienze di base, per definizione, è il fondamento per costruire molte altre conoscenze utili anche in campo applicativo. Oggi l’Etologia è cruciale nel campo della conservazione della natura, nella gestione delle aree protette, dei bioparchi e nello studio delle relazioni tra uomo e altri animali. Gli studi etologici, poi, sono stati anche fruttuosamente applicati in altri campi non prettamente naturalistici come la medicina, la psicologia, e, travalicando i confini della stessa biologia, anche informatica, cibernetica ed economia.

Parma offre tutti i corsi per l’istruzione a questa affascinante professione: innanzitutto è necessario acquisire solide basi soprattutto in Zoologia ed Ecologia, ma anche le Scienze della Terra possono essere molto utili. Pertanto una laurea triennale su base biologico-naturalistica (a Parma abbiamo le lauree in Scienze della Natura e dell’Ambiente e Biologia) per acquisire i fondamenti è perfetta. Poi una laurea magistrale di tipo naturalistico-ecologico (la laurea in Ecologia e Conservazione della Natura, seguendo la tradizione della scuola di Parma, ha molti crediti di carattere Etologico-Zoologico) cercando di fare una tesi in ambito etologico. Inoltre, il dottorato in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia (in comune con l’Università di Ferrara) ha un curriculum proprio in Ecologia ed Etologia. “Ma, oltre alla solida preparazione culturale, per essere un buon etologo, oggi come all’epoca di Darwin, rimane fondamentale frequentare la natura, osservare gli animali soprattutto nel loro ambiente e mantenere lo spirito romantico del naturalista curioso. Meravigliarsi e mantenere vivo lo stupore per le cose del mondo” conclude Grasso.

di Veronica Rafaniello, Eliana Tripaldi e Arianna Belloli

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