Fatti d’arte: in che direzione si muove l’offerta espositiva italiana?

1162 MOSTRE IN 4 MESI: PIU' CONTEMPORANEO CHE CLASSICO, NONOSTANTE LE SPONSORIZZAZIONI

Immagine1Indubbiamente i tempi sono cambiati. Nel Rinascimento entrare in una ‘Kunstkammer’, ovvero una ‘camera d’arte’, era un privilegio per pochi eletti. Poi, la lenta decadenza delle grandi famiglie e, con la loro, anche quella dell’arte. I palazzi e ciò che contenevano furono confiscati e lo Stato si trovò ad affrontare ingenti spese di mantenimento. Furono aperte le porte di queste grandiose residenze e anche chi era privo di titoli nobiliari fu legittimato a entrarvi. Per lo Stato l’investimento si configurava fallimentare e i direttori dovettero affrontare lunghi periodi di grandi difficoltà economiche. Per tutto il XIX secolo serpeggiò una certa ostilità verso quei luoghi. Ma nel XX secolo ci si rese conto che gran parte delle opere non avrebbe trovato altro luogo in cui stare e il XXI secolo divenne il secolo dei musei. In tempi più recenti, i curatori e le agenzie di marketing, con l’aiuto di sofisticate strategie comunicative, hanno contribuito a fare del museo un luogo gradevole, fino a renderlo non meno gratificante di un centro commerciale, come riportano i dati Istat, secondo i quali visitare un centro commerciale e visitare un museo sono considerati due modi altrettanto piacevoli di impiegare il proprio tempo libero.

4.001Ovviamente le Istituzioni museali non aspettavano altro e l’organizzazione di eventi artistici è diventato per curatori, critici e direttori di musei una priorità. Essi infatti organizzano mostre ed esposizioni sempre più costose – spesso eccessivamente costose – ideate e programmate per ottenere grandi flussi di visitatori. Per questo, se le analisi sul pubblico sono di grande interesse, vale la pena conoscere l’offerta artistica italiana così combattuta fra arte classica e arte contemporanea. Insomma, cosa potevamo vedere negli ultimi quattro mesi girando per le città italiane?

L’obiettivo della nostra ricerca non era certamente quello di ottenere una lunga lista indifferenziata che desse conto delle mostre esistenti, ma cercare di capire, attraverso un’accurata analisi, se era possibile intuire un percorso, una direttrice espositiva prevalente. I dati che riportiamo di seguito non sono certamente esaustivi in quanto necessiteranno di ulteriore approfondimento, pertanto ci limiteremo a citarne alcuni.

La ricerca prende in esame l’arco temporale che va dal 1 settembre al 31 dicembre 2014 e ha monitorato gli eventi artistici nelle province italiane con più di 500 mila abitanti. La totalità delle mostre sul nostro territorio sono risultate essere 1162.

Van.Gogh.L..uomo.e.la.terra.veduta.della.mostra.presso.Palazzo.Reale.Milano.2015.photo.Fabrizio.Stipari.3.e1423645139259Il primo dato interessante, che forse ci si poteva aspettare, riguarda la forte differenza tra le regioni italiane. Si va da una notevole presenza di mostre nel nord ovest (472) seguito dal nord est (294), dal centro (225) dal sud(119) e, infine, dalle isole con solo 52 mostre. Un altro dato non privo di interesse, riguarda la prevalenza dell’arte contemporanea rispetto all’arte classica: ben 903 mostre della prima rispetto alle 63 della seconda. Ancora una volta si conferma il ruolo strategico del sistema dell’arte: alcuni artisti allestiscono privatamente le proprie mostre e affidano a Internet la diffusione della loro iniziativa; molti altri invece contano, per raggiungere la visibilità a cui aspirano, sulla collaborazione di critici e di galleristi – magari presenti sul territorio –  limitando, in tal modo il costo dell’investimento finanziario. A riprova di ciò vale la pena di sottolineare che il numero delle mostre di arte contemporanea è decisamente superiore rispetto a quelle di arte classica, non a caso sponsorizzate soprattutto dalle Istituzioni Pubbliche. Ciò lascia intuire non solo che il ‘classico’ è una garanzia di successo ma che l’arte contemporanea sta vivendo un momento di grande vivacità, se non a livello istituzionale sicuramente a livello privato e locale.

Altri dati suggeriscono ipotesi affascinanti intorno ai fatti dell’arte, non ultima quella legata ai rapporti fra arte ed economia che, per alcuni, sta oscurando quello fra arte ed estetica. Resta comunque importante augurarci, sotto un profilo culturale più generale, che la pervasività degli eventi artistici possa sensibilizzare le nuove generazioni ad una maggiore consapevolezza dell’enorme patrimonio che l’Italia possiede.

di Elisa Giudice, Filomena Leone, Sara Trovato,
a cura di Silvia Granziero e Vittorio Signifredi

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*