Parma Calcio, invito con imbroglio: quello che non è stato detto sulla cena-trattativa

NUOVI SCENARI SULLA VICENDA DEL CLUB CROCIATO GRAZIE A FONTI ANONIME E DOCUMENTI RACCOLTI DA PARMATENEO

tardiniLa vicenda del fallimento del Parma Calcio si fa più complessa che mai. Sono mesi che si discute e si fanno supposizioni su come andranno a finire le indagini della Guardia di Finanza, con l’elenco dei nomi che ruotano attorno a questa pagina triste per la storia cittadina sempre più lungo: Ghirardi, Taçi, Manenti, De Paolini, Leonardi, unione industriali. Alcune fonti contattate dalla redazione di Parmateneo sono riuscite ad aprire nuovi scenari, ponendo, se non altro, altri interrogativi che si vanno ad aggiungere ai molteplici punti oscuri sulla vicenda.

TACI ERA A CONOSCENZA DEI DEBITI? – Uno dei primi quesiti è se Rezart Taçi fosse a conoscenza o meno degli ingenti debiti incombenti sulla società che Ghirardi era intenzionato a vendere. Stando a quanto affermato a Repubblica da Mario Bonati, legale dell’ex presidente crociato indagato per bancarotta fraudolenta, l’imprenditore albanese sapeva della situazione economica del club già prima della ormai nota cena del 20 gennaio al ristorante Maxim, durante la quale era prevista semplicemente la formalizzazione del cambio di proprietà. Eppure, esiste un’altra versione dei fatti, svelata da una fonte anonima vicinissima ad alcuni partecipanti alla famosa cena in viale Mentana, secondo la quale soltanto nel corso della serata Ghirardi avrebbe detto a Taçi: “Le vendo il Parma, ma ci sono 17 milioni di debiti”. Un buco che nell’arco di dieci giorni sarebbe poi salito addirittura a 120 milioni di euro.

Rezart Taçi, ignaro fino a quel momento della gravissima situazione finanziaria nella quale verteva il club, sentendosi vittima di un raggiro, avrebbe a quel punto abbandonato la cena prima della fine. Non senza incontrare, però, anche il sindaco Federico Pizzarotti, ultimo arrivato al Maxim su invito di Pietro Leonardi. La presenza del primo cittadino, infatti, non era prevista, tanto che quella stessa sera Pizzarotti si trovava negli studi di Teleducato per partecipare alla trasmissione ‘Parma Europa’ del direttore Pietro Ferraguti. Solo dopo la diretta, il sindaco, costantemente aggiornato sui fatti della società calcistica via sms dal direttore sportivo Leonardi, Rezart Taciavrebbe ricevuto l’invito ad unirsi a tavola. La stessa dove, oltre ai vertici dell’Unione Parmense Industriali, pronti ad accogliere il quasi neo-presidente del club crociato tra le proprie fila, sedeva anche Eugenio De Paolini Del Vecchio, ex ergastolano e presunto consigliere proprio dell’imprenditore albanese sia nella compravendita della squadra gialloblu, che nella gestione della Taçi Oil. Seconda una fonte vicina proprio a De Paolini, sarebbe stato lo stesso Leonardi ad investire De Paolini del ruolo di intermediario nella trattativa, in virtù di una vecchia amicizia tra i due iniziata quasi in contemporanea con l’arrivo in città del direttore sportivo romano.

De Paolini e il sindaco Pizzarotti, invece, non si sarebbero mai visti prima di quell’occasione, anche se dalle parti del Comune di Parma il volto dell’ex ergastolano sarebbe noto a qualcuno già da tempo. Secondo alcuni documenti in possesso di ParmAteneo, De Paolini sarebbe stato consulente della ItCity, società di servizi informatici, partecipata dall’ente di piazza Garibaldi, durante la giunta Ubaldi. Non solo: nel suo passato ci sarebbero anche la direzione, da amministratore delegato, della Antica Torre di Roccabianca, azienda agricola poi  fallita, ed esperienze professionali nella Greci Geremia di Gaione, nota impresa che si occupava di trasformazione del pomodoro finita nello stesso modo nel 2012, con un crac seguito dalle indagini della Guardia di Finanza sui titolari Alberto e Francesco Greci, accusati di aver effettuto per anni fatture false, drogando i bilanci della società. Società, tra l’altro, sostenuta finanziariamente in passato da diversi istituti di credito, come Banca Monte Parma, di cui si parlerà a breve.

Tornando invece alla serata del 20 gennaio, subito dopo la cena, verso l’una e trenta di notte, Taçi avrebbe comunicato a Leonardi la decisione di ritirarsi dalla trattativa. E il Ds, a sua volta, avrebbe poi telefonato a De Paolini affermando che la situazione non era più tollerabile, aprendo di fatto un nuovo capitolo nella vicenda della società: quello che avrebbe potrato alla cessione, già il 6 febbraio, a Giampietro Manenti. Non prima, però, dell’interregno del 29enne Ermir Kodra, uomo di fiducia di Taçi, messo a capo del club nelle due settimane di proprietà albanese.

LE INTERCETTAZIONI – Ma la Procura della Repubblica sta indagando anche sullo stesso De Paolini Del Vecchio, a questo puDe Paolininto ritenuto coinvolto nella vicenda del fallimento del Parma Calcio. A rivelarlo è un’intercettazione tra due ufficiali della Guardia di Finanza, l’ex vicecomandante Luca Albanese e il suo superiore, e lo stesso De Paolini, indagato per aver rallentato le indagini su Ghirardi e Taçi. In cambio, quest’ultimo avrebbe trovato un posto alla casa di cura Città di Parma per il padre di Albanese, malato di Parkinson proprio come De Paolini. L’ex ergastolano, a quanto pare molto conosciuto negli ambienti economici, finanziari e industriali di Parma, secondo le accuse che gli vengono rivolte avrebbe pagato il soggiorno dei genitori del vicecomandante all’Hotel Palace Maria Luigia, proprio dove sorge il Maxim. Fonti viccinissime allo stesso De Paolini, però, smentiscono tutto quanto, sostenendo che il consulente avrebbe semplicemente dato un consiglio al finanziere, con il quale si conosceva da tempo, su dove fosse meglio curare il padre, così come avrebbe pagato il conto della permanenza in albergo (altro ‘favore’ con intenti corruttivi, secondo gli investigatori), ma con i soldi di Albanese.

A QUANDO FAR RISALIRE I PROBLEMI DEL PARMA? – Da sempre anni tra i principali sponsor della squadra di calcio cittadina, Banca Monte Parma ha vissuto momenti particolarmente difficili non molti anni fa, visto che già nel 2010, sull’orlo del fallimento, lo storico istituto di credito locale è stato assorbito dal gruppo Intesa San Paolo. Ma qualche anno prima, dopo il commissariamento di Bondi, se Tommaso Ghirardi è riuscito a diventare presidente dalle parti del ‘Tardini’, è anche per merito di prestiti erogati dalla Banca Monte. La stessa in cui Eugenio De Paolini, ai tempi della presidenza di Alberto Guareschi, come confermano alcuni documenti in possesso di ParmAteneo, ha tenuto in passato dei corsi sulla sicurezza ai dipendenti. Senza mai assumere altri ruoli, contrariamente a quanto affermato da più parti. Sarebbe quindi opportunio ampliare le indagini sul fallimento del club e tornare a quel periodo?

Di certo, come riporta il sito specializzato Calcio e Finanza, non bisogna dimenticare che nel bilancio consolidato della Eventi Sportivi spa, società che di fatto controlla la squadra ducale, al 30 giugno 2009 c’era già qualcosa di strano. Tanto che in una relazione della PriceWaterhouse Coopers, società di revisione chiamata a controllare i conti da queste parti, si legge che “l’analisi del piano economico finanziario per il successivo esercizio 2009/2010 della controllata Parma FC evidenzia una previsione di perdita rilevante ed una notevole tensione finanziaria, in conseguenza di investimenti già effettuati sul parco giocatori; elementi che secondo gli amministratori, in assenza di specifiche operazioni, non consentirebbero alla controllata di assicurare il regolare adempimento delle obbligazioni sociali fino al termine della stagione sportiva 2009/2010″.

A proposito del coinvolgimento di Banca Monte, infine, Alberto Guareschi, presidente dell’istituto dal 2004 al 2010, contattato da ParmAteneo, afferma di essere estraneo a tutta la vicenda. Tuttavia senza confermare né smentire una conoscenza con Eugenio De Paolini Del Vecchio e facendo emergere solo il suo disappunto: “Sono stufo di essere tirato in ballo su situazioni e cose che evidentemente qualcuno ha interesse a sollecitare. Chi dice questo avrà i suoi motivi”.

di Greta Bisello, Emanuele Maffi e Silvia Moranduzzo

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