Kombat League regionale 2015: Parma fa incetta di medaglie

LORETA FASANO, ARGENTO E UNICA DONNA DEL GRUPPO: "TUTTO E' COMINCIATO DA UN VOLANTINO"

kombatDomenica 22 marzo si sono svolti a Montecchio i campionati regionali Kombat League, federazione italiana che organizza competizioni in Italia ma anche all’estero mescolando 12 tipi di arte del combattimento: dal Ju Jitzu  al Muay Thai al Mma, per dirne solo alcuni.

Il parmense si è distinto sul tatami con due differenti discipline, il Grappling e la Kickboxing K1 Light Contact con gli atleti della palestra Snap, supportati dal coach Maurizio Pignatelli e dal direttore tecnico Marco Baratti, che hanno vinto un oro, quattro argenti e quattro bronzi.

Tiziano Alquati è argento nella categoria professionisti del Grappling e anche Marco Avanzini, veterano della Snap, argento. Per gli esordienti, invece, medaglie a Loreta Fasano con un argento; Samuele Zucchelli, Nicolas Bergamaschi e Francesco Cuscianna con il bronzo.

Per la Kickboxing K1 Light Contact esordienti, Felice Strippoli porta a casa l’oro, Omar Vassallo e Andrea Fanni l’argento.

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COS’È IL GRAPPLING?- Questa disciplina si svolge sia in piedi sia a terra e prevede la vittoria tramite la sottomissione del rivale o per accumulo di punti tecnici, guadagnati atterrando l’avversario, ribaltandolo o ottenendo una posizione di dominio. Né pugni né calci per riuscirci, ma solo leve o strangolamenti, senza ferite sull’antagonista. Tutte caratteristiche che fanno del Grappling una disciplina particolarmente adatta alla difesa personale delle donne o all’addestramento di forze militari, senza contare che può essere praticato anche dai più piccoli. Ogni combattimento dura all’incirca cinque minuti.

Tiziano Alquati, 28 anni, lavora per la palestra Snap e ha portato a casa l’argento: “Da subito ho amato questa disciplina, ti mette a confronto con te stesso e con gli altri, impari a stare in gruppo ma anche a prenderti le tue responsabilità, in quanto sport individuale”.  Il suo consiglio è di non iniziare questo sport solo perché fa ‘figo’ dire in giro che combatti: “Questo sport può farti innamorare in un modo che nemmeno ti aspettavi”.

KICKBOXING- Nel Kickboxing light contact viene data particolare importanza all’esecuzione tecnica dei colpi e alla loro pulizia tramite un contatto leggero e controllato, come suggerisce il nome. I due contendenti sono liberi di muoversi sul tatami senza che l’arbitro interrompa la competizione ogni volta che viene messo a segno un punto, intervenendo invece se uno dei due atleti esce dal quadrato di gara o nel caso di un eccessivo contatto o scorrettezze. A differenza del Grappling, qui sono previsti calci, pugni e ginocchiate ma non il Ko, per cui la vittoria è assegnata sulla base dell’accumulo di punti. L’incontro dura dai due ai tre round da due minuti ciascuno.

Andrea Fanni, Omar Vassali e Felice Tripoli sono compagni di allenamento ma anche grandi amici, hanno iniziato poco più di un anno fa a praticare questa disciplina ma hanno già ottenuto diverse medaglie. “Con questo sport riesci a capire quali sono i tuoi limiti e se puoi superarli. In più è un’arte spettacolare – racconta Andrea- il consiglio che posso dare è che se iniziate questa disciplina ricordate che sia che si perda o si vinca l’importante e combattere finché non senti la campana”.

LoretaFasanoSESSO DEBOLE? – Loreta Fasano, 26 anni, è l’unica donna del gruppo ad aver partecipato al Kombat League del 22 marzo. Ha iniziato a frequentare la palestra solo nel settembre 2013, prima non aveva mai praticato nessuno sport: “Però la sedentarietà si faceva sentire e ho pensato che, prima di arrendermi al grasso, potevo dare un’ultima chance a uno sport a caso, magari delle arti marziali”. La svolta è arrivata vedendo un semplice volantino della palestra che l’ha invogliata a cimentarsi con il Brazilian Jiu Jitsu, “praticamente Grappling ma con il kimono”: “Ho iniziato con la convinzione che, nella migliore delle ipotesi, mi sarei sforzata di andarci per mettermi in forma ma un certo punto mi sono resa conto che invece mi interessava soltanto migliorare nel Brazilian JiuJitsu e nel Grappling. Non saprei davvero dire perché o cosa mi abbia fatto innamorare di questo sport, ma lottare è la parte migliore delle mie giornate”. Nonostante pratichi da solo un anno e mezzo, nella sua bacheca trova posto un bronzo, un oro e due argenti.

Per riuscirci, Loreta si allena 6 giorni alla settimana e organizza i suoi pasti in modo che siano sempre all’orario giusto e sani. La sua vita quindi si divide tra il suo lavoro all’Ospedale di Parma come volontaria biologa, amici, fidanzato e palestra. Il suo obiettivo è non smettere mai di praticare: “Voglio prendere la cintura nera di Brazilian JiuJitsu e mi piacerebbe moltissimo competere nel Naga, uno dei più grandi tornei di Grappling al mondo; ma non vedo nessuna di queste cose come un obiettivo finale. Non esiste un punto dove mi considererò ‘arrivata’. Non voglio arrivare mai, ma lottare per sempre. Farne una professione sarebbe il massimo”.

Qualche consiglio? “Sì, uno solo: iniziate e basta! Mi capita, soprattutto alle gare, che delle donne che accompagnano il fidanzato o amici o i figli a competere mi chiedano com’è il Grappling e spesso concludono che vogliono prima rimettersi in forma. No, sarà praticando che vi rimetterete in forma, e anche divertendovi. Non ci sono prerequisiti, è davvero alla portata di tutti. Mi piacerebbe ci fossero più donne sul tatami: non so perché le donne siano meno attratte dagli sport di lotta, forse hanno paura di farsi male, paura un po’ infondata almeno nel Grappling, o forse di risultare meno femminili. Inoltre man mano che si conosce e si padroneggia la tecnica, aumenta la fiducia in se stesse e nelle capacità del proprio corpo, perché scopriamo che sa fare cose che non credevamo fossero alla nostra portata”.

 

di Arianna Belloli e Andrea Cammarata

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