L’Orto e la Viola, quando storia e botanica si incontrano

TORNA 'PARMA COLOR VIOLA', L'EVENTO CHE FONDE TRADIZIONE E PATRIMONIO BOTANICO DELLA CITTA'

DSC_0104Entrare all’Orto Botanico di Parma equivale a fare un piccolo viaggio nel tempo: superato il cancello principale in ferro battuto ci si trova immediatamente nel cuore del giardino all’italiana, dove l’origine di molte piante si intreccia con un paio di secoli di storia cittadina.

La fondazione di questo bucolico luogo, a poche centinaia di metri dal cuore della città, risale infatti all’incirca al 1770 per merito dei Borboni, come racconta Corrado Zani, tecnico dell’Orto da quasi trent’anni. In particolare la direzione fu affidata a Giovanni Battista Guatteri, professore di Botanica e studioso di scienze naturali; in suo onore nell’orto si può ancora trovare un raro esemplare di Datisca cannabina, pianta protagonista dei suoi studi più famosi. Se di questa specie si è ormai persa la pianta originale, non vale lo stesso per il Ginco bilova, il cui seme fu piantato nel 1791 e che è ora uno degli alberi più maestosi nel parco. In un altro angolo del giardino giace sdraiato sul fianco un enorme tronco di Quercia, ricettacolo di tantissimi funghi e microrganismi degradativi, a ricordarci che il ciclo della vita non finisce certo con la morte.


DSC_0234PARMA COLOR VIOLA –
L’Orto è uno scrigno del patrimonio verde della città, una ricchezza che spesso s’intreccia con le tradizioni di Parma e visitarlo può diventare un’occasione per riscoprire la storia della città stessa insieme alla vasta collezione di piante.
È il caso dei due scorsi fine settimana, 21-22 e 28-29 marzo, quando nell’Orto Botanico è tornato ‘Parma color viola‘, un ciclo di appuntamenti dedicati ad uno dei simboli più significativi della città: la Viola Odorata L. di Parma. Una serie di manifestazioni per celebrare la storia di questo fiore che è legata a doppio filo con la città, tanto che perfino un artista come Giuseppe Verdi lo ha citato in uno dei suoi componimenti più famosi, ‘La Traviata’. L’iniziativa ha previsto diverse attività legate alla viola: un esposizione della collezione delle violette storiche e di altri esemplari studiati, mostre dedicate al fiore simbolo di Parma e la declinazione musicale della Viola, con il concerto di due violiste del Conservatorio Arrigo Boito.

DSC_0191TRA STORIA E RICETTE ALLA VIOLA – La Viola a fiore doppio è una pianta molto diversa da quella che si trova comunemente nei comuni prati. Si pensa che abbia origini addirittura mesopotamiche e che sia stata portata in Spagna e successivamente in Italia dai Borboni.

Oggi tra i posti più evocativi per la storia della violetta c’è l’antico negozio ColorViola, situato in viale Repubblica, poco dopo piazza GaribaldiNata dall’intuizione di Ludovico Borsari, fondatore della profumeria nel lontano 1870 ed “il primo a carpire il messaggio della violetta di Parma”, l’attività prosegue portando avanti la tradizione del fiore simbolo di Parma, proponendo profumi, svariate specialità e souvenir. Oggi a tenere le redini di Color Viola è Carlo Pioli, organizzatore e ideatore dell’evento Parma Color Viola, iniziativa il cui obbiettivo è tener viva l’antica tradizione. Ed è proprio questo evento, organizzato in collaborazione con ‘Amici dell’orto botanico’, a cercare di riportare l’attenzione su questo simbolo così pregno di storia,  che racconta dal principio il signor Pioli.
“A metà settecento – ricorda – il botanico Linneo la individua e le attribuisce il nome di Viola Odorata L. di Parma. Vari personaggi ed eventi hanno concorso alla nascita e allo sviluppo di questa tradizione, tra questi una figura importante è stata senz’altro Maria Luigia, seconda moglie di Napoleone, che amava questo fiore e ha contribuito al fascino del suo profumo.” La duchessa, a suo tempo benvoluta dal popolo parmigiano, fu donna di grande cultura e signorilità e scelse la violetta come simbolo personale e della stessa città di Parma. Si racconta che ne fece ricamare alcune anche sul suo abito da sposa.

Ma la storia di questo esemplare non finisce di certo qui: Giuseppe Verdi infatti scelse come nome della protagonista di una delle sue composizioni più famose, la Traviata, proprio Violetta.  “Quando a metà Ottocento ci furono le prime rappresentazioni vi fu un intervento della censura – la parola ‘traviata’ era considerata troppo forte – e la prima rappresentazione a Parma de La Traviata nel 1855 si chiamava Violetta”, aggiunge il signor Pioli.

La violetta non ha avuto solo un impiego ornamentale. Esistono infatti alcune preparazioni gastronomiche in cui questo fiore occupa un ruolo di spicco, ad esempio le violette candite. Per la preparazione viene utilizzato il fiore intero o un singolo petalo, trattati con albume e zucchero caramellato; con un procedimento complesso e l’aggiunta di colorante viola si ottengono delle piccole caramelle dall’inconfondibile tinta. Ma a questa si aggiungono altre preparazioni: “Sciroppo alle viole – elenca ancora Pioli -, tisane che hanno effetti più o meno veritieri e anche consumata fresca”. Insomma, questo fiore si presta alle più svariate ricette.

 

di Matteo Buonanno Seves

Foto di Chiara Masciarelli

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