Tibre, incompiuta in partenza: ecco l’autostrada più corta d’Italia

I PRIMI 9 KM DELL'OPERA NEL MIRINO TRA DUBBI DI LEGITTIMITA', COSTI E IMPATTO AMBIENTALE

tibreChi conosce San Quirico di Trecasali? Non tutti probabilmente, eppure in questa frazione della campagna parmense verrà realizzato il primo ed unico casello della Tibre, l’autostrada Tirreno-Brennero. Il progetto per collegare La Spezia al Brennero senza passare da Modena risale agli anni ’70, ma solo ora si aprono i lavori per realizzare i primi 9 km; il fatto sorprendente però è che non si ha nessuna notizia sulla realizzazione dei restanti tratti.

 

UN’OPERA INCOMPIUTA IN PARTENZA – Sembra un contro senso eppure la Tibre è un’opera incompiuta per definizione dal momento che non si ha nessuna notizia su dove verranno presi i 3 miliardi di euro necessari per ultimarla e di conseguenza non si parla nemmeno di iniziare i lavori. “L’idea che l’opera completa possa essere finanziata da Autocisa, che è la concessionaria dell’opera, non è credibile – sostiene il professor Paolo Ventura, docente della corso di laurea Ingegneria Civile dell’Università di Parma -. Si tratta di affermazioni che le società proponenti sovente fanno, spero non sia questo il caso, sovrastimando il traffico ed i pedaggi. Si veda ad esempio il recente caso della Brebemi (raccordo Brescia – Milano) con traffico scarsissimo, proventi per i pedaggi insufficienti alla restituzione dei finanziamenti e cTIBRE_4onseguenti prevedibili richieste da parte della società autostradale di aiuti dello stato ex post”. A questo va aggiunto che il completamento della Tibre non è tra le opere di interesse prioritario che il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio ha inserito nel piano delle infrastrutture strategiche (Pis).

COSTI ESORBITANTI MA NIENTE SOLDI PUBBLICI? NON E’ PROPRIO COSI’– I costi del tratto di autostrada superano i 513 milioni (più di 50 milioni a km); sono quindi molto più alti rispetto a qualsiasi altra autostrada italiana realizzata in pianura. Chi è a favore della costruzione della bretella tiene a ribadire che l’opera sarà interamente finanziata da Autocisa. “Questo è vero ma non si può non sottolineare che Autocisa è stata autorizzata dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ad un aumento del 7% annuo sul pedaggio della tratta La Spezia-Parma per un periodo compreso tra il 2010 e il 2018 – spiega il professor Antonio Bodini, docente di Valutazione di impatto ambientale presso l’Ateneo cittadino -. Questo significa che nel giro di 8 anni il pedaggio sarà aumentato del 60%”. In ultima analisi, i soldi per costruire il primo tratto di Tibre non verranno dallo Stato magli aumenti salati dei pedaggi a carico dei cittadini.

IMG_7178TRA INFRAZIONI E CONVENZIONI RINNOVATE – Ma chi ha interesse a costruire un’autostrada che, rimanendo incompiuta, non vedrà certo un grande passaggio ai caselli? Oltre, per ovvi motivi, alla ditta costruttrice Pizzarotti che si è aggiudicata l’appalto, sarà proprio Autocisa il soggetto che trarrà maggiori benefici. “Nel 2009 infatti l’Italia è stata oggetto di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea: è stato infatti assegnato ad Autocisa un rinnovo della concessione per la gestione della tratta Parma-La Spezia, senza che fosse stata indetta una gara europea. Per risolvere il problema si è pensato di far costruire il primo tratto della Tibre ad Autocisa, fatto che le permette di vedersi rinnovata automaticamente la concessione fino al 2031“, spiega ancora Bodini.

cuculoUN FORTE IMPATTO AMBIENTALE – Il tracciato della Tibre attraversa il fiume Taro e taglia la campagna parmense cancellando per sempre ettari di terreno agricolo, interrompenndo carraie e separando poderi. Inoltre l’autostrada passerà per l’area del basso Taro e delle risorgive di Viarolo. “Entrambi sono Sic (Siti di Interesse Comunitario) e Zps (Zone di Protezione Speciale), individuati dallo Stato italiano e riconosciuti dalla Comunità Europea”, sottolinea Emanuele Fior, portavoce della segreteria di Legambiente Parma. “Un altro aspetto importante è che la Valutazione di Incidenza (Vinca), obbligatoria per legge e approvata nel 2004, stabilisce che la realizzazione dell’opera non sarebbe causa di alcun impatto ambientale, non citando però la presenza di specie e habitat tutelati a livello europeo”. Il tratto autostradale presso Ronco Campo Canneto è dimora infatti di varie specie di animali, per la tutela delle quali la Commissione Europea e la Provincia di Parma “hanno investito 1 milione di euro (tra il 2009 e il 2012) nel progetto ‘Life’ per la conservazione del Falco cuculo e di altre specie di interesse comunitario tra cui il Falco grillaio, l’Averla cenerina, alcune specie di ardeidi, Martin pescatore ecc”, precisa ancora Fior. In particolare il falco cuculo è diventato il simbolo dell’opposizione alla Tibre perchè il sito riproduttivo più importante d’Italia, un bellissimo filare di platani, sarà sfiorato a 50 metri dall’autostrada. Al cemento dell’autostrada andrà anche aggiunto quello delle altre opere compensative previste le quali, non essendo di carattere ambientale, sottrarranno ulteriore terreno agricolo al parmense. Tra queste opere è da segnalare la ‘tangenzialina’ di Viarolo, un’assurdità per chiunque abbia presente le dimensioni del centro abitato, come evidenziato anche dalle stesse amministrazioni locali che si sono dette a favore dello stralcio del progetto per destinare invece i 2 milioni di euro a disposizione per l’opera accessoria a favore della riqualificazione della viabilità esistente.

IMG_7142 LA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA – Per ribadire la contrarietà alla Tibre, sabato 11 aprile si è tenuta una nuova manifestazione di protesta a Ronco Campo Canneto, piccola frazione interessata dal tracciato dell’autostrada. Legambiente, assieme a Lipu, Wwf, Comitato Tutela del Territorio di Trecasali, Coordinamento dei Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre, FiabParma, Libera Parma e Associazione Sodales, sono riusciti a raccogliere 400 partecipanti  tra cui anche i sindaci di 8 Comuni interessati dall’opera: Sissa Trecasali, Colorno, Sorbolo, oltre ai primi cittadini dei Comuni cremonesi di Vescovato, Torre de’ Piccinardi e Martignana Po. Tra loro anche i Consiglieri delegati dei Comuni di Parma e Torrile. Il corteo ha scelto un percorso di 5km attraverso i luoghi che scompariranno una volta ultimati i lavori e che è terminato sulle rive del fiume Taro, dove sorgerà il nuovo ponte.

DUBBI SULLA LEGITTIMITA’ DEL CANTIERE, INTERROGAZIONE IN REGIONE – Sel e Altra Emilia Romagna hanno presentato in Regione un’interrogazione scritta firmata da Antonio Bodini e Massimo Gibertoni, in cui si chiedono delucidazioni su alcuni aspetti poco chiari. “In primo luogo se il progetto preliminare con la relativa valutazione di impatto ambientale e il progetto definitivo sono stati approvati. Ancora nessun benestare è arrivato dal ministero in merito al progetto esecutivo“, spiega Bodini. “Quest’ultimo pare essere divergente da quello preliminare, in particolare perchè sono presenti strade di cantiere che prima non erano state previste”. Altro punto oscuro è il fatto che “non sia stata apportata alcuna modifica al Pae (Piano Attività Estrattive) quando il fabbisogno di una tale opera lo avrebbe certamente richiesto”. Infine, dubbio non di poco conto, è quello che i costi così alti dell’opera possano essere causati dalla corruzione. “Penso che sarebbe opportuno chiedere di interrogare il commissario dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone per essere certi che così non sia”, aggiunge Bodini.

tracciato-cispadana2L’ALTERNATIVA, IL TIBRE FERROVIARIO – Ma, chiariti tutti i contro della discussa Tibre, quale potrebbe essere l’alternativa? Una soluzione proposta dalle associazioni ambientaliste è quella del Tibre ferroviario. Esiste già uno studio di fattibilità che mostra un possibile collegamento tra la ferrovia pontremolese ad altri tratti di ferrovia già esistenti che, se ammodernati, creerebbero un efficiente corridoio ferroviario. Notevole il fatto che il costo totale di quest’opera, che permetterebbe un collegamento tra La Spezia ed il Brennero, ammonterebbe alla metà del costo dei primi 9 chilometri di Tibre. “Questo è un momento storico in cui il traffico su gomma sta diminuendo in favore di quello su rotaia, che è molto meno inquinante; anche l’Europa chiede di andare in questa direzione”, sottolinea Fior.
In senso opposto ad una logica di minor consumo di suolo è stata però la decisione del Cipe di attribuire un valore di pubblica utilità ai primi 9 km di Tibre, anche qualora non venisse completato il collegamento con Verona, “questo dal momento che sarebbe possibile un raccordo con un’altra autostrada in programma di realizzazione, la Cispadana”, spiega Bodini.

Di Adriano Arganini, Berni Giulia, Silvia Moranduzzo

1 Commento su Tibre, incompiuta in partenza: ecco l’autostrada più corta d’Italia

  1. Paolo Lucchetti // 27 ottobre 2015 a 18:33 // Rispondi

    cambiamo radicalmente modo di vedere le cose e puntiamo insieme a relaizare collegamenti ferroviari , non più auotstrde

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