Da abbattere: quale futuro per il Teatro del Cerchio?

DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE A DATA DA DESTINARSI PER L'AUDITORIUM DELLA SCUOLA ANNA FRANK, CASA DELLA COMPAGNIA

tdcIl luogo è molto raccolto, quasi intimo. Sul piccolo palco dei bambini stanno ripassando le loro battute in vista dello spettacolo, si muovono con la naturalezza dei grandi. Al Teatro del Cerchio va in scena la spontaneità.

UNA CASA PER IL TDC – Per dar vita a questo Teatro, che oggi vanta collaborazioni italiane e internazionali, una compagnia stabile e una scuola – il Centro di Formazione Teatrale, che con 19 corsi e 250 allievi è la più grande di Parma – il direttore Mario Mascitelli ha bussato a tutte le porte. Cercava uno spazio idoneo, un suo spazio. Alla fine sono stati i genitori degli scolari che, convinti della validità del progetto, hanno avviato una petizione da portare in Comune con 700 firme. Un anno dopo, il Teatro del Cerchio ha ricevuto la proposta di sistemarsi nell’auditorium della scuola Anna Frank di via Pini, “dove abbiamo fatto tutto noi perché non c’erano altro che mattonelle e pareti bianche”. Una casa, finalmente.

UNA CASA DA ABBATTERE – Una casa che, però, sta per essere distrutta: “Questo teatro verrà abbattuto nell’arco di un anno o due” racconta Mascitelli. Del progetto di abbattimento “noi stessi e la dirigente scolastica siamo venuti a conoscenza quasi per caso. Dopo alcuni giorni in cui non siamo riusciti a ottenere risposte da nessuno, nel giro di una settimana le istituzioni si sono fatte sentire”. La preoccupazione iniziale è stata forte perché la chiusura della struttura inizialmente era fissata per giugno 2015; poi, però, si è deciso di costruire prima il nuovo spazio adiacente alla scuola e per poi abbattere il vecchio, facendo quindi slittare l’abbattimento a data da destinarsi, ma non troppo.

tdc3Quando si è diffusa la notizia, i genitori sono insorti: oltre all’auditorium, il progetto prevede l’abbattimento di palestra e mensa, con solo la prima subito ricostruita attraverso fondi comunali e il resto in attesa di fondi che passano dalla Regione. Le successive riunioni con la dirigente scolastica e con gli assessori hanno spiegato i motivi del progetto: non si tratta, infatti, di un problema strutturale di sicurezza, ma di migliorie per portare la struttura scolastica al livello 4 di sicurezza, rendendola così utilizzabile dalla Protezione Civile in caso di calamità.

TRA SPERANZE E ASSEGNAZIONI – E adesso, quale futuro si prospetta per il Teatro del Cerchio? L’idea è quella di ingrandirsi mantenendo anche lo spazio in affitto in via La Spezia, con due grandi saloni, dove ha sede il Cft. “Vorremmo consolidare la formazione – prosegue il direttore – con docenti provenienti dalle scuole civiche anche di altre città, visto che Parma è da sempre un po’ provinciale e fatica ad aprirsi”. Sfruttare, insomma, la grande cultura teatrale di una città in cui ci sono più teatri che in tutte le città vicine. “Credo che ci sia spazio per tutti: ognuno può prendere una fetta di pubblico, a volte confrontandosi e supportandosi e altre in maniera autonoma”.

tdc1Una speranza che però si scontra con la burocrazia: dell’assegnazione del vecchio o del nuovo spazio, al Teatro del Cerchio ancora non sanno nulla. Tutto passa attraverso i bandi, nessuna assegnazione è automatica. Il vecchio bando, però, è scaduto tre anni fa e da allora la presenza del Teatro nella struttura scolastica viene rinnovata di anno in anno grazie a delle convenzioni. Parma Infrastrutture, partecipata del Comune, si occupa di bandi e di progetti, ma per Mascitelli “è difficile capire come funziona”. E se l’assegnazione non andasse a buon fine? “Ci serviranno finanziamenti: ci vogliono 40.000 euro di tasse solo per avere i permessi per rimettere a posto uno spazio da adibire a teatro. E chi li ha mai visti 40.000 euro? Io non voglio credere – prosegue il direttore – che tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni venga semplicemente messo da parte perché non c’è la struttura adatta, quando ci sono moltissimi spazi vuoti in città“.

Finita l’urgenza dei due mesi, la situazione si è appiattita. Il nostro timore è che le cose siano lasciate scorrere da sole, senza che qualcuno prenda delle decisioni. Non possiamo dire che le istituzioni vengano spesso a parlarci, ma nemmeno che siano completamente assenti”. Il Teatro del Cerchio intanto non si ferma, ma come programmare la prossima stagione senza la certezza di un teatro?

 

di Silvia Granziero, Debora Vella, Francesca Gatti

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