Cambio al vertice dello Csac, Borghi presidente: “Nessuna ripercussione”

TRA DIMISSIONI DI ALLEGRI E INAUGURAZIONE DEL MUSEO ALLE PORTE

Certosa_ParadignaNovità per il Centro Studi e Archivio delle Comunicazioni (Csac) dell’Università di Parma che, a ridosso dell’inaugurazione del museo del 23 maggio, ha visto un cambio al vertice con l’assunzione della carica di presidente da parte del rettore Loris Borghi a seguito delle dimissioni rassegnate dal professor Luigi Allegri. Non le uniche pervenute al Consiglio dello Csac. A queste sono infatti seguite anche le dimissioni della professoressa Gloria Bianchino quale componente del comitato.

DIMISSIONI, RETTORE BORGHI: “NESSUNA RIPERCUSSIONE” – La decisione di abbandonare la presidenza dello Csac, come motivato dal professor Allegri nelle dimissioni presentate il 3 aprile e ribadito dallo stesso, nasce da un “carico di impegni sta davvero diventando eccessivo”. “Sono direttore del Dipartimento Lettere, Arti, Storia e Società e dunque membro del Senato Accademico e sono direttore del Capas, un centro per le attività extracurriculari per gli studenti destinato ad assumere un peso sempre maggiore”, spiega Allegri. La professoressa Bianchino invece, che è stata direttrice dello Csac fino allo scorso maggio, aveva già comunicato a gennaio le sue dimissioni, ma non le aveva formalizzate in mancanza di una precedente nomina ufficiale, come si legge nella stessa lettera di dimissioni presentata al rettore.
In attesa di individuare un sostituto delegato, Borghi ha assunto il ruolo di presidente pro tempore dello Csac e assicura che, nonostante il momento importante che la struttura si accinge a vivere, il cambio al vertice non costituirà motivo di preoccupazione: “Non ci sarà nessuna ripercussione sul percorso disegnato“, dichiara Il rettore.

VERSO L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO – E’ infatti tutto già pronto per l’inaugurazione del museo dello Csac. Il 20 maggio il progetto verrà presentato in un’apposita conferenza stampa indetta a Milano in occasione della Triennale. Prima dell’appuntamento ufficiale dell’inaugurazione, il 22 maggio una speciale apertura anticipata del museo sarà riservata ai circa 200 donatori delle opere che costituiscono il patrimonio dell’archivio.
“Lo Csac esiste in virtù di due elementi – ricorda infatti il neo presidente e rettore – Il primo è l’opera del professor Arturo Carlo Quintavalle che già 50 anni fa ebbe l’idea di fondare il Centro; il secondo sono le donazioni gratuite fatte negli anni all’Università di Parma a cui andrà così il giusto riconoscimento e il ringraziamento ufficiale da parte dell’Ateneo”.

Ma l’inaugurazione del museo costituisce solo il primo passo per la ‘rinascita’ dello Csac. “L’opera di apertura alla città e al mondo non è finita”, sottolinea Borghi. In questi mesi è stata infatti liberata dalla miriade di opere solo metà della struttura dell’Abbazia di Valserena all’interno della quale verrà insediato il museo, la foresteria ospitata nelle antiche celle monastiche e la zona ristorazione, entrambe gestite dall’azienda di Bergamo Simposium vincitrice del bando dall’Università.
L’idea è quella di dar vita a un “museo dinamico e non statico” per dar spazio, oltre che alle ‘prime’ 500 opere che verranno esposte, al resto del patrimonio complessivo che conta ben 12 milioni di materiali archiviati suddivisi tra le sezioni di arte, fotografia, moda, progetto e media.  C’è tanto da scoprire e conservare. Per questo è già stato approvato dalla Sovrintendenza un progetto preliminare elaborato dal professor Carlo Quintelli – pro rettore con delega all’Edilizia, Infrastrutture e Insediamento Urbano – che prevede la ricostruzione di un’ala dell’abbazia cistercense andata distrutta per adibirla a magazzino tecnologico avanzato per la conservazione delle opere. E per questo, all’apertura delle porte del museo, oltre ad autorità e istituzioni, personalità di rilievo nell’ambito culturale e stampa, saranno anche invitati soggetti che in un futuro non troppo lontano potrebbero essere chiamati ad ‘adottare’ lo Csac per sostenerne l’ampliamento.

A rendere sempre animato il Centro prossimo all’apertura al pubblico saranno inoltre i gestori della foresteria, il custode del museo e un dipendente dell’Università che avrà a disposizione un’auto dell’Ateneo per il trasferimento degli ospiti che alloggeranno nella foresteria: non semplici turisti ma ricercatori e studiosi dell’archivio che potranno avere a disposizione servizi e comfort a 360 gradi.

Gli ingredienti di Parma: arte, food e musica saranno tutti racchiusi nello Csac. Non esiste un posto del genere in tutta Italia e in forse in tutta l’Europa. Queste sono le cose che contano se si vuole parlare dello Csac”, conclude il rettore.

di Federica Russo e Fiorella Guerra

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