Cause e conseguenze

SUL FILO DI UN RASOIO

Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria. Oltre ad essere il terzo principio della dinamica è (a mio parere) uno dei principi fondamentali della vita di ogni essere umano.

La vita è fatta di scelte ed ogni scelta diventa a sua volta una causa. Perché scegliere vuol dire rinunciare a qualcosa per ottenerne un’altra, vuol dire preferire una cosa ad un’altra e seguire una strada piuttosto che un’altra. E diventa causa di quello che arriva dopo, diventa una causa che porta delle conseguenze.

A volte si compiono scelte giuste, a volte se ne compiono di sbagliate. Altre volte ancora invece non si tratta di giusto o sbagliato, piuttosto di “è meglio per me stesso”. Si può seguire il cuore, si può seguire la ragione, si può seguire l’istinto. Possono essere scelte ponderate o scelte prese di getto e, in alcuni casi, non trovano neanche una vera e propria motivazione.

Le conseguenze (di conseguenza) possono essere prevedibili o prevedibilissime. Nel primo caso piombano improvvise come un fulmine a ciel sereno, nel secondo sono state previste e volontariamente ignorate.

Quelle del secondo caso sono le più comuni: sono quelle che derivano da azioni compiute con disattenzione, con imprudenza, a volte con menefreghismo. Come quando ci si ingozza di dolci e poi la bilancia segna 5 kg di troppo. Ecco, sono quelle che vengono consapevolmente ignorate perché sono le peggiori: ti sbattono in faccia la realtà nel preciso momento in cui credi che ormai sia tutto risolto.

La scelta è stata compiuta, la causa è partita come un trattore e le conseguenze hanno acceso la luce sulla realtà. Una realtà che stracolma di conseguenze non risparmia più nulla e si limita a servire il conto: accettare le conseguenze.

Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria, appunto. La maturità non sta tanto nel compiere una scelta. Sta nel rendersi conto del tipo di scelta compiuta, delle conseguenze che ha portato con sé e dell’atteggiamento migliore da poter assumere per evitare la catastrofe. Perché se scegliere comporta la rinuncia e la conquista, non contempla il potere di manovrare e gestire le reazioni altrui. E se queste ultime sono pari e contrarie alle scelte originarie è inutile piangere sul latte versato o cercare a tutti i costi una giustificazione: è tempo di assumersi le proprie responsabilità.

In sintesi, è inutile strafogarsi di cibo come se non ci fosse un domani e meravigliarsi poi se non si entra in una taglia 38, come è inutile continuare ad agire senza pensare e poi stupirsi se la gente reagisce contrariamente alle previsioni. Ogni cosa, concreta o astratta, ha un suo peso. Le bilance le hanno inventate per questo: pesare per rendersi conto, pesare per non abusare, pesare per poter rimediare. Un po’ come le coscienze, no?

Ed il punto è proprio questo: le conseguenze peggiori sono quelle derivanti da bilance (e coscienze) riposte in un angolo e mai utilizzate. Insieme a quel vestito bellissimo e costosissimo taglia 38.

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