Non c’è crisi che tenga: boom di tattoo artist a Parma

TABU', ABUSIVISMO SENZA CONTROLLO E STILI ARTISTICI: PANORAMICA SULLA CITTÀ

TatuaggiChe sia fatto per decorazione del proprio corpo, per voglia di trasgredire o per moda, il tatuaggio ha da sempre il suo fascino. Chiunque conosce almeno una persona che si sia tatuata e la moda di incidere la propria pelle con un disegno permanente pare non voler mai passare. Lo sanno bene i tattoo artist di Parma, che sembrano non diminuire, nemmeno in tempo di crisi, nonostante questa pratica se svolta da un professionista possa essere considerata davvero onerosa.

UNA FORTE PRESENZA IN CITTÀ “Solo a Parma si contano circa quindici studi di tatuaggi –afferma Giacomo Aldrovandi, titolare dell’Inkside Tattoo–. Questa professione è letteralmente esplosa ed è in continua espansione. In rapporto all’ampiezza della popolazione parmigiana si potrebbe parlare di un vero e proprio esubero di studi di tatuaggi ma, per fortuna, il mercato funziona e c’è lavoro un po’ per tutti”. Dello stesso avviso è Max Manuel Marvasi di Mendoza Ink Tattoo: “In tanti anni di attività ho avuto modo di vedere la città che cambia e la proliferazione a macchia d’olio del numero dei tatuatori attivi a Parma. Nonostante io sia un tatuatore atipico, poco incline a frequentare l’ambiente dei miei colleghi, ho notato come sia cresciuta la concorrenza, ma non mi lamento: la richiesta è molto forte ed io personalmente lavoro con estrema passione, anche fino a tardi”.

A Parma dunque si può parlare di un vero e proprio boom dell’attività e la richiesta sembra provenire da gente di tutte le età: “Talvolta riceviamo richieste anche da minorenni ma in tal caso prima di effettuare il tatuaggio richiediamo l’autorizzazione di un genitore che si deve presentare qui in studio personalmente, la sola firma non basta” dice Giacomo Aldrovandi.

oldschool1 AD OGNUNO IL SUO STILE – Come tutti i tatuatori, anche quelli parmigiani hanno degli stili di preferenza ma mentre in passato ci si poteva permettere anche di rifiutarsi di fare tatuaggi fuori dal genere trattato, oggi non è più possibile. Omeglio, risulta piuttosto sconveniente. “A me piace molto lo stile cartoon ma noto che i tatuaggi di questo genere attualmente sono poco richiesti –aggiunge Aldovandi– nonostante il lavoro non manchi la concorrenza è piuttosto elevata per cui non ti puoi permettere di dire di no ai clienti, anche se ti richiedono qualcosa che non ti piace particolarmente”. Dello stesso parere è Max Manuel Marvasi che spiega: “Di solito preferisco lo stile giapponese e l’old school, non amo i ritratti, mi danno il senso di una lapide e oltretutto credo che farli sia molto difficile, si deve essere veramente molto bravi –e continua–nonostante io abbia delle preferenze non dico mai no ad un cliente, bisogna accettare di disegnare tutto, anche soggetti molto piccoli e semplici. Se si dice di no al cliente si rischia di perderlo e di perdere anche la possibilità che un giorno questo venga da te per fare un tatuaggio più importante”.

RISPARMIO O QUALITÀ?  Tuttavia, a dispetto della forte richiesta di tatuaggi e lo zelo di artisti e tatuatori, il periodo economico attuale non aiuta. “Il mondo dei tatuaggi è profondamente cambiato –prosegue Marvasi–: in passato ci si tatuava poco e, quasi nella maggior parte dei casi, si sceglievano soggetti grandi, per i quali si era disposti a spendere anche cifre ingenti. Attualmente, visto l’ampliamento di clientela ed il progressivo sdoganarsi dei tabù legati ai tatuaggi, si opta sempre più spesso per disegni piccoli e, soprattutto, si cerca di spendere il meno possibile. Assistiamo così ad una vera e propria battaglia dei prezzi, alla ricerca spasmodica dello studio che chieda quelle dieci euro di meno, al considerare il fattore economico come aspetto preponderante nella scelta del proprio tatuatore o, alle volte, perfino nella scelta del tatuaggio stesso”.

Preferire il risparmio a discapito della qualità? E’ questo quello che sembra emergere anche dal numero di cover up (correzioni o coperture di precedenti tatuaggi) che gli artisti di Parma si trovano sempre più spesso costretti a dover fare, come conferma Giacomo Aldrovandi: “Oltre alla competizione tra gli studi in regola bisogna purtroppo fare i conti con un abusivismo incontrollato. Data la crisi economica capita sempre più spesso di scegliere di farsi tatuare in casa, da tatuatori inesperti, e spesso agli inizi, con prezzi ovviamente molto più economici. Va da sé che non sempre il risultato finale sia quello sperato e che poi bisogna ricorrere ai ripari, a volte spendendo cifre anche più alte”.

tumblr_limvqa0xAI1qb9sc5o1_400LA LEGGE – Ma come si diventa tatuatori? Il procedimento consiste in una segnalazione certificata di inizio attività (Scia) nei casi di apertura di nuovo esercizio, trasferimento di sede, subingresso e modifiche dei locali e/o delle attrezzature o degli impianti e delle comunicazioni  nei casi di sospensione o riapertura anticipata, variazione del responsabile tecnico e cessazione dell’attività. L’attività di tatuatore deve attenersi alle disposizioni indicate nel Regolamento Comunale e nella deliberazione di Giunta della Regione Emilia Romagna n.465/2007, che stabilisce norme igieniche rigorose per evitare che nell’ambito dell’attività possano verificarsi inconvenienti igienico-sanitari, i più temuti da chi decide di farsi tatuare.

GLI STUDENTI E I TATUAGGI – Cosa ne pensano gli studenti dell’Università di Parma? Tramite un sondaggio on-line, sono state sottoposte otto domande a un campione di 47 ragazzi ed è emerso che il 37% di loro è tatuato (da 1 a 5 tatuaggi), il 36% non ha tatuaggi ma vorrebbe farne uno, mentre per il 7% sono da evitare. Il 100% dei rispondenti ha dichiarato di essersi tatuato in uno studio professionale, i soli a norma di legge e che rispettino le norme igienico-sanitarie garantite dalla Scia, a differenza degli studi ‘domestici’. L‘igiene, infatti, è la qualità che il campione valorizza e preferisce maggiormente in un tatuatore (78,5%) seguita dalla creatività dell’artista. L’attuale legislazione prevede, inoltre, che i minorenni possano essere tatuati solamente previa autorizzazione dal tutore legale o dal genitore del minore, e anche gli studenti sono d’accordo, tranne un 3,5 % che ritiene che la soglia possa essere abbassata ai 16 anni. ‘Molte persone si tatuano per imprimere sulla propria pelle il segno di qualcosa di importante per loro, può essere un simbolo o il nome di una persona cara, oppure per estetica e uscire dagli schemi.’ Se per la maggior parte dei rispondenti tatuaggio è sinonimo di originalità e creatività, esiste però chi considera questa pratica solo un modo per farsi vedere o cercare di distinguersi senza troppo successo. Il dibattito resta sul punto dell’utilità del tatuaggio e delle intenzionalità che muovono chi decide di tatuarsi.

Stilando, infine, una classifica dei tatuaggi che, secondo loro, sono più gettonati, è emerso che per essere originali meglio evitare scritte, tribali, stelle e motivi geometrici o ornamenti floreali. I tatuaggi più rari, invece, sono risultati essere le immagini dei personaggi famosi, le fotografie personali e gli animali mitologici.

di Federica Fasoli, Darika Fuochi e Giovanna Triolo

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