Follia Ultras, Boys controcorrente: “Noi cos’avremmo dovuto fare?”

IL TIFO DI PARMA: INIZIATIVE DI BENEFICENZA E RACCOLTE FONDI, MA ANCHE PAGINE NERE

campo franco ossolaL’irruzione di tifosi nel ritiro del Cagliari, la bomba carta durante Torino-Juve, le minacce in Roma-Atalanta dopo la chiusura di parte della Curva Sud per l’esposizione di striscioni offensivi nei confronti della madre di Ciro Esposito, il tifoso arrestato perché in possesso di ordigni e bastoni prima del derby Terni-Perugia, la follia di alcuni presunti tifosi che si sono trasformati in vandali prima di Varese-Avellino danneggiando il campo dello stadio Franco Ossola. Quale follia colpisce il mondo degli ultras?

I BOYS – Fortunatamente c’è chi, nonostante il periodo difficile che sta vivendo la propria squadra, non smette di incoraggiarla nel rispetto delle regole. Al massimo, usa l’arma dell’ironia.
Non solo: a dirla tutta i Boys del Parma spesso hanno organizzato e partecipato a molte iniziative di beneficenza: da Parmano, in favore degli alluvionati, alle raccolte fondi per aiutare i paesi dell’Appennino colpiti dalle frane e i terremotati dell’Aquila. Una delle ultime attività nasce in conseguenza della sconfitta con il Cesena, il 25 gennaio scorso, capovolgendo in positivo un gesto intimidatorio: il Frambo (Cesaro Frambati, storico tifoso, sempre presente sulle gradinate del Tardini) alza l’indice vicino al volto di Antonio Cassano in segno di contestazione. Grazie all’idea di Enrico, fratello di Cesare, questa immagine, che ha fatto il giro dei social, è stata stampata a scopo benefico su diverse magliette con la scritta ‘Mi stagh còl Fràmbo’. L’idea è stata ottima: con la vendita di 1400 pezzi sono stati raccolti, come si legge sul sito ufficiale dei Boys, 4500 euro destinati al reparto di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini.

CHANELAL TARDINI PER CHANEL– Un’altra iniziativa particolarmente toccante, portata avanti dai tifosi del Parma a settembre del 2013, riguarda il contributo alla raccolta fondi per curare Chanel Bocconi. La bambina di due anni, affetta da una grave e rara forma tumorale che colpisce due persone su centomila, aveva bisogno di trecentomila euro per poter essere curata a Boston. Molti volontari in quel periodo si sono adoperati per raccogliere la somma necessaria e tra loro anche altri sportivi, come Francesco Totti, Valentino Rossi. Nell’ambiente crociato, dopo la società, la dirigenza e i giocatori, anche i tifosi sono stati coinvolti in questo progetto. Davanti allo stadio emiliano, infatti, sono stati allestiti dei banchetti per le offerte in occasione di diverse partite.

TIPI DA STADIO TARDINI – Francesco, trent’anni, al Tardini è di casa da quando ne aveva dieci: “Il Parma lo seguivo anche prima, ma per radio perché i miei genitori non si fidavano a portarmi allo stadio. Ricordo che seguivo le partite davanti all’ingresso della curva Nord, all’ombra di una grande pianta con mia mamma”. Per Mimma, invece, vedere la partita significa anche condividere un momento con la propria famiglia, tant’è che l’abbonamento in Nord lo condivide da ormai vent’anni con il marito e i figli. “L’amore per il Parma – spiega Massimo, ragioniere fidentino – nasce fin da bambino quando i miei parenti, a tavola, parlavano della squadra crociata, con entusiasmo e passione, ma senza mai esagerare. Lo stadio deve essere un luogo sicuro in cui andare per passare un pomeriggio di sport: io sono abbonato in curva dal 1972 e non ho mai avuto problemi.”

framboE GLI ULTRAS? – “Il tifoso parmigiano è il re della goliardia e degli sfottò, ma lo fa sempre con il sorriso sulle labbra. I nostri ultras – racconta ancora Massimo – non sono degli esaltati, al massimo sono un po’ fatalisti, nel senso che quando va male fischiano e magari urlano il proprio dissenso, ma dopo qualche minuto tornano ad amare la squadra e a incitarla: questo deve essere da esempio per altre tifoserie”. Sulla stessa linea anche Mimma che è in profondo disaccordo con quanto accaduto a Cagliari recentemente: “Noi di Parma, quest’anno cosa avremmo dovuto fare?”.

“Essere tifosi – conclude Francesco – vuol dire tifare una squadra nel bene e nel male, non puoi abbandonare la tua squadra se retrocede di categoria! Deve anche poi  passare il messaggio che allo stadio non ci si va per fare la rissa con i tifosi avversari, ma anzi…lo stadio è spesso un modo per fare nuove amicizie, per condividere una passione.”

ultras ‘SONO UN ULTRA’, NON SONO UN SANTO’ – Nella sua storia, però, nemmeno la tifoseria parmigiana è immune da scorribande. La tragica morte dell’indimenticato tifoso crociato Matteo Bagnaresi in un autogrill della Torino – Piacenza nel 2008, secondo la dinamica dei fatti ricostruita dalla Procura, avvenne proprio a causa di scontri  con un pullman di supporters bianconeri.
Un rapporto, quello con i tifosi juventini, da sempre teso e addirittura cruento, come nel 2009 quando al Tardini i gruppi contrapposti si fronteggiarono addirittura in mezzo al campo da gioco, o come nel gennaio 2013 quando una cinquantina di juventini assaltarono il Bar Gianni.
Ruggini, o qualcosa di più, anche con gli interisti: in seguito a Parma – Inter del 2008 si registrarono disordini, tafferugli, sassaiole e cariche, con il ferimento di due poliziotti e cinque ultras.

I santi, insomma, stanno in paradiso; ma una stagione come questa, fatta sì di rabbia, ma anche di tanta civiltà, vale forse più di una redenzione.

 

di Samanta Carrea e Chiara Corradi

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