‘Satira in Prima’: le vignette che hanno fatto la storia dal ‘900 a oggi

ALTAN, GIANNELLI, VINCINO, STAINO, GINO & MICHELE PER LA PRIMA VOLTA INSIEME ALL'UNIVERSITA' DI PARMA

satira_70x100Altan, Giannelli, Staino, Gino & Michele e Vincino. Questi gli autori satirici che, per la prima volta, si sono riuniti all’Università di Parma in un’affollata Aula Magna del Palazzo centrale, per l’incontro ‘Satira in Prima La politica graffiata nei giornali italiani’. Insieme a loro, ospite dell’appuntamento di mercoledì 29 aprile, anche il vignettista parmigiano Gianluca Foglia, in arte Fogliazza, protagonista di un acceso confronto con i colleghi sul filo rosso che corre tra libertà di stampa e “volgarità”.

Organizzato dal corso di laurea magistrale di Giornalismo e cultura editoriale e aperto dalla presidente Annamaria Cavalli, il convegno ha visto i docenti Maurizio Chierici, Gloria Bianchino e Giorgio Vecchio alternarsi ai microfoni per ripercorrere le tappe principali della satira italiana, dalla seconda metà dell’Ottocento fino a oggi, e aprire il dibattito a partire da domande sempre attuali: la satira è militante o indipendente? Solo di sinistra o anche di destra? Fino a dove si può spingere: ai limiti del buon gusto o anche oltre?

A CIASCUNO LA SUA CARRIERA- Gli autori hanno raccontato i diversi percorsi che hanno segnato la propria carriera, dagli esordi all’affermazione come protagonisti delle prime pagine dei giornali italiani. Un momento che ha ripercorso le recenti vicende italiane, dall’editoria alla politica, dall’attualità al costume, viste con gli occhi dei vignettisti.

“Ho iniziato a disegnare le mie prime vignette nel tempo libero dal lavoro, quando facevo l’impiegato per Banca Monte dei Paschi di Siena”, racconta Emilio Giannelli. Oggi vignettista di punta del ‘Corriere della Sera‘, ha intrapreso la sua carriera nell’inserto satirico de ‘La Repubblica‘ fino al 1991, e ha collaborato per alcuni periodici come ‘L’Espresso‘, ‘Epoca‘ e ‘Panorama‘.
Durante l’incontro con gli studenti dell’Università di Parma ha presentato alcune delle sue vignette, da quelle storiche alle più recenti, tutte rivolte alla politica italiana: dalla scissione del Pci allo scandalo Ruby, dall’ascesa di Renzi all’elezione del presidente della Repubblica Mattarella.

Vincino, pseudonimo di Vincenzo Gallo, laureato in Architettura, ha vissuto il ’68 negli anni universitari prendendo parte al movimento Lotta Continua a Palermo. “Ho iniziato a collaborare con ‘L’Ora‘ di Palermo – racconta -, un giornale di sinistra, antimafia e anche molto popolare. Per farvi capire, in prima pagina ogni giorno c’era un morto ammazzato o una donna nuda. Il mio primo lavoro è stato seguire da disegnatore il processo sulla strage di viale Lazio”. Nel 1978 partecipa alla fondazione del giornale satiricoIl Male, insieme a Pino Zac e Vauro Senesi. “La prima mostra fu organizzata nel 1981 proprio dall’Università di Parma, io partecipai come animatore”.
Una volta trasferito a Roma, “passai i primi mesi la sera a sfogliare ‘L’Asino – ricorda – . Ero innamorato delle vignette di Galantara e del modo in cui faceva vedere i vestiti, il clima, il mondo dei primi decenni del Novecento italiano, in maniera molto descrittiva. Mentre Il Male è più figlio di Charlie Hebdo“.
Cos’è allora la satira per Vincino? “Lavorare a un giornale satirico significa che ci sono dieci, venti persone intorno a un tavolo che ogni giorno buttano giù delle idee. La satira politica non è soltanto l’insopportabile vita dei politici, ma è il racconto del mondo sotto un altro punto di vista, liberissimo“. E conclude: “Con le nostre vignette abbiamo riunificato la Germania prima che accadesse, perché la satira ha anche la capacità di raccontare qualcosa che verrà”.

La metà degli anni ’70 fino ai primi anni ’90, per Gino Vignali e Michele Mozzati, in arte Gino & Michele, “sono stati anni formidabili e di grande fervore per la satira, non solo quella pubblicata sulla carta stampata”. Il duo nasce infatti nei cabaret milanesi, per poi approdare alle trasmissioni satiriche di Radio Popolare, fino alle partecipazioni a Drive In e Zelig. Ma la loro vena artistica si spinge fino alla collaborazione con il regista Gabriele Salvatores, formando insieme i gruppi di teatro Comedians ed Eldorado, e a firmare successi come quelli di Paolo Rossi e del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Come giornalisti hanno collaborato con diversi periodici, tra cui ‘Tango‘ e ‘Cuore‘ in una carriera eterogenea e sempre condivisa. “Siamo come una di quelle coppie borghesi, che non si lasciano mai per soldi”. 

Sergio Staino, padre del famoso personaggio Bobo – assurto dalle pagine de ‘L’Unità‘ a emblema del militante comunista – ripercorre così l’inizio della sua carriera nel giornale del Pci: “E’ diverso raccontare il potere da un giornale di partito rispetto a un giornale borghese come Il Corriere della sera. Quando pubblichi una vignetta in prima pagina sul Corriere e questa funziona, fa molto più male che vederla altrove”. Poi parla di quando venne chiamato a prestare la sua matita per L’Unità: “All’inizio – racconta – ho pensato che un personaggio come Bobo, che aveva voglia di cambiare quell’utopia socialista che si portava dietro, non sarebbe andato bene al giornale del partito comunista. Secondo me avrebbe preferito delle vignette più fondamentaliste, che seguissero la corrente del partito centrale, ma non era così. La situazione era maturata per cui mi è diventato molto semplice esprimere liberamente tutto quello che pensavo, le mie reazioni, i miei dubbi, le mie inquietudini. La critica è utile per capire qual è il tuo l’avversario, ma è ancora più utile quando si tratta di criticare ferocemente la parte a cui appartieni, e la satira è data dall’affetto e dal miglioramento di questo lavoro”. 

E’ la volta di Francesco Tullio Altan che racconta attraverso alcuni dei suoi personaggi più noti le due facce del proprio lavoro: da un lato la Pimpa, giocosa espressione del mondo dei bambini, dall’altro Cipputi, l’operaio metalmeccanico alle prese coi problemi quotidiani della gente comune. E’ con lui che più facilmente che con altri personaggi della carta il suo autore si identifica, per questo “è la striscia più presente sulle pareti degli uffici pubblici”, fa scherzosamente notare Vincino al collega.
“A me interessano più i cittadini comuni, non i personaggi politici con nome e cognome”, spiega Altan, nonostante nelle sue vignette, come fa notare Chierici, ci sia un costante riferimento a Silvio Berlusconi. “Anche Bettino Craxi – precisa l’autore -, ma preferisco raccontare quelli che li votano”.

Gianluca Foglia, parmigiano, 44 anni, è approdato al disegno di satira, di fumetto e per il teatro dopo dodici anni passati a lavorare in fabbrica da operaio, per poi trovare un maestro in Altan e diventare così ‘Fogliazza’. “Satira è indignarsi, ribellarsi, puntare il dito contro il potente e denunciarlo”, sostiene con fermezza, rifiutando però dall’altra parte la volgarità nel disegno. “Chi ha i contenuti non ha bisogno di essere volgare”. Il riferimento è vicino e tocca la recente ferita aperta dall’attentato alla redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo. “E’ stata una guerra, tra chi combatte con le armi e chi con la matita”.

MA ESISTE UN LIMITE ALLA SATIRA? – Inevitabile il confronto tra i disegnatori sui fatti di gennaio avvenuti a Parigi.
Gino & Michele non hanno dubbi nell’affermare che “sì, la satira è estremista, ma anche la religione lo è. E’ inevitabile che prima o poi si arrivi a uno scontro. Ma se c’è libertà di satira – continuano – allora non ci possono essere limiti. Non si tratta ora, qui, di giudicare se sia opportuno o no pubblicare una vignetta, se un certo disegnatore mi piaccia o no, ma di prendere atto che la satira è questo”. Poi prende la parola Vincino: “La libertà di parola è stata una conquista del ‘700, con le rivoluzioni, non possiamo dimenticarlo, come non si può mettere sul piano personale qualcosa che tocca le istituzioni. La satira dev’essere totalmente libera, o c’è oppure non è satira“. Dello stesso avviso anche Staino, che però aggiunge: “L’elemento da non perdere di vista – al di là di tutte le polemiche possibili seguite a quegli avvenimenti – è difendere chi è stato colpito per il fatto di aver esercitato un diritto, pubblicando quello che voleva per chi volesse leggerlo”.

E I GIOVANI PREFERITI DAI VIGNETTISTI?- “Meno male che c’è Zerocalcare – risponde Fogliazza -. Io ho grande fiducia in voi giovani. Sbarazzatevi di noi, prendetevi gli spazi”. L’incontro si chiude infatti sui futuri eredi dei grandi autori riuniti a Parma. Tra loro il giovane artista romano Michele Rech è il più seguito dai presenti, ma Vincino fa anche il nome di Ivan Manuppelli, fondatore della rivista ‘Puck‘, considerata tra i progetti più innovativi del mondo del fumetto italiano. Staino ricorda Marco D’Ambrosio, in arte Makkox, che pubblica le sue vignette sul quotidiano online ‘Il Post‘ e collabora con la trasmissione tv di Rai 3 ‘Gazebo’. Ma si fanno spazio anche le nuove forme di satira, diffuse tramite video, immagini e rielaborazioni sul web, come quelle firmate da Il Terzo Segreto di Satira. “Il web è pieno di talenti”, sottolinea Vincino. Nuova linfa per un genere che si adatta e si trasforma, sfuggendo sempre e comunque a limiti e spazi chiusi.

di Silvia Granziero, Francesca Matta 

Foto di Chiara Cammelli

 

 

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