Mille Miglia: la corsa del passato che traccia la modernità

ASPETTANDO LA TAPPA A PARMA, INCONTRO TRA LO SCRITTORE MARCHESINI, IL RETTORE BORGHI E L'INGEGNERE DALLARA

mille miglia 300X200Alfa Romeo che sfrecciano lungo lo Stivale, una Aston Martin all’inseguimento di una Bentley mentre una Bugatti segue a poca distanza, ricorsa dalle auto storiche della Fiat o dai vecchi modelli Ferrari. La Mille Miglia, la mitica gara automobilistica da Brescia a Roma e ritorno, torna a rivivere dal 14 al 17 maggio in un’edizione che per la prima volta fa tappa a Parma.

Nella serata del 16 maggio la città accoglierà i piloti e i turisti accorsi per l’evento, con una serie di iniziative organizzate in sinergia tra Comune e Fiere di Parma.
“Una manifestazione importante che per la prima volta nella sua storia si fermerà a Parma”: così Cristiano Casa, assessore a Sicurezza, Turismo e Commercio del Comune di Parma, ha aperto l’incontro del 6 maggio al TPalazzo, dal titolo ‘Cuori e motori storia della Mille Miglia dal 27 al 57‘, apripista della gara. L’ingegnere Gian Paolo Dallara, lo scrittore Daniele Marchesini e il rettore Loris Borghi, protagonisti dell’incontro, hanno ripercorso la storia della Mille Miglia attraverso un affascinante viaggio alla scoperta tanto della gara quanto dei cambiamenti nei costumi italiani.

dallara“E’ un museo viaggiante, itinerante – ha spiegato Daniele Marchesini –:  ci sono più di 300 automobili storiche e  una lunga lista di attesa per poter partecipare alla manifestazione ogni anno”.  Alla competizione, infatti, sono ammessi esclusivamente i veicoli che hanno partecipato o sono risultati iscritti a una delle gare di velocità disputate tra gli anni ’20 e gli anni ’50, il periodo d’oro dell’automobilismo italiano. L’evento, che quest’anno vedrà la partecipazione di 42 Nazioni, ha sicuramente un valore inestimabile perché ripropone tutta la valenza agonistica di una vera e propria  gara sportiva sviluppando il suo percorso nel  magico scenario italiano.

“Proprio come accadeva 60 anni fa – ha proseguito Marchesini– anche la Mille Miglia 2015 partirà da Brescia, arriverà a Roma e poi di nuovo Brescia”. Perché proprio Brescia? Un antico motto sosteneva che nelle vene dei bresciani ci fosse benzina invece che sangue e infatti l’innata passione per le corse prese vita lungo le sue strade già sul finire del diciannovesimo secolo. “La vocazione motoristicaè anche testimoniata dalle sei aziende costruttrici di automobili che sorsero proprio a Brescia nel Ventesimo secolo.”

Il rettore Loris Borghi ha sottolineato quanto questa iniziativa sia importante non solo per mantenere viva l’identità culturale del Paese ma anche per l’Ateneo cittadino: “Mi fa davvero molto piacere che quest’anno la Mille Miglia faccia tappa a Parma perché il Dipartimento di Ingegneri  del nostro Ateneo vanta un gruppo di venti ragazzi che ha progettato  un’auto da corsa, ‘Brixia 1’, usando i principi della Formula 1”. Questo progetto ha permesso ai futuri professionisti della meccanica di partecipare alla ‘Formula SAE’, una manifestazione che ha l’obiettivo di formare e far conoscere agli addetti ai lavori i tecnici di domani.

La storica gara,  che da sempre attrae un vastissimo pubblico di appassionati e curiosi  da tutto il mondo, non ha rappresentato negli anni solo un evento sportivo, ma ha segnato profondamente  il costume sociale dell’Italia. ‘La corsa più bella del mondo’. come la definiscono in molti, ha infatti avuto un ruolo molto importante nello sviluppo del nostro Paese, sia sotto il profilo delle infrastrutture che dal punto di vista della crescita tecnologica, e quindi economica. “Era un appuntamento per le persone comuni – ha affermato Gian Paolo Dallara, il patron della parmigianissima aziendasorta nel 1972 a Varano de Melegari  -. In quegli anni c’era voglia di sperimentare cose nuove e la Mille Miglia ha avvicinato la conquista della mobilità individuale, un cambiamento anche per il concetto stesso di società. Nella Mille Miglia, infatti, non correvano solo le vetture più veloci dell’epoca ma anche la popolarissima Topolino”.
Nel ricordarlo, Dallara ha auspicato un ritorno ai fasti passati per la nostra industria automobilistica: oggi, il nostro, pur vantando una lunga tradizione sulle quattro ruote, è “un Paese  produttore irrilevante, superato da nazioni come Spagna e Polonia. E’ giunto il momento che l’Italia ritorni a essere il paese della Ferrari e dell’Alfa Romeo“.

 

di Carlotta Falcone, Andrea Cammarata e Francesca Gatti

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