Tassazione pmi, Parma 2^ in regione: fino ad agosto si lavora per il fisco

DALLA CNA IL RAPPORTO SUL TOTAL TAX RATE: NEL 2015 E' AL 63,8%

TasseLavorare per pagare le tasse, si sa, è delle lamentele che soprattutto negli ultimi tempi, ricorrono da più voci. Ma quanto effettivamnete pesa la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese, da sempre il cuore dell’economia italiana? A gettare luce su un dibattito sempre caldo è stato un rapporto stilato dall’Osservatorio permanente della Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) sulla tassazione delle pmi. Sono centotredici le città considerate nella seconda edizione del documento del 2015 dal titolo ‘Comune che vai, fisco che trovi‘ , curato dal Centro studi e dal Dipartimento politiche fiscali e presentato lo scorso 28 aprile. Il rapporto analizza l’andamento nel tempo e la variabilità del reale peso del fisco sul reddito delle piccole imprese offrendo un interessante strumento per rilevare, dati alla mano, la sofferenza dovuta alla tassazione tra il 2011 e il 2015. In regione Parma si colloca seconda, subito dopo Bologna, mentre la classifica nazionale vede la città ducale alla trentatreesima posizione, con un peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) sulle piccole e medie imprese del 63,8%.

IL TOTAL TAX RATE – Lo studio dell’Osservatorio Cna, sulla base di una simulazione, viene realizzato immergendo nella realtà dei 113 comuni messi sotto esame una “piccola impresa tipo” manifatturiera. Giuridicamente è una impresa individuale, con 5 dipendenti (4 operai e un impiegato), 430mila euro di fatturato e 50mila euro di reddito d’impresa, dispone di un laboratorio (350 mq di superficie), di un negozio per la vendita (175 mq) e attrezzature.
Il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) è calcolato dalla Banca mondiale in percentuale sui profitti totali e comprende la tassa sui profitti stessi, i contributi e tasse sociali e previdenziali, le tasse su dividendi, transazioni finanziarie, tasse su rifiuti, veicoli, trasporti e simili. In media rispetto al 2014 il valore registra una diminuzione di -1,7% passando dal 63,9% al 62,2% , ma ancora lontano da quel 59,2% del 2011, l’anno zero del federalismo fiscale. Il beneficio relativo all’anno corrente è da ricollegarsi all’abolizione della componente del lavoro Irap. Nella classifica generale, il Comune con il total tax rate più alto per il 2015 è Reggio Calabria (74,9%), Bologna conferma la seconda posizione con il 72,9%, mentre la città più virtuosa per fiscalità è Cuneo dove il peso complessivo si ferma al 54,4%.

fiscoPARMA 33ESIMA IN CLASSIFICA – Nella classifica del Total Tax Rate Parma si posiziona al trentatreesimo posto con una variazione dal 2015 (63,8 %) al 2011 (59,6%) del 4, 2 % e una diminuzione del 2,2% rispetto ai valori del 2014 (65,9%). Guardando i dati sull’Irap, questa risulta dimezzata dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (Ivs) e, dal 2011 al 2015, cala di una percentuale che si aggira intorno al 135% passando da 6.240 a 2.516 euro, trasformandosi quindi in reddito d’impresa immediatamente soggetto all’Irpef. L’Imu invece, sommata al peso della Tasi, risulta più che raddoppiata, con un aumento intorno ai 3,342 euro negli ultimi 5 anni. Proprio il calcolo dei valori catastali degli immobili di impresa (Imu e Tasi) e le differenze nella tassazione sulla Tari, la tassazione sui rifiuti solidi urbani, lievemente in aumento a Parma (da 2.071 nel 2011 a 2.126 euro nel 2015), contribuiscono a stilare la classifica nazionale, portando la città lontano dalle posizioni migliori. Le decisioni dei Comuni nella definizione dei tributi locali hanno, in pratica, annullato l’effetto positivo creato dalle disposizioni che già dal 2014 determinavano una riduzione dell’Irap.
Il rapporto dell Cna determina anche il Tax Free Day, il giorno dell’anno in cui, assolti tutti gli oneri fiscali, un’azienda lavora per produrre reddito. All’interno di questa classifica Parma si aggiudica l’ottantesima posizione con la scadenza fissata per il 2015 al 20 agosto e una variazione di 15 giorni dal 2015 rispetto al 2011 (5 agosto) e di 8 giorni rispetto al 2014 (28 agosto). Significa in pratica che gli imprenditori locali lavorano fino ad agosto solo per pagare le tasse.

Quanto rimarrà dunque nel 2015 alle imprese parmigiane dopo aver pagato tasse e contributi?
La risposta, considerando un reddito d’impresa di 50mila euro, è che restano 18.082 euro. La classifica del reddito disponibile, su una media nazionale di 18.930 euro, trova Parma all’ottantunesimo posto con una variazione dal 2015 al 2011 (20,184) di 2.013 euro e di 1054 euro rispetto al 2014 (20.184).

 

di Letizia Cicchitto e Vittorio Signifredi

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