Barilla: “Azienda internazionale ma prima di tutto di famiglia”

IL VICEPRESIDENTE AGLI STUDENTI DI INGEGNERIA: NON CONTA SOLO IL PROFITTO

Incontro con Luca Barilla“Se si ha una famiglia unita alle spalle si diventa invincibili“. E’ questo il segreto, il valore fondamentale per la multinazionale secondo Luca Barilla, che quasi si commuove ripensando al padre. Ma l’emozione è anche per la gran folla di studenti, oltre 400, che hanno voluto assistere all’incontro del 6 maggio ‘Storia e tecnologia dell’industria alimentare‘ al Dipartimento di Ingegneria, giornata inserita nel ciclo ‘Conoscere il lavoro. L’Università di Parma’, che in questo caso presenta ai ragazzi il mestiere del manager.

UN’AZIENDA CHE CONIUGA ETICA E IMPRESA – Tutto ha inizio dal grano, coltivato negli stessi Paesi in cui si produce la pasta, simbolo della Barilla. L’immaginazione e la passione di Pietro Barilla, il contatto diretto con gli agricoltori e la qualità delle materie prime hanno permesso a quella piccola bottega aperta in centro città nel 1877 di diventare un colosso nel campo della produzione alimentare a livello italiano. Nel 1910 la ditta si ingrandisce inaugurando lo stabilimento di Pedrignano e nel 1975 aggiunge alla propria produzione anche grissini e prodotti da forno con il marchio Mulino Bianco. Oggi, per stare a passo con i tempi, sono targati Barilla anche pasta e sughi pronti, per un totale di 1000 tonnellate di prodotti al giorno e un fatturato di 3 miliardi di euro.

Questi, però, sono solo numeri e poco importano a Luca Barilla, che incentra il suo intervento sui valori che stanno alla base dell’azienda: “Il profitto è fondamentale per andare avanti, ma non è prioritario, è solo una logica conseguenza di un lavoro fatto bene”. Questa è un’azienda internazionale ma prima di tutto è un’azienda di famiglia e la frase “date da mangiare alla gente quello che dareste ai vostri figli“, che Pietro Barilla amava ripetere spesso, lo conferma. E proprio la famiglia è uno dei tre pilastri basilari insieme al lavoro e alle persone. L’obiettivo del nonno Pietro era quello di integrare il cuore, le fabbriche, la qualità dei prodotti e l’anima dei lavoratori.

Il salto di qualità avviene nel 1962 quando la Barilla abbandona la mentalità provinciale e decide di inserire tra i suoi valori anche quello della verità: l’unico modo per crescere è diventare trasparenti e leali nei confronti del Governo, pagando tutte le tasse ed eliminando l’amministrazione in nero tipica degli anni di guerra, perchè “mai nessun dipendente deve arrossire per il cattivo lavoro dell’azienda”. In quest’ultimo periodo di crisi, poi, l’azienda ha sempre rifiutato l’economia finanziaria e non ha mai fatto speculazioni ed è anche per questo che “non è diventata enorme e ricchissima, ma è giunta fino a qui sana, solida e forte” sottolinea il vicepresidente. Si può dire invece che la Barilla abbia sposato l’economia del benessere sia delle persone sia della Terra, come ripetuto nel suo slogan “buono per te e buono per il pianeta”.

Si parla molto ultimamente della sostenibilità e la grande azienda parmigiana la pratica da sempre nei luoghi di lavoro e nell’ambiente con una riduzione del consumo idrico del 20% e dell’inquinamento del 30%. Tema centrale anche all’Expo dove però la Barilla ha una partecipazione molto defilata all’interno dello spazio dedicato alla Coop. “Non abbiamo voluto diventare sponsor ufficiali ma abbiamo fatto un lavoro enorme per Expo di cui pochi sono a conoscenza – spiega Luca Barilla -. Noi dal 2009 abbiamo cominciato a lavorare alla Carta di Milano che è stata terminata pochi mesi fa. Il Governo ha ritenuto questo documento fantastico e lo ha adottato facendolo diventare italiano e non più di proprietà di un privato quale è la Barilla. Siamo molto orgogliosi – continua – che questa carta sia già stata condivisa da molti Paesi e durante l’Expo sarà anche firmata dal presidente dell’Onu”.

Le ultime parole del vicepresidente vanno agli studenti dell’Università: un invito a valorizzare il loro tempo, a nutrire il loro coraggio e a conservare intatta la curiosità che è motore della vita e delle attività.

Incontro con BarillaLA STORIA DELLA BARILLA SI INTRECCIA CON QUELLA DI PARMA E DEL SUO ATENEO – Barilla nasce esattamente sedici anni dopo l’Unità d’Italia, e “la storia di questa grande azienda coincide con quella del nostro Paese e di tutti noi” commenta il rettore, Loris Borghi.

Centotrentotto anni dopo la Barilla è ancora a Parma e sempre gestita dalla stessa famiglia. “Questa scelta è prima di tutto etica e non ha nulla a che vedere con questioni economiche – continua -. Noi tutti siamo orgogliosi e ci sentiamo parte della Barilla”. La decisione ‘rischiosa’ di rimanere nella città d’origine significa anche contribuire a migliorarla e proprio con i  finanziamenti di questa azienda è stato possibile costruire il Dipartimento di Ingegneria. “E’ anche grazie a queste realtà locali, unite ovviamente agli studenti e ai docenti, che l’Università di Parma nel giro di tre generazioni potrà diventare la migliore d’Italia” conclude il rettore.

Segue l’intervento del professor Angelo Tedeschi, presidente dell’Ordine degli ingegneri, che dipinge un quadro roseo: ben 1900 ingegneri sono iscritti all’ordine di Parma e molti lavorano soprattutto all’estero. Altro relatore è il professor Roberto Rizzo, ideatore del Dipartimento di Ingegneria meccanica per l’industria alimentare. Questo corso, nato nel 2004, è presente solo all’Università di Parma e negli ultimi tre anni ha visto laurearsi 65 studenti, tutti assorbiti nelle aziende locali. Anche la Barilla ha contribuito a creare il futuro di questi giovani: “La nostra azienda in questi anni ha sempre assunto una decina di ingegneri soprattutto provenienti dall’Ateneo di Parma – afferma il vicepresidente Luca Barilla –  e nel futuro cercheremo di creare un legame ancora più stretto perché abbiamo visto che la qualità intellettuale degli studenti locali è cresciuta molto. In futuro ci sarà più spazio per questi ragazzi”.

L’incontro si conclude con l’intervento del manager della Barilla Gennaro Esposito sul lavoro e la cultura nello stabilimento di Melfi. Molti sono i consigli per gli studenti di ingegneria che vorrebbero svolgere il suo stesso mestiere, primo tra tutti coltivare il rapporto con le persone perchè il capitale umano è la vera risorsa dell’azienda.

di Mariasilvia Como e Debora Vella

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