Braccia ‘conquistate’ dall’agricoltura: Giulia, giornalista e contadina

"TORNARE ALLA TERRA POTREBBE DIVENTARE UNA BUONA ALTERNATIVA ALLA CRISI"

Giulia CoruzziLa natura è un datore di lavoro severo, non si può mai abbandonare: è mutevole e bisogna rispettarla”. Giulia Coruzzi, classe 1982, collaboratrice della Gazzetta di Parma e realizzatrice di slogan pubblicitari per un’azienda di comunicazione, nel 2012 ha deciso di cambiare vita. Ha deciso di abbandonare i grigi uffici soffocanti e gli stressanti ritmi di un lavoro che richiedeva molti sacrifici, per la sana, solare e mai monotona natura. “Se si osservano i tempi delle semine, le cure e le varie procedure -spiega- la terra in cambio dà subito dei frutti. E questa è stata una delle mie prime soddisfazioni di questo lavoro”.

ABBANDONARE TUTTO – Fra calendule dorate sotto la nebbia parmense, i fiori viola a forma di stella del Borago e il dolce aroma della melissa, Giulia e il suo compagno Marco si rimboccano le maniche ogni giorno per portare avanti un progetto che solo tre anni fa sembrava restinato a rimanere un bel sogno: la coltivazione lenta e paziente di piante officinali, rispettando i cicli di madre natura con metodi biologi e sostenibili. L’azienda ‘La Spinosa’, fra Stradella e Sala Baganza nel comune di Collecchio, deve il suo nome al filosofo olandese Baruch Spinoza, che faceva coincidere l’assoluto, ovvero il divino, con la natura. Su questi principi nasce il lavoro di Giulia, che crede “nella fatica, nella terra, nel profumo dei fiori, nei colori dell’estate, nella crescita dei semi e delle idee”.

La sua decisione non è stata solo dettata da un’indole coraggiosa, che non ha paura di sporcarsi le mani e del duro lavoro, ma è stata una scelta di libertà. Il contatto con gli elementi naturali, l’armonia della natura e i suoi benefici rispondono ad un bisogno fisiologico e psicologico dell’uomo: sentirsi libero e in sintonia con il mondo che lo circonda. Parafrasando Virgilio, “beati i contadini che dalla terra giustissima predono tutto ciò di cui si ha bisogno per vivere felicemente”. Giulia infatti sottolinea proprio questo lato positivo della sua nuova attività, che la spinge a far crescere l’azienda La Spinosa fino a farla diventare, in futuro, un spinffosaagriturismo, con tanto di laboratorio per preparare cosmesi naturali. Attualmente le piante crescono su 2500 mq sono calendula, boraggine, escolzia, melissa, silene, cardiaca, elicriso e santoreggia. Inoltre vengono sfruttate le proprietà delle ‘erbacce’ come prtulaca, tarassaco, chenopodio, asprelle e senecione, mentre l’ultima ‘new entry’ fra le piante coltivate è l’erisimo, conosciuta anche come ‘l’erba dei cantanti’.

DA GIORNALISTA A CONTADINA– “Fin da piccola -racconta Giulia -ero solita avventurarmi nei boschi, in compagnia dei miei genitori, alla ricerca di erbe per preparare infusi e tisane. Da lì la mia passione ha continuato a crescere finchè alla fine delle superiori sono stata costretta a scegliere fra due passioni per me importanti: la natura e la scrittura. Per paura che se avessi intrapreso gli studi di erboristeria avrei poi smesso di scrivere, ho scelto di laurearmi in Scienze della Comunicazione e successivamente in Giornalismo. Finiti gli studi sono diventata subito giornalista e poi, come tutti coloro che entrano nel mondo del lavoro, sentendomi fortunata per aver trovato l’impiego per cui avevo studiato, ero disposta ad ingoiare molti rospi, a sopportare sacrifici e ostacoli per continuare a scrivere. Del lavoro di giornalista mi piaceva sopratutto poter conoscere ad ogni intervista sempre nuove persone” prosegue Giulia, che però fa una riflessione: “Al giorno d’oggi questo lavoro non permette di potersi mantenere, le paghe sono basse, i ritmi sono stressanti e con la crisi e i tagli anche la qualità del lavoro si è abbassata”. Così, Giulia ha cominciato a lavorare anche per un ufficio di grafica e comunicazione, che, sebbene fosse un lavoro creativo, la “costringeva a stare ore incollata allo schermo del computer sotto la fastidiosa luce dei neon dell’ufficio“.

Per fortuna c’è la sua vera passione a regalarle “piccole soddisfazioni: avevo un orticello, che mi svagava nei momenti di tensione, fra un articolo e l’altro. La grande decisione l’ho presa fra novembre e dicembre del 2012, durante un viaggio a Cuba, dove ho visitato un mirador ecologico. Sono rimasta meravigliata dall’entusiasmo di quelle persone che, grazie alla loro passione e alla loro intraprendenza, erano riuscite a far crescere anche prodotti italiani”.

spinosaLA REAZIONE DI FAMIGLIARI E AMICI– “La scelta di lasciare quello per cui avevo studiato e per cui mi ero sacrificata è stato un vero e proprio salto nel buio. All’inizio i miei genitori, sopratutto mia madre, erano dispiaciuti di non vedere più i miei articoli pubblicati sul giornale, se non saltuariamente. I miei nonni e le persone anziane, che hanno vissuto in tempi difficili e in miseria, sono rimasti sorpresi, perchè faticano a vedere un giovane che torna a fare un lavoro umile. I giovani invece mi hanno sostenuta e mi hanno fatto i complimenti, proprio perchè si sono resi conto anche loro che al giorno d’oggi ‘tornare alla terra’ potrebbe diventare una buona alternativa in tempi di crisi come questa“.

di Giulia Campisi, Francesca Gatti

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