Gherardo Colombo: giustizia riparativa alternativa al carcere?

PREMIO TOMMASINI: L'EX MAGISTRATO A CONFRONTO CON GLI STUDENTI SU DIGNITA' E RECLUSIONE

ColomboEvid“Mario è stato un uomo che ha aperto tutte le gabbie: fisiche e mentali”. Con queste parole Bruno Rossi ha ricordato l’amico Mario Tommasini in occasione dell’ottava edizione del premio internazionale  istituito dalla Fondazione Mario Tomasini Onlus in ricordo di uno degli amministratori più amati e apprezzati dalla cittadinanza parmigiana. Venerdì 15 maggio, all’Auditorium Don Gnocchi, dove era presente anche della figlia di Tommasini, Barbara, il premio è stato conferito all’ex magistrato protagonista della stagione di Mani pulite, Gherardo Colombo.

In onore all’opera di Mario Tommasini, in apertura della premiazione, è stato proiettato un video per ricordare le battaglie per la chiusura dei manicomi e per l’abilitazione al lavoro delle persone disabili. Il suo impegno civile, le sue lotte per i diritti dei più deboli hanno lasciato una traccia indelebile nella memoria civile di Parma e ogni anno a partire dal 2008, si ricorda questo illustre cittadino con l’assegnazione di un premio dedicato a persone che si sono distinte nel sociale, operando a favore dei più deboli e degli indifesi. Don Ciotti, Don Andrea Gallo e Giusy Nicolini sono tra le persone premiate nelle scorse edizioni.

La scelta operata quest’anno è caduta sul celebre magistrato che assieme ad Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Francesco Greco e altri, fu protagonista indiscusso, negli anni Novanta, di quella maxi inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Milano che portò all’arresto di numerosi esponenti della politica, dell’economia e delle istituzioni italiane. Attualmente, Colombo, si è dimesso dalla magistratura anche se non ha mai smesso di mettere le sue capacità al servizio dei giovani per diffondere una cultura delle regole, della legalità e l’uguaglianza tra esseri umani e tra i popoli. Ha collaborato per molto tempo con l’Università di Parma. Nel dicembre del 2009 ha tenuto una serie di quattro lezioni sulla cultura delle regole e la Costituzione, base di partenza per analizzare il senso del carcere con i ragazzi del Liceo Sanvitale, venuti ad assistere alla premiazione. In quell’occasione gli fu conferita, dall’allora rettore Ferretti, la medaglia d’argento con il sigillo dell’Università a testimonianza della stima e gratitudine di tutto l’Ateneo per l’impegno didattico e scientifico nella formazione degli studenti.

DIGNITA’ E CARCERE: IL CONFRONTO CON GLI STUDENTI – Proprio dalla contrarietà di Colombo alla reclusione in carcere è partito il confronto tra l’ex magistrato e i giovani delle classi del San Vitale in un acceso dibattito in cui sono mancate posizioni contrastanti sul tema.
La riflessione di Gherardo Colombo, come spiega anche nel suo libro ‘Il perdono responsabile’ (Ponte alle Grazie, 2011),  parte dal principio sul quale è fondata la nostra Costituzione: la dignità. Tutti siamo degni in quanto persone e per tale motivo non deve esserci discriminazione. “E’ dignitoso rinchiudere in gabbia una persona?“, chiede l’ex magistrato. Pronta arriva la risposta di una studentessa a sottolineare che “se una persona fa qualcosa di male è giusto allontanarla dalla società”. Ma allontanamento deve essere uguale alla carcerazione? Secondo Colombo, no. “La sofferenza imposta educa?“, incalza lui ponendo una questione spinosa che lascia la platea ammutolita sull’interrogativo. Si può arrivare al bene attraverso il male? Questioni di fondamentale importanza per i giovani studenti che saranno il futuro di questa società, sulle quali è andato avanti il dibattito che proseguirà nella scuola dove l’ex magistrato ha accettato l’invito delle docenti per un nuovo incontro con i ragazzi.

L’ALTERNATIVA DELLA GIUSTIZIA RIPARATIVA  – “Secondo me chi è pericoloso deve stare da un’altra parte ma non in carcere. Deve essere un luogo dove siano rispettati tutti i diritti della persona, con l’unica eccezione di ciò che metterebbe a repentaglio la sicurezza della società”. Così, a margine della premiazione, Colombo ha argomentato la propria posizione parlando del senso di responsabilità e delle possibili alternative alla carcerazione. E’ essenziale arrivare alla consapevolezza del male che si è fatto, sostiene Colombo, così come è necessario essere responsabili nei confronti degli altri. Responsabilità che non deve investire solo l’ambito penale, come spesso si tende a pensare, ma anche quello civile. “Tanti politici non hanno commesso alcun reato ma hanno tenuto comportamenti disdicevoli che hanno creato molti più danni rispetto ad altri delinquenti“. L’alternativa al carcere? Secondo Colombo va ricercata nella giustizia riparativa che consiste nell’obbligo, per l’autore del reato, appunto di ‘riparare’ al danno provocato seguendo il principio per cui “il crimine è una violazione delle persone e delle relazioni interpersonali; le violazioni creano obblighi; l’obbligo principale è quello di ‘rimediare ai torti commessi”.

Mario Tommasini diceva: “Noi lavoriamo per la nostra felicità e per quella degli altri“. Le gabbie e la sofferenza tolgono dignità alla persona, dignità che sia per Tommasini sia per Colombo è fondamentale per poter far rispettare i diritti di ognuno. Senza dignità cessiamo di essere persone, cessiamo di avere dei diritti, perdiamo tutto. E’ questo che si vuole continuare a perpetrare? Secondo Colombo, in linea con il pensiero di Tommasini, bisogna cambiare il sistema per farlo diventare ‘umano’, senza mai dimenticare di mettere al primo posto la dignità.

di Silvia Moranduzzo e Michele Panariello

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