Viaggio nelle invenzioni Made in Parma. Ma come si brevetta un’idea?

UNIPR AI VERTICI NAZIONALI PER CAPACITA' DI BREVETTAZIONE, CREATO LO 'SPORTELLO DELL'INVENTORE'

invention-bulbVi è mai capitato di avere un’idea geniale? Spesso durante la giornata, immersi nella solita routine, succede di immaginare soluzioni alternative per velocizzare il lavoro. E’ in quei momenti che si partoriscono le idee migliori, magari riguardanti progetti di marchingegni che nessuno ancora conosce, strumenti in grado di semplificare, almeno un minimo, la nostra vita quotidiana. Se solo qualcuno li avesse inventati… Poi si passa allo step successivo: potrei farlo io. Ma come si fa a brevettare qualcosa?

UNA NOVITA’ ENTRA NELLA VITA DEL BREVETTO   Il brevetto conferisce un monopolio temporaneo di sfruttamento su ciò che è stato registrato, cioè il diritto esclusivo di realizzarlo, di disporne e di farne un uso commerciale e vieta tali attività ad altri soggetti non autorizzati. Il primo passo è quello di accertarsi che il prodotto che si ha intenzione di registrare all’Ufficio brevetti sia effettivamente originale ed è per questo che ci si affida a consulenti specializzati. Se l’idea possiede le caratteristiche giuste si può procedere con la domanda che deve contenere il titolo del progetto con un breve riassunto, la descrizione più dettagliata, una o più rivendicazioni, presentate anche in lingua inglese, e le tavole con i disegni. Se la domanda è telematica il costo si aggira intorno ai 50 euro, mentre se la si consegna in formato cartaceo alla Camera di Commercio la cifra oscilla dai 120 ai 600 euro in base alla lunghezza e al numero di rivendicazioni. Ora non resta che attendere il termine del periodo d’esame durante il quale il progetto viene studiato da alcuni esperti che decidono se approvare o meno la concessione del brevetto. Una volta ottenuto, la sua protezione ha una durata di 20 anni durante i quali bisogna pagare una tassa di mantenimento.

Un taglio ai costi si avrà con il brevetto unitario a cui l’Italia ha aderito il 14 maggio 2015 con la delibera del Comitato interministeriale per gli affari esteri. “Si tratta di un titolo brevettuale unico che coprirà l’intero territorio dell’Unione Europea – spiega Cesare Galli, professore di Diritto industriale all’Università degli Studi di Parma – e grazie al quale si godrà di una tutela a prezzi contenuti e ragionevoli”. Questo meccanismo diventerà concreto nel giro di un paio di anni e si accompagnerà all’istituzione di un Tribunale unificato dei brevetti, con una sede distaccata in ciascun Paese, ma con un sistema unitario di giurisdizione. “Grazie a questa risorsa – continua – avremo una nuova spinta verso l’innovazione e verso la sua tutela, un valore aggiunto indispensabile per le nostre imprese nei mercati internazionali e anche un’importante opportunità lavorativa per i nostri giovani”. Esiste già da tempo un brevetto europeo, concesso unitariamente da un ufficio con sede a Monaco di Baviera: questo va poi convalidato Stato per Stato, pagando una tassa per ciascuno di essi e anche le azioni contro i contraffattori vanno promosse separatamente per ognuno di questi Stati, il che determina costi elevatissimi che molto spesso non permettono alle aziende di agire. Il brevetto unitario, invece, sarà riconosciuto come un titolo unico in tutta l’Unione Europea.

th (1)PARMA CITTA’ DI INVENTORI – Negli ultimi 10 anni, tra le regioni che si sono distinte per il maggior numero di invenzioni c’è l’Emilia Romagna con 144 brevetti ogni 100mila abitanti. In base ai dati elaborati da Senaf e risalenti al 2013, i cittadini emiliano-romagnoli hanno presentato alle Camere di Commercio 836 invenzioni e 3.388 marchi, posizionandosi così al secondo posto nella classifica nazionale delle regioni più creative. In particolare Parma registra circa 100 brevetti all’anno: secondo l’Ufficio marchi e brevetti della città, nel 2014 le invenzioni sono state 110 mentre, 114 nel 2013. 

Parma, si sa, è il centro della Food valley quindi anche in questo caso il cibo si trova al primo posto. Il 90% dei brevetti, infatti, sono realizzati da aziende alimentari locali e riguardano la lavorazione, la conservazione, l’imballaggio e il trasferimento dei prodotti. Tra il 2015 e il 2014 si passa dal procedimento per preparare pizza industriale a quello di lavorazione di cosce per l’ottenimento di prosciutti, dalla raviolatrice artigianale con pasta trafilata al ditale per pollice per la mondatura di fagiolini e alla capsula di sicurezza di un contenitore. Gli inventori parmigiani però si sbizzariscono anche in altri campi creando ad esempio la poltrona massaggio con musica vibrazionale, un sostenitore-amplificatore-ottimizzatore portatile ed ecologico del suono per tablet e cellulari, impianti dentali. Oltre al brevetto per l’innovazione tecnica, a cui siamo soliti pensare, esiste anche la registrazione per design che tutela l’innovazione estetica. A Parma in particolare è sviluppato il food design che riguarda i prodotti alimentari: Barilla ad esempio, ha brevettato diversi tipi di pasta, ma anche macchinari agroalimentari.

BREVETTI E UNIVERSITA’ – Il mondo dei brevetti rappresenta un enorme potenziale per quanto riguarda il business, forte di 3.500 prodotti registrati ogni anno. Anche per questo l’Università di Parma ha deciso di avviare una collaborazione industriale con le imprese con la creazione dello Sportello dell’inventore: un’iniziativa, in sinergia con il Centro sviluppo brevetti, che ha una duplice finalità: da un lato l’obiettivo è dialogare con gli inventori per costruire con loro un percorso che li porti a valorizzare il brevetto migliore; dall’altro si vogliono aiutare le imprese proponendo loro una serie di brevetti.

L’Ufficio brevetti d’ Ateneo valuta le richieste di brevettazione fatte dai ricercatori e dai docenti di Parma. “L’Università ha al suo attivo una lunga serie di brevetti – ricorda il professor Galli – che in diversi casi sono stati sfruttati anche industrialmente e ci hanno dato dei piccoli vantaggi economici per finanziare l’Ateneo”. Anche se oggi il progresso è quasi sempre ‘incrementale’, perché la tecnica generale esiste già, invenzioni significative sono state conseguite ad esempio nel campo della farmacia, dell’ingegneria industriale e della medicina. “Le  facoltà scientifiche della nostra Università – conclude – si collocano quindi ai vertici nazionali anche per la ricerca e la capacità di brevettazione“.

 

di Mariasilvia Como e Paola Cavallo

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