Una sfida globale da guardare negli occhi: il futuro del cibo in mostra

A PALAZZO DEL GOVERNATORE 90 FOTOGRAFIE DI NATIONAL GEOGRAPHIC PER SENSIBILIZZARE SU RISORSE, PRODUZIONE, SOSTENIBILITA'

12062581_10206157425987565_1953011072_oNon un problema di qualcuno nel mondo, ma una sfida per l’avvenire di tutti. E’ così che potrebbe essere sintetizzato il manifesto di “Food, il futuro del cibo”,la mostra fotografica che fino al 25 ottobre è allestita al Palazzo del Governatore. 
Oggi infatti centinaia di milioni di persone soffrono di malnutrizione e di ‘insicurezza alimentare’, mentre quasi 1 miliardo e mezzo sono obese o sovrappeso. Di fronte a questo enorme divario non esistono soluzioni semplici o immediate, tuttavia la prima cosa da fare è sicuramente avvicinare la gente alla questione, in modo chiaro, diretto.

E’ questo l’intento dell’esposizione curata da Marco Cattaneo per National Geographic, in collaborazione col Comune, l’assessorato alla Cultura e l’associazione Minimondi, che presenta 90 fotografie da tutto il mondo scattate dai migliori collaboratori della rivista. Oltre agli scatti, la mostra si avvale di una ricca serie di infografiche e testi, per poter meglio informare i visitatori sul tema del cibo. Indubbiamente, però, la potenza e la bellezza delle immagini, ‘costruite’ dall’occhio esperto del fotografo, sono il mezzo migliore per concretizzare ed avvicinare lo spettatore ad una questione che spesso appare lontana e a volte teorica. A completare l’esposizione, una sezione intitolata ‘Come eravamo’, che raccoglie scatti d’epoca per legare passato e presente nel segno dell’attenzione all’alimentazione.

Precedentemente a Roma e a Milano, la mostra si ferma ora nella capitale della Food Valey, dove l’attenzione al tema del cibo è tra le più alte del Paese. L’obiettivo finale, infatti, non è solo quello di sensibilizzare il pubblico, ma anche promuovere una consapevolezza collettiva, attraverso l’esplorazione di soluzioni a quella che molti pronosticano come la sfida globale di questo Secolo.

Food-il-futuro-del-cibo-556x264IL PERCORSO –  Nel primo ambiente numerosi sguardi accolgono il visitatore: sono le persone immortalate da Jim Richardson: lavoratori della terra, allevatori di bestiame, operai in fabbriche di produzione intensiva colti coi loro prodotti, macchinari, luoghi quotidiani. Sono sguardi che fanno nascere in chi li osserva interrogativi e confronti istintivi tra il proprio rapporto col cibo e quello di chi hanno davanti.

 

 

12033689_10206161888859134_1918379492_nPRIMO OBIETTIVO: RIFLETTERE SUI MODI DI PRODUZIONE –  L’impatto delle immagini di Richardson continua nella sezione ‘Spreco alimentare‘, in cui lo spropositato e irresponsabile consumo di cibo viene reso lampante dalle fotografie di Robert Clark, che utilizza generi artistici classici come il ritratto di famiglia (è il caso dello scatto intitolato Waidt, New Jersey, USA, in cui l’enorme quantità di cibo che una famiglia media occidentale ordinariamente getta nella spazzatura durante un anno posa in salotto con genitori e figli) o come la natura morta, reinterpretata dallo stesso Clark fotografando su una tavola ciò che ogni giorno si può trovare al mercato di New York: prodotti colorati, accattivanti, all’apparenza freschissimi ma che in realtà hanno alle spalle almeno 15000 km di viaggio.

SECONDO OBIETTIVO: GARANTIRE ACCESSO ALLE RISORSE PER TUTTI – A questo mirano le sezioni ‘Nuovo volto della dieta’ ed ‘Evoluzione della dieta’ in cui, attraverso le immagini che ritraggono i visi e gli interni domestici dei nuovi ‘affamati’, si affronta il concetto della ‘soglia della fame’, al di sotto della quale fino a pochi anni fa ci si riferiva alla popolazione senza un reddito, senza risorse disponibili, tendenzialmente dei Paesi sotto sviluppati. Ad affermarsi prepotentemente è invece adesso il concetto di ‘insicurezza alimentare’, situazione ben più complessa, ramificata, diffusa in ogni Paese e che annovera in sé anche famiglie con un componente con impiego fisso.

TERZO OBIETTIVO: PROMUOVERE LA SOSTENIBILITA’ –  Il percorso fotografico si conclude mostrando nuove strade e possibili soluzioni. La sezione ‘La prossima rivoluzione verde‘ evidenzia come le biotecnologie che hanno rivoluzionato l’agricoltura globale 50 anni fa non siano ora più sufficienti e propone di percorrere la strada del miglioramento dei raccolti attraverso gli incroci selettivi e le moderne tecniche genetiche. Qui le fotografie ad altissima definizione di Craig Cutler giocano sul doppio per accostamento, come in Fort Detrick (dove rami di arancio aggrediti da psillidi, batteri trasmettitori di fitopatia, sono rappresentati accanto a sane piantine di agrumi geneticamente modificate con l’anticorpo al batterio), o per sovrapposizione, come nella rappresentazione di un girasole: in primo piano come fiore, sullo sfondo come sequenza di lettere dei quattro composti chimici da cui è costituito.

EXCURSUS: ‘COME ERAVAMO’ – Nella parte storica della mostra numerosi scatti d’epoca di grandi fotografi quali Marden, Blair, Wisherd e Gahan vengono proposti per sottolineare come fino a 40 anni fa il cibo, inteso sia come produzione alimentare che momento di consumo, fosse intrinsecamente collegato alla socialità in tutto il mondo, incarnasse le tradizioni e i valori positivi di ogni Paese e fosse un’occasione di unione familiare (come nei pranzi siciliani immortalati) e persino di divertimento per i più piccoli (come nel trasporto di un fusto di latte per i bambini della campagna inglese).

Ancora una volta è la forza delle immagini fotografiche a parlare per ricordarci che, “come l’aria, come l’acqua, il cibo è vita”, da difendere in una sfida a cui nessuno può sottrarsi.

di Giulia Muratori e Marco Rossi

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