Hanno ucciso l’editoria

UNO SGUARDO DENTRO SE STESSI E UNO SUL MONDO

Mondadori-compra-RCSAlla fine ce l’hanno fatta. Trattative durate mesi, poi il pericolo antitrust. Ma Mondadori è riuscita a portare a termine l’acquisto di Rizzoli.
Siamo in Italia. E succede che una delle due maggiori case editrici, compri il suo maggiore e diretto concorrente.
Così facendo si aggiudica una fetta che copre ben il 40% del mercato editoriale.
Alla faccia di chi dice che con la cultura non si mangia!
Se ti chiami Marina Berlusconi, con la cultura ci mangi benissimo, e magari ti puoi permettere anche qualche ‘signorina’ extra da portare al tuo ‘papi’, in quel di Arcore.
Però l’editore ‘unico’ è una cosa nuova. Nemmeno durante il fascismo è esistito un solo editore, o meglio, un editore che da solo arrivava a coprire potenzialmente quasi metà delle vendite nell’intero settore.
A questo punto, potremmo lanciare un’idea. Tanto l’editoria è in crisi, il giornalismo pure, perché non provare ad istituire il giornale ‘unico’?
Unica linea di pensiero, diamo voce solo ai padroni, senza dimenticarci di scrivere ogni giorno che ‘il capitalismo è cosa buona e giusta’ e che ha portato tante cose belle. Tutti giornalisti servi, ma per quanto riguarda quello, siamo già ben messi, e perfino le ‘nuove leve’ ormai vengono indottrinate a dovere.
Alla fine la verità è che, se hai i soldi, poco importa da dove provengano, puoi imporre il monopolio nel tuo settore.
E non solo.
Puoi pagare una miseria i ghost writer di Fabio Volo, o affidarli a lui, che forse peggio, non li pagherebbe proprio.
Puoi scalare la ‘top list’ di libri più venduti in Italia con le fantastiche ricette di Benedetta Parodi.
E se proprio ti piacciono le sfide, puoi provare a far continuare a scrivere uno come Federico Moccia.
Ed è vero, se fossi un editore serio potresti investire di più sui giovani, magari su quelli seri, e non sui Francesco Sole, che fanno i libri con i post-it (copiati tra l’altro, perché scriverne uno di suo pugno, risulterebbe impegnativo).
E prima che qualcuno inizi a lanciare accuse di bigottismo, o di far parte di quelle schiere di intellettuali ‘da salotto’, è bene che rifletta sul fatto che essere favorevoli ad una cultura ‘pop’, non equivale ad accettare qualunque ‘cosa’ venga propinata dal mercato.
Questo Paese poteva scegliere: poteva rievocare la nostalgia del fascismo o svoltare finalmente verso un’autentica democrazia.
Nel dubbio, questo Paese ha fatto di peggio.
Hanno ucciso il pluralismo nell’editoria, e cosa ancora peggiore, chi sia Stato, non si sa.

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