Nel Covo del Club dei 27: quattro chiacchiere con Falstaff e Giovanna d’Arco

TRADIZIONE E PROGETTI DEI PIU' FAMOSI AMMIRATORI DI VERDI

clubdei27“Piacere, Un giorno di Regno”. Si presenta così Enzo Petrolini, presidente del ‘Gruppo Appassionati verdiani club dei 27’, mentre conduce gli ospiti nel famoso covo’ nei sotterranei della Casa della musica. Il club, nato nel lontano 1958 dalla passione per  Giuseppe Verdi che animava lo spirito dei primi 27, è oggi una vera e propria istituzione a Parma, in Italia, nel mondo.

27, NON UNO DI PIU’-  Ogni membro porta il nome di una delle opere dell’amato compositore, che in origine furono estratte a sorte. Quando un membro viene a mancare o raggiunge l’età per divenire ‘decano’ (65 o 80 anni), il suo nome passa ad un altro, accuratamente valutato da una commissione e, di solito, accettato circa tre mesi dopo che il nome dell’opera è stato lasciato libero. “Non accettiamo esponenti del mondo musicale nel club perché vogliamo che i nostri ospiti, cantanti, musicisti ecc, si sentano a loro agio e non ci sia senso di competizione”, spiega Un giorno di Regno.  Quando gli si chiede perché nel club non ci siano donne, risponde con una battuta: “Le donne possono far domanda, ma non le prendiamo. Nel ’58 non stava bene che una donna girasse da sola la sera, quindi non furono incluse, ora ormai è diventata una regola non scritta– aggiunge Giovanna d’Arco, all’anagrafe Fernando Zaccarini – e poi, se una moglie sa che il marito passa le serate con ‘Giovanna’ e Giovanna sono io sta tranquilla, diverso sarebbe se ci fossero delle donne”. Insomma, il gruppo di appassionati è prima di tutto una compagnia di amici, accomunati dagli stessi interessi, che si riuniscono anche solo per mangiare insieme e ascoltare buona musica, senza destar preoccupazione nelle consorti. La sede è ricca di autografi, fotografie dei più grandi lirici di tutti i tempi, riconoscimenti, libri, vinili, CD, si respira storia.

IMG_8248LA FATA MUSICA – Il club ha come scopo principale la diffusione e la promozione della musica lirica, e delle opere verdiane in particolare, e il punto di partenza di questo progetto sono i bambini. Da ben trent’anni è attivo il concorso ‘Tu conosci Verdi?’ al momento aperto a tutti gli alunni dalla materna alla scuola primaria che danno sfogo alla loro fantasia realizzando ogni genere di lavoro creativo dedicato al Maestro di Busseto. Ad occuparsi con particolare dedizione a questa ‘missione’ è proprio Giovanna d’Arco: “Ai bambini della scuola materna raccontiamo una favola ‘Il bambino e la fata musica’ e intanto facciamo ascoltare i pezzi del Maestro. Alla fine della storia la fata si trasforma in una bacchetta d’orchestra e ogni bambino è invitato a provarla. Si divertono moltissimo e quando li rincontriamo alle elementari si ricordano di noi”. Da qualche anno vengono messe in scena anche delle recite, non solo di opere verdiane adattate, ma anche di storie inedite come ‘La sagra delle 27 opere’ e ‘Peppino e la piccola Xenia’ che ha come protagonista proprio il compositore di Busseto.

FUOCO DI GIOIA- “Un evento come questo non esiste in nessun altro posto nel mondo”. Così Paolo Zoppi, Falstaff e direttore artistico del club, definisce il concerto di beneficenza ‘Fuoco di gioia‘ quest’anno in scena il 16 ottobre al Teatro Regio di Parma all’interno del Festival Verdi. L’evento fu realizzato per la prima volta nel 2013 come celebrazione del bicentenario della nascita di Verdi, ma il successo fu tale che si è deciso di replicare: “Nella prima edizione sono stati raccolti 17.000 euro per la casa di riposto Verdi. Il concerto si è concluso col Nabucco, applausi e volantini tricolore con scritto ‘Viva Verdi!‘”. L’evento è tenuto in grande considerazione dai più famosi artisti del mondo, maestri nelle musiche di Verdi e invitati direttamente dal Club: “Anna Maria Chiuri ha voluto esserci a tutti i costi” afferma Zoppi, con orgoglio. Il nome del concerto è tratto dal coro del primo atto dell’Otello ed è stato scelto perché esprime perfettamente l’animo forte e  passionale di Giuseppe Verdi. In primavera, invece, il club organizza ‘I giovani per Verdi‘, evento in cui si dà la possibilità ad artisti ancora poco conosciuti, ma meritevoli, di esibirsi di fronte ad un pubblico qualificato e mettere in luce il loro talento.

CELEBRARE IL MAESTRO- “Verdi è tra i grandi della cultura italiana con Dante e Manzoni” così Petrolini ha concluso il suo discorso per l’anniversario della nascita del compositore. Davanti al monumento in piazza della Pilotta, il 10 ottobre i 27 hanno, infatti, reso omaggio al Maestro tra una folla numerosa. Durante la mattinata il gruppo si è recato, come ogni anno, presso la casa natale di Verdi dove ha deposto 27 rose rosse. Quando si parla di celebrare il Maestro non si può non parlare del Festival Verdi che anima le città di Parma e Busseto dall’1 al 31 ottobre.  Interrogati in merito alcuni dei famosi 27 hanno definito la prima dell’Otello “senza infamia e senza lode”, ma comunque “dignitosa” come l’ha descritta Aida (Stefano Bianchi). In merito al Festival sono in molti a ritenere che “un festival dovrebbe coinvolgere l’intera città, com’è avvenuto l’anno del bicentenario”. Il pensiero di Aida è condiviso da Stiffelio (Aldo Usberti) che aggiunge “nella mia idea un festival va distinto dalla stagione lirica. Dovrebbe  proporre uno studio approfondito di opere anche minori e coinvolgere cittadini, turisti e soprattutto i giovani.”

cavalieridiverdiI CAVALIERI DI VERDI- Il club dei 27 ha, poi, il suo modo personale di premiare chi con la propria carriera, il proprio lavoro artistico mantiene alto il nome e le opere di Verdi in Italia e nel mondo: l’assegnazione del ’Cavalierato di Verdi’. L’onorificenza è stata, ad oggi, assegnata a 25 grandi artisti come Luciano Pavarotti, Riccardo Muti, Renato Bruson. “Quest’anno non assegneremo il cavalierato. – spiega Falstaff – In passato c’erano personalità artistiche molto più forti, oggi trovare ‘la stella’ è difficile. Inoltre c’è bisogno che i cavalieri abbiano fatto un percorso verdiano abbastanza lungo, quindi aspettiamo che gli attuali artisti maturino”. Messa da Requiem (Antonio Giovati, professore di diritto privato all’Università di Parma) aggiunge: “L’eccellenza è storica, i grandi del passato sono inimitabili. Oggi sono rare voci significative per il repertorio verdiano.” Si dice però fiducioso nei giovani, così come i suoi colleghi: “Penso ci sia un grande desiderio di cultura tra i giovani, anche per quel che riguarda la musica lirica sia in Italia sia all’estero”.

VERDI NEL MONDO – E proprio all’estero la passione dei nostri 27 si è diffusa portando alla nascita di altri gruppi di amatori. In Giappone esiste la ‘Verdi Society of Japan’ i cui membri  si sono dati, pur essendo di numero superiore, i nomi delle opere del Maestro. La società visita annualmente gli ‘Appassionati verdiani’. In Venezuela ci sono, invece, ‘Los amigos del club dei 27‘. Anche negli Stati Uniti vi è un folta schiera di appassionati, alcuni dei quali in contatto con quelli nostrani: “Gli americani ci hanno definito ‘gli amici che vengono dalla terra santa‘” afferma con un gran sorriso Un giorno di Regno.

 

di Veronica Rafaniello e Giulia Muratori

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