Art Bonus: appello ai mecenati per far rinascere cultura, turismo, economia

DEFISCALIZZAZIONE DEL 65% PER CHI RISPONDE ALLA "CHIAMATA ALLA ARTI"

artbonus1È una vera e propria chiamata alle arti”: così il sottosegretario alla cultura Francesca Barracciu (prima delle recenti dimissioni) inizia il suo intervento alla tappa di Parma del ‘roadshow’ per la presentazione di Art Bonus al Ridotto del Teatro Regio. Ad aprire l’incontro della scorsa settimana è una proiezione dei capolavori delle principali città italiane: le statue del Bernini, le plastiche di Burri, le vedute di Roma, i visi di Canova. Una carrellata di bellezza eterna: è il patrimonio artistico italiano, risultato di millenni di storia, di geni, di idee e di grandi promotori. ‘Diventa anche tu un mecenate’, si legge: bisogna raccogliere questa eredità, continuare la tradizione che si è arrestata. È questo l’obiettivo di Art Bonus.

COS’È ART BONUS – Questo decreto ministeriale, convertito in legge nel luglio 2014, come spiega l’ex-sottosegretario “consente a cittadini ed imprese che vogliano investire nel recupero delle opere d’arte di accedere a sgravi fiscali in proporzione all’importo donato”. Una defiscalizzazione che verrà divisa in crediti di imposta spalmati nell’arco di tre anni. Per il 2015 la quota è stata fissata al 65% con un calo al 50% previsto per il 2016 ma, stando alla nuova legge di stabilità e grazie ad un investimento dell’8% sulla cultura, la soglia rimarrà al 65%. Uno stimolo in più per ‘prendersi cura’ delle tante bellezze artistiche del nostro Paese.

artbonus2RIPARTIRE DALLA CULTURA PER LO SVILUPPO – Il provvedimento “ha messo d’accordo tutte le forze politiche e ha consentito di colmare una lacuna che avevamo rispetto al resto d’Europa”, commenta l’esponente del Partito Democratico. “L’obiettivo è quello di rimettere in circolo un fenomeno che era diffuso nell’Italia rinascimentale. Stiamo puntando all’affermazione di un nuovo mecenatismo“, conclude Barracciu.
La questione non riguarda però solamente il valore artistico dei beni culturali. Come spiega l’assessore alla cultura Laura Ferraris, al tavolo dei relatori insieme al sindaco di Parma durante la presentazione, “la valorizzazione delle opere pubbliche è solo il primo passo all’interno di una sinergia tra turismo e cultura” che sia anche uno stimolo per l’economia. “Speriamo che in alcune città – aggiunge il sottosegretario – si possa assistere ad una riconversione del modello di sviluppo“.
Del resto, come ha affermato il sindaco Federico Pizzarotti nei saluti iniziali, “la ripartenza dell’Italia inizia dai Comuni”. “Questa riforma – sottolinea – deve essere la leva per scardinare tutto quel patrimonio che, una volta valorizzato, rilancerà turismo, economia e cultura”. Altre parole di apprezzamento sono arrivate da Giovanni Fracasso, a capo della delegazione Fai di Parma, che ha sottolineato come questo provvedimento tolga l’alibi alle imprese sull’impossibilità di investire nella salvaguardia del patrimonio artistico. “La dimensione economica e quella culturale si intrecciano. Ciò ricorda la Parma del ‘700, dove venne approvata una riforma che andava in questa stessa direzione. L’Art Bonus – prosegue Fracasso – dà l’idea che l’investimento sulla cultura dia un ritorno. Il nostro Paese può ridiventare protagonista sfruttando e rilanciando il suo patrimonio”. Una scelta “coraggiosa” anche per la città secondo l’esponente del Fai.

GLI INTERVENTI A PARMA – L’amministrazione comunale all’interno del proprio patrimonio ha individuato un elenco di 7 opere che necessitano di lavori di restauro, verso le quali è possibile donare qualcosa per “contribuire a riqualificare i luoghi della cultura”, come si legge sulla pagina dedicata ad Art Bonus sul portale web del’ente. Prima di questo elenco è la statua ‘Battaglia di Legnano‘, realizzata da Ettore Ximenes nel 1913 e raffigurante Arrigo, il protagonista dell’opera verdiana. L’intervento è stato richiesto a seguito della caduta della statua, nel 2012 a seguito di atti vandalici. Il costo dei lavori, secondo il preventivo del Comune, è di 18.300 euro. Lo stesso importo è stato fissato anche per il Gonfalone dell’Anselmi, dipinto ad olio esposto nella Pinacoteca Stuard che necessita di un restauro a causa del cattivo stato di conservazione. Costerà invece 21.960 euro l’intervento necessario per ripristinare il Monumento alle Barricate del 1922, opera dell’architetto Luca Monica inaugurata nel 1997 che presenta crepe e annerimenti causati dagli agenti atmosferici. Sono previsti dei lavori , con un importo stimato di 4.880 euro, anche per il restauro del ‘San Giovanni plorante‘ di Giovanni Riccò, esposto nell’atrio della sala del Consiglio Comunale. Occorrono poi 42.700 euro per il ‘complesso scultoreo di Barriera Bixio‘, concepito da Angelo Angelucci da Todi nel 1866. La pietra usata per la scultura è infatti in uno stato di degrado avanzato. Un’altra azione di restauro, dal costo di 11.590 euro, è stata programmata per gli interni del Palazzo Ducale, in particolare allo scalone monumentale, dentro due sale e nel vestibolo, dove si trovano alcune lesioni e distaccamenti dell’intonaco. Risulta invece già coperto il finanziamento di 4.880 euro, necessario al ripristino della lapide di Cesare Battisti grazie alla donazione arrivata dall’agenzia delle Assicurazioni Generali di Parma.
Gli interventi possibili tramite le erogazioni potranno anche servire al potenziamento di strutture o enti culturali. A questo proposito l’assessore all’urbanistica Michele Alinovi ha sottolineato che, nell’ambito del progetto ‘I Chiostri del Correggio’ volto al recupero del complesso monumentale del San Paolo, sarà possibile, tramite Art Bonus, investire per l’acquisto di tablet e la creazione di un angolo lattanti, rispettivamente per le biblioteche Ilaria Alpi e Guanda.

artbonus3UN’OCCASIONE PER IL TEATRO – Ma l’Art Bonus non si occupa solo di luoghi e opere pubbliche. In quest’ottica si inseriscono le parole della direttrice del Teatro Regio Anna Maria Meo che ricorda come sia possibile sostenere anche realtà culturali come le fondazioni lirico-sinfoniche e i teatri di tradizione. “La differenza tra il nostro modello e quello statunitense – spiega – è che questa nuova forma di finanziamento non si sostituisce al pubblico, ma lo affianca”.

MECENATI DEL ‘NUOVO MILLENNIO’Ma come si diventa mecenate? A spiegarlo è Carlotta Botti, ingegnere di Arcus Spa, società che ricopre il ruolo di referente ministeriale per Art Bonus. Un potenziale donatore deve rispettare una lista di doveri: per prima cosa confrontarsi con il proprietario del bene pubblico per il quale si intende effettuare un’erogazione per capire quali sono le esigenze e le tipologie di intervento necessarie. Definiti questi passaggi e la somma che s’intende donare si può eseguire il versamento. La causale deve essere ben circostanziata e la ricevuta va conservata in quanto è proprio attraverso quella che si accederà agli sgravi fiscali. Infine il ‘mecenate’ può far scegliere se rimanere anonimoo, tramite una liberatoria, far comparire pubblicamente il suo nome in una lista presente sul sito di Art Bonus dove figura anche l’elenco dei 188 enti registrati a livello nazionale, dei quali 21 della sola regione Emilia-Romagna. A fare da “garante” sulla corretta destinazione delle erogazioni, tramite l’attività di tracciabilità delle donazioni con “controlli severi”, è Arcus. Non solo. “Per trasparenza – spiega il direttore generale Ettore Pietrabissa – il donatore potrà venire a conoscenza di quando verrà realizzato un intervento su un’opera d’arte. Secondo gli accordi con il Mibact, Arcus si occupa anche dell”accelerazione del fenomeno‘ tramite la diffusione di spot pubblicitari sulle reti nazionali, l’esposizione di cartellonistica in luoghi pubblici e la campagna con i sindaci promossa assieme al sottosegretario Barracciu in diverse città per diffondere l’appello della “chiamata alle arti”.

 

 

di Luca Mautone e Giulia Muratori

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