Martina Capelli: da Parma a Barcellona inseguendo un pallone

DA TRE ANNI E' IN GIRO PER L'EUROPA SOGNANDO L'AZZURRO

12182141_10206662039981964_1986434671_n Per stile calcistico assomiglio a Tony Kross, centrocampista tedesco del Real Madrid. Ma sono juventina, fino al midollo!” Esordisce così Martina Capelli, parmigiana classe 1992 che del calcio ha fatto il suo stile di vita: attualmente è a Barcellona, dove gioca nelle fila dello Sporting Club de Huelva, detentrice dell’ultima Copa de la Reina. La celebre Copa del Rey, al femminile.

GLI ESORDI – Il calcio è una passione innata per Martina, il padre gliel’ha trasmessa fin da piccola. Il primo approccio è stato alle scuole medie, nei tornei scolastici: “Ad allenarci c’era il professore Gianluca Poletti, la sua presenza è stata molto importante per me ed è stato il primo a lanciarmi in questo mondo”. A 13 anni l’esordio nella squadra femminile del Noceto in Serie D, poi il passaggio alle giovanili della Reggiana, in Serie A, e infine gli spostamenti all’estero. Prima Germania e poi Spagna. “Sono andata via di casa -racconta- a 21 anni, con questa sono già tre stagioni lontana da Parma“.

I RICORDI PIU’ BELLI – “Una competizione che mi porto nel cuore con molta emozione -prosegue- è la Supercoppa Italiana: ero al mio esordio in Serie A con la maglia della Reggiana, avevo 17 anni e in quella partita contro il Torres partii titolare. Ma emozionante fu anche il derby di Barcellona: Barca contro Espanyol, dove giocavo lo scorso anno”. Tra i trofei vinti, poi, uno ha particolarmente valore per Martina: “Si tratta del The Top Eleven, il trofeo che premia le migliori undici giocatrici della Serie A2. Avevo vent’anni e il campionato era quello del 2011/2012″.

12179922_10206662035621855_1175123650_nLA SPAGNA – Come detto, sono ormai due anni che Martina vive in Spagna: “Qui mi trovo bene, la gente è accogliente e il clima mediterraneo annulla le distanze con l’Italia. Non è stato difficile ambientarsi“. E poi all’estero ci sono condizioni migliori per le ragazze che vogliono dedicarsi al mondo del calcio. “In Italia -spiega- il calcio femminile non è ancora professionistico anche se ci sono squadre, giocatrici ed allenatrici molto professionali. In Spagna, ad esempio, ci sono più soldi e quindi si presta più attenzione e c’è più serietà per questo sport”. Appena arrivata, Martina non conosceva nemmeno una parola di spagnolo, ma “qui mi hanno permesso di studiare la lingua e ora la parlo tranquillamente”, continua.

IL SOGNO AZZURRO – “L’Italia mi manca molto, per le festività natalizie tornerò a Parma. Non ho ancora stabilito il mio rientro, ma il calcio è imprevedibile e ci sono molti fattori da prendere in considerazione”, prosegue Martina. Le sue amiche ed ex colleghe del Noceto oggi giocano nella squadra femminile del Parma 1913: potrebbe essere una tappa futura? “Mai dire mai -si sbilancia Martina, riprendendosi subito-. Sono molto contenta dei risvolti del calcio femminile a Parma, ma al momento penso solo a fare bene nello Sporting”. Il sogno nel cassetto? “Sicuramente vestire la maglia della nazionale, ma adesso rimango con i piedi per terra e cerco di migliorare sempre di più: è questo il mio traguardo personale”.

di Chiara Corradi

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