Armpump: la sindrome dei piloti che ha premiato l’Ortopedia di Parma

150 CASI ESAMINATI NEL CAMPIONATO MONDIALE DI SUPERBIKE: "SUL CIRCUITO DI HASSEN L'INCIDENZA MAGGIORE"

IMG-20151013-WA0000Di armpump o sindrome compartimentale dell’avambraccio si è iniziato a parlare recentemente, dopo che il pilota di MotoGp Dani Pedrosa è stato sottoposto a un’intervento chirurgico per risolvere questa malattia che, impedendogli di controllare la due ruote, l’ha costretto ad un breve stop dalle corse.

LA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA DELL’ATENEO E LA CLINICA MOBILE – Un gruppo di ortopedici dell’Università di Parma sta continuando a studiare la patologia, ma il primo riconoscimento ufficiale è già arrivato ad ottobre, quando la Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Parma ha ottenuto il premio “Luigi Rossoni” per la migliore comunicazione orale presentata da un autore di età inferiore ai trent’anni. E’ stata la dottoressa Letizia Marenghi a presentare al 53° Congresso Italiano di Chirurgia della Mano la relazione dal titolo “Valutazione dell’armpump ed ipotesi eziopategenetiche nel campionato mondiale di moto superbike”. Lo studio è firmato dal dottor Alessio Pedrazzini, il professor Francesco Pogliacomi, la dottoressa Alessandra Colacicco, il dottor Michele Zasa e il professor Francesco Ceccarelli, direttore della Scuola di Specializzazione. “Il  lavoro – precisa il dottor Pedrazzini – è stato possibile grazie alla stretta collaborazione della Clinica Mobile nel Mondo e del suo direttore sanitario dottor Michele Zasa che segue i campionati di MotoGp e SuperBike, e all’aiuto dell’Azienda Ospedaliera e dell’Università”. L’affrontare una sindrome e una problematica attuale è di grande stimolo per la Scuola di Specializzazione nel proseguire gli studi e tra qualche tempo si potranno avere maggiori informazioni sulla sindrome compartimentale e sui modi di intervenire su di essa.

DEFINIZIONE E TRATTAMENTI – “L’Armpump – precisa Pedrazzini – non è una malattia in senso stretto ma una sindrome in quanto non è determinata da una sola causa ma può dipendere da diversi fattori”. I sintomi che il paziente percepisce sono un progressivo intorpidimento, dolore e gonfiore all’avambraccio: “Per un pilota questo è un problema grave, in quanto la moto diventa ingovernabile e si genera una situazione di pericolo”. La sindrome non è ricollegabile solo ai piloti di MotoGp e Superbike, ma colpisce anche gli sportivi di altre discipline come il motocross o il canottaggio, inoltre non si riscontra solo tra professionisti ma anche a livello amatoriale. “Solitamente per l’armpump – spiega Pedrazzini – il trattamento che si segue non è chirurgico, ma conservativo: pomate, taping elastico, massaggi, laser e cerotti alle erbe cinesi”. L’intervento chirurgico – la fasciatomia – viene eseguito in artroscopia e solo nei pazienti con sintomatologia chiara, ma il rischio di recidiva è oltre al 50% dei casi.

il dott Michele ZasaI RISULTATI DELLO STUDIO: “Lo studio è stato eseguito su 150 piloti di SuperBike, concentrandosi in particolare sul circuito di Hassen in Olanda, dove è stata riscontrata la maggior incidenza della sindrome”, spiega il dottor Pedrazzini. Le cause sono probabilmente dovute alle vibrazioni, alle temperature – Hassen ha una temperatura molto bassa -, alle tute troppo aderenti che comprimono i muscoli e al cambio dell’angolo di curva che costringe i piloti a fare forza sugli avambracci per tenere la moto in strada. Il braccio interessato è solitamente il destro, ci può essere bilateralità, ma non è mai stato riscontrato l’interesse esclusivo del braccio sinistro. “E’ difficile standardizzare i risultati dello studio, in quanto non esiste una metodica precisa per analizzare la sindrome. L’unica cosa che tutti i piloti hanno notato è che il dolore si manifesta specialmente nelle semicurve veloci, piuttosto che nelle azioni di accelerazione e frenatura”, specifica Pedrazzini. Non tutti i piloti manifestano la sindrome: “Max Biaggi – conclude l’ortopedico – non ne ha mai sofferto, ma attribuisce le cause ad una postura scorretta della guida: secondo questa logica chi guida seguendo il movimento del bacino non ne soffre”. Gli studi sulla sindrome compartimentale dell’avambraccio stanno procedendo tutt’ora e la stretta collaborazione tra la Clinica Mobile nel Mondo e la Scuola di Specializzazione dell’Ortopedia di Parma potrà dare ben presto nuovi risultati che chiariscano i punti ancora oscuri dell’armpump.

 

di Chiara Corradi

1 Commento su Armpump: la sindrome dei piloti che ha premiato l’Ortopedia di Parma

  1. nicolò gioacchini // 16 dicembre 2016 a 11:03 // Rispondi

    Salve a tutti…sono uno studente di fisioterapia al terzo anno di studi , e siccome fra non meno di 5 mesi dovrò laurearmi avevo pensato che poteva essere interessante fare la tesi puntando sul discorso della sindrome compartimentale che da parecchio tempo affligge il mondo dello sportivo e sopratutto per quanto riguarda questo meraviglioso sport , quale il motociclismo .
    Però in merito a questo argomento ho visto navigando in internet che pochi ne parlano e altrettanto pochi la studiano o comunque fanno ricerca , se non voi della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Parma …quindi volevo chiedervi , sempre se sia possibile e gentilmente , se avreste ulteriori informazioni in merito a questo studio o se ne avete fatti degli altri (es : quale sia il trattamento più’ efficace con tanto di dati statistici e in quanto alla probabilità di recidive , pro e contro sui differenti metodi di intervento ecc )….infine mi complimento con voi per essere stati fra i primi a studiare una delle tante patologie che interessa il mondo delle due ruote , spesso trascurato da tutti a differenza del calcio. Tanti saluti.

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