Il mondo della donazione, dal sangue al trapianto: un gesto per la vita

AVIS, ADMO, ADISCO, AIDO: QUANTI E COME SI AVVICINANO A QUESTA SCELTA? IL SI' A DONARE ORGANI SULLA CARTA D'IDENTITA'

DonazioneAvis, Admo, Aido e Adisco, insieme alla meno nota Adas, per i donatori aziendali di sangue, porteranno in scena il 4 dicembre al teatro Magnani di Fidenza uno spettacolo di beneficenza, ‘Quelli di piazza rock’, volto a raccogliere fondi per le associazioni. Ma quali sono le attività delle principali associazioni di donazione a Parma? Quante persone sono veramente informate sull’importanza di questo piccolo grande gesto?

SANGUE – Una delle principali realtà che si occupa di prelievi per trasfusioni di sangue a chi ne ha bisogno è quella dei volontari italiani dell’Avis. Nonostante questo tipo di donazione sia la più diffusa, non è mai abbastanza. Gli ultimi dati, relativi al mese di ottobre 2015, presentano un calo di 43 donatori, corrispondenti a circa il -9% se confrontati con l’anno precedente. Nell’arco di tutto il 2014, infatti, si sono contate un totale di 8061 donazioni, con 574 nuovi donatori, già in calo rispetto al 2013 che contava 8100 donazioni e 663 tra le ‘nuove leve’. A fronte di questi dati, l’associazione cerca ogni anno di trovare nuovi canali affinché l’invito al dono arrivi a più persone possibile. “Con i più giovani sono continuati i progetti con le scuole per informare i ragazzi, fin dalle medie, per raggiungerli in quinta superiore al compimento della maggiore età e quindi della possibilità d’iscrizione”, spiega una delle volontarie dell’Avis comunale. “A questi progetti si è affiancata ultimamente la campagnaCon un selfie, dono‘ per diffondere, tramite hashtag e fotografie, il messaggio dell’utilità del dono anche attraverso i social media. Poi c’è il progetto in collaborazione con McDonald’s”, aggiunge. Nei pressi dei tre ristoranti di Parma in particolare, sono stati allestiti camper per una visita con l’Ecg per poi procedere alla prenotazione e quindi alla visita per l’idoneità in sede. Le iniziative hanno innanzitutto una finalità informativa. Le modalità di donazione sono infatti diverse: non vi è solo quella di sangue intero ma il ‘paziente’ può decidere, così come il dottore, in caso di necessità dei componenti sanguigni, di prelevare solamente le piastrine tramite la piastrinoaferesi o solamente il plasma, con la plasmaferesi, attraverso l’uso di separatori cellulari.

MIDOLLO OSSEO –  Meno conosciuta è, invece, l’Associazione donatori midollo osseo (Admo) che a livello regionale ha iniziato la sua opera sociale proprio a Parma nel 1991. “Uno dei motivi che frena maggiormente le persone nel donare – afferma Angelo Frati, un volontario veterano di Admo – è la paura delle complicazioni legate all’anestesia a cui alcune volte si aggiunge anche l’indifferenza”. In realtà negli ultimi anni l’operazione è diventata meno invasiva: al consueto prelievo del sangue dalle ossa iliache del bacino, che necessita dell’anestesia e di una degenza ospedaliera di 48 ore, se ne è aggiunto uno nuovo di sangue periferico, generalmente prelevato dal braccio. In questo modo, attraverso la somministrazione, alcuni giorni prima, di fattori di crescita che aumentano le cellule staminali in tutto l’organismo, il ‘paziente’ può tornare a casa già poche ore dopo la donazione. Nel primo caso, il sangue presenta cellule più pure perché prelevato interamente, mentre nel secondo, detto donazione Cse (cellule staminali emopoietiche), viene trattenuta solo la componente cellulare utile al trapianto e il resto del sangue viene poi reinfuso nel donatore. Quest’ultimo, proprio per limitare il fattore paura, al momento dell’iscrizione all’associazione può specificare a quale prelievo vuole sottoporsi. Grazie al trapianto di midollo osseo, che avviene attraverso la chemioterapia e la trasfusione, in Italia ogni anno vengono salvate circa 1500 persone affette da patologie del sangue come la leucemia. “In particolare a Parma sono 8000 i potenziali donatori – sottolinea Frati – e in media riusciamo a raccogliere circa 500 adesioni nei banchetti che allestiamo durante le manifestazioni. Tutti possono donare purché abbiano un’età compresa tra i 18 e i 35 anni e siano in buona salute”.

CORDONE OMBELICALE – Trecentocinque sono le mamme che a Parma nel 2014 hanno invece deciso di donare il cordone ombelicale. Poco più del 10% delle partorienti ha quindi aderito a questa iniziativa di cui si occupa Adisco, Associazione donne italiane sangue e cordone ombelicale. “Abbiamo tradotto i depliant in cinque lingue per raggiungere tutte le etnie che risiedono a Parma”, spiega la presidente della sede di Parma Maria Giovenzana, ricordando anche gli incontri con le scuole e i tornei di carte i cui ricavati sono stati utilizzati per l’acquisto di un nuovo macchinario per l’ospedale. “Il dono del cordone ombelicale è importante – continua – non solo per la cura di malattie quali leucemie e linfomi, ma anche per la ricerca grazie alle cellule staminali che vi sono contenute”. Esse infatti risultano più utili rispetto a quelle del midollo perché più compatibili per qualsiasi tipo di trapianto. La quantità è però purtroppo insufficiente per la cura di un adulto. Per questo sono stati istituiti tre tipi di donazione, di cui gli ultimi solo in caso di motivazione patologica: allogenica (cioè rivolta a terzi), dedicata (per un consanguineo del neonato) e autologa (ad uso esclusivamente riservato al neonato stesso). Tutti i tre metodi prevedono una crioconservazione delle cellule di cui si occupa una banca specializzata a Bologna per la regione Emilia Romagna. Le neomamme sono quindi chiamate a dare il consenso alla donazione dopo otto mesi dalla fecondazione, rimanendo disponibili fino a sei o più mesi dopo il parto per ulteriori controlli.

GAMETI – Più taciute sono le procedure per la donazione di gameti, sia maschili (seme), sia femminili (ovociti). Purtroppo a Parma i numeri si riducono a zero. In tutta Italia sono comunque pochi i donatori poiché la legge italiana prevede che gli esami siano a loro carico. A volte alcuni istituti privati coprono queste spese e la fecondazione eterologa può avere il suo corso, ma in Italia si tratta davvero di casi rari. La Toscana, unica nel Paese, grazie al patrocino della Regione, si è prodigata per l’acquisto dall’estero e la successiva crioconservazione dei gameti maschili. Per le donne infatti la procedura risulta molto più invasiva poiché la donatrice deve far fronte ad un intervento, per il quale il rischio risulta maggiore e il numero cala drasticamente verso lo zero.

Carta_identita_donaz.organi

ORGANI, TESSUTI E CELLULE – Il livello massimo di solidarietà viene forse raggiunto nel momento della morte, quando ci si può donare completamente offrendo ad altri una possibilità di vita. Ad occuparsi della donazione di organi, tessuti e cellule è l’Aido che in Italia conta circa 1 milione e 240mila iscritti di cui 21800 solo a Parma. Proprio la mancata iscrizione, vista la delicatezza dell’argomento e del momento, potrebbe motivare il rifiuto da parte della famiglia, in caso di decesso, ad acconsentire alla donazione, arrivando perfino a provocare “campagne diffamatorie” nei confronti dell’associazione, come racconta il volontario Giorgio Ferrari. Esistono, infatti, diversi modi per esprimere la propria volontà di donare gli organi: dal semplice foglio di carta contenente i dati anagrafici e la firma, al tesserino del Servizio sanitario regionale e in un futuro prossimo anche a Parma ci sarà la possibilità di scriverlo direttamente sulla carta di identità. I primi due casi, però, sono ritenuti validi solo se il documento viene ritrovato, mentre quando ci si iscrive all’Aido si viene inseriti in un registro nazionale direttamente consultato al momento del decesso. In Italia sono più di 9000 le persone in lista d’attesta per un nuovo organo e ogni anno vengono compiuti 3000 trapianti, ma ancora molti non sono d’accordo con la donazione: in particolare al Nord si registra il 30% dei rifiuti mentre al Sud la percentuale sale al 50%. Entrando più nel dettaglio, nel 2014 l’Azienda ospedaliero-universitaria della città ha eseguito 20 trapianti (secondo i dati aggiornati a maggio 2014), ma già il 2013, con 53 trapianti effettuati, aveva confermato un aumento del 20% dell’attività rispetto ai 41 del 2012. “Ho conosciuto l’Aido a scuola – racconta Simona Curti, presidente della sede provinciale dell’Aido a Parma – e dopo un paio di anni ho sentito la necessità di mettermi a disposizione della comunità. Sono ormai 25 anni che faccio parte dell’associazione e ciò che più mi ha conquistata è la solidarietà fra le generazioni: non conosceró mai il ricevente e non vivremo nemmeno nello stesso tempo”.  Chi invece non pensava che un giorno sarebbe capitato proprio a lui è Antonio Pizzaferri, iscritto all’Aido a seguito di un trapianto di cuore: “Dopo tre by-pass alle coronarie e un pace-maker per regolare il battito cardiaco, mi hanno detto che avrei dovuto subire un trapianto. In quel momento mi è crollato il mondo addosso e non riuscivo ad accettare l’idea di avere un organo di qualcun’altro”. Nel 2008, però, ha passato ben 11 mesi in ospedale dopo essere andato per la terza volta in coma, finalmente è arrivato un cuore compatibile. “Sono entrato in sala operatoria con il sorriso sulle labbra”. Oggi Antonio ha una vita normale, va in bicicletta e a ballare con la moglie senza troppi sforzi. “Ho ricevuto un dono, quindi so come si ridà la vita“: anche per questo fa parte di Aido.

“UNA SCELTA  IN COMUNE” – Tra le ultimissime novità in tema di donazione, a Parma c’è un progetto, messo in moto dal Comune in collaborazione con Regione e Anci e deliberato lo scorso 18 novembre, che vedrà le prime sperimentazioni entro fine anno. Il procedimento, di cui è responsabile la dirigente Loretta Aimi, prevede che ogni cittadino maggiorenne, al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità, possa esprimere il proprio assenso o diniego riguardo alla donazione degli organi. I dati ricevuti vengono poi trasmessi tempestivamente al Sistema informativo trapianti ed il cittadino può dichiarare un ripensamento futuro presso l’Asl competente o presso l’anagrafe durante il momento di rinnovo del documento. Un’iniziativa in più per spronare la cittadinanza alla solidarietà e alla conoscenza dell’importanza di un nostro gesto per altre vite.

 

di Mariasilvia Como e Vittorio Signifredi

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