Una giornata con i volontari alla mensa di Padre Lino

QUANDO CARITA' SIGNIFICA SBRACCIARSI: DA OLTRE 50 ANNI OFFRE ACCOGLIENZA E UN PASTO CALDO A CHI E' BISOGNOSO

mensa padre linoDa oltre 50 anni è un punto di riferimento per chi a Parma non riesce a procurarsi la spesa. La mensa di Padre Lino è un ambiente accogliente e pulito, pensato per ospitare i poveri e assicurare loro un pasto caldo per il pranzo. Ogni giorno già da metà mattina in via Imbriani si inizia a formare la lunga coda di persone che attendono di poter mangiare qualcosa. Come nasce, chi aiuta e chi troviamo dietro quella porta?

LA STORIA – “Nasceva 52 anni fa in memoria di padre Lino Maupas – racconta padre Andrea, superiore del convento e direttore della mensa – un cappellano del carcere e del riformatorio, vissuto nel convento per più di trent’anni, dal 1891 al 1924. Andava in giro per le strade della città dedicandosi alla cura dei poveri, concentrati in un quartiere in particolare, una sorta di ‘Bronx’ di Parma”. I frati francescani dell’Annunziata insieme con la Caritas della Diocesi di Parma portano avanti questo impegno di carità cristiana, di sostegno ai più disagiati, offrendo loro l’opportunità di mangiare in compagnia e sedersi a tavola come in una grande famiglia.

mensa padre linoCHI SONO I VOLONTARI  Sono più o meno in 30 quelli che si occupano della preparazione e della gestione della mensa, di età compresa tra 50 e 80 anni (con qualche eccezione), mossi tutti dalla stessa volontà di mettersi al servizio del prossimo e di dare il loro contributo per un’opera di bene. Tra loro c’è Maria, un’allegra signora di 85 anni, la “nonna” di tutti, come lei stessa si definisce, la più grande tra i volontari: “Sono qui da circa 8 anni, mi piace l’idea di rendermi utile e poi qui c’è sempre un gran da fare, mi sto fermando solo adesso per parlare con voi! – dice sorridendo – Torno a casa e mi sento felice per quello che ho fatto, perchè mi rende attiva durante tutta la giornata”. Dalla più grande al più piccolo: Alessandro, 24 anni, studente di Scienze politiche, da appena un mese volontario alla mensa. “Sono arrivato qui tramite mia sorella, che conosce padre Andrea, e ho iniziato a offrire il mio contributo. Il mio progetto in realtà è più ampio – continua- perchè presto partirò per il Brasile e mi fermerò lì 3 mesi come volontario. Ma la mia missione inizia qui, dove c’è tanta gente che ha bisogno di noi.”

mensa di padre linoCRONACA DI UNA GIORNATA TIPO – Ore 9 del mattino: comincia la giornata e tutti sono già attivi nella sistemazione della sala, in cucina c’è odore di caffè ed è un continuo via vai di volontari che entrano ed escono con sacchetti di cibo e cassette della frutta. Si aprono i cancelli e padre Andrea e la signora Lilla, cuoca da 10 anni, ci accolgono per raccontarci come funziona la mensa. Si respira aria di serenità e c’è anche gran fermento perchè il momento più intenso è proprio quello della preparazione. Davanti si apre un’ampia stanza colorata e molto luminosa, con le pareti gialle arredate da cartoline e disegni, oltre che una cucina quasi da ristorante. È arrivato il camion carico di roba da scaricare, principalmente merce in scadenza offerta da varie attività commerciali ma anche da grandi aziende locali (come Parmalat, Mutti o Barilla) e questa è la fase più impegnativa in cui i volontari si dividono gli incarichi. Nel frattempo, però, c’è anche chi suona alla porta senza entrare per ricevere sacchetti della spesa, anche questi offerti gratuitamente per chi non può permettersela. “La mensa è frequentata per la maggior parte da stranieri provenienti dall’Africa o dall’est Europa perchè è difficile che si rivolgano a noi persone di Parma. L’età è molto varia, si tratta in genere di immigrati e di coloro che vengono comunemente chiamati barboni”. Ore 12.00: si aprono le porte e cominciano a prendere posto 130-140 persone indirizzate dalla Caritas, con in mano una tessera per essere identificati che registra la loro presenza. Il servizio, tra una chiacchierata e il via vai di piatti, si prolunga fino alle 14/14.30, quando per i volontari comincia il momento di pulizia, sistemazione tavoli e organizzazione per ricominciare tutto il giorno successivo.
Con gli auguri di buon Natale di padre Andrea, usciamo dal cancello, con il sorriso che inevitabilmente ci è stato contagiato.

 

di Ilenia Vannutelli e Felicia Vinciguerra

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