Il (grande) zampino degli studenti di Master Comet nel riconoscimento Unesco di Parma

PRIMA CITTA' ITALIANA CREATIVA PER LA GASTRONOMIA

parma city of gastronomyLo scorso 11 dicembre Parma è stata designata da Unesco come prima Città creativa per la gastronomia in Italia, unica al momento non solo sul suolo nazionale ma nell’intera area mediterranea. Si tratta senz’altro di un importante riconoscimento  internazionale, che avrà un ruolo determinante sullo sviluppo del territorio, la cui progettazione è stata coordinata dal Comune di Parma assieme a istituzioni e consorzi come  Cheftochef-emiliaromagnacuochi presieduta da Massimo Spigaroli. Per la costruzione del dossier è stato fatto un “lavoro di squadra” per dirla con le parole dell’assessore al Turismo e alle attività Produttive del Comune di Parma, Cristiano Casa. Ed è in questo affiatato gioco di squadra che è scesa in campo anche l’Università di Parma, rappresentata dal team di Master Comet, Cultura, Organizzazione e Marketing dell’Enogastronomia Territoriale del Dipartimento di Scienze degli Alimenti.

IL PROGETTO – La sfida è iniziata il 15 maggio del 2015, data della candidatura di Parma come città creativa per il settore gastronomico, uno dei sette ambiti creativi Unesco insieme a folk art e artigianato, musica, design, media art, letteratura, cultura, cinema.

“Per vincere, Parma ha messo in gioco due aspetti importanti – spiega Carlotta Beghi, diplomata al Master Comet che ha preso parte alla stesura del dossier di candidatura – prima di tutto la valorizzazione del patrimonio esistente e in secondo luogo il fattore di creatività che l’Unesco richiede associato ad un’apertura in tutti i settori per la valorizzazione dell’unicità del territorio e dei suoi prodotti tipici. Abbiamo deciso di lavorare su tre macro-aree: Production, Education e Experience. I nostri progetti si sono quindi concentrati sul descrivere il prodotto tipico parmigiano, l’educazione nel senso di ricerca e insegnamento, e infine abbiamo lavorato su idee concrete e pratiche mirate alla promozione di ciò che abbiamo a Parma.”

Il dossier è stato pensato sia per valorizzare ancora di più a livello locale i prodotti tipici, quindi stimolare l’interesse degli stessi parmigiani al tema, sia per poter creare una rete internazionale che facesse conoscere anche all’estero i beni enogastronomici della nostra città. La rete internazionale è finalizzata alla cooperazione: la candidatura ha posto le basi per la creazione di una piattaforma internazionale aperta e fruibile, in cui competenze, esperienze e buone pratiche vengono condivise. I progetti sono in tutto sei, tre a livello locale e tre a livello internazionale.

parigi unescoIl professor Andrea Fabbri, promotore del comitato scientifico della candidatura, presidente del Master Comet e del Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche, ha commentato il traguardo dello scorso 11 dicembre sottolineando l’importanza dell’innovazione culturale e scientifica per la città: “Parma può dimostrare il suo primato in tutti i campi e non solo nel pur fondamentale aspetto della buona cucina. Quello del 11 dicembre è un primo risultato per il quale sarà necessario continuare a lavorare. Ci vuole una spinta propulsiva che identificherei nell’innovazione: di prodotto, di filiera, di marketing, ma anche culturale, di sinergie, di idee. Il progetto Unesco aprirà la città a nuove collaborazioni internazionali e sarà un potente incentivo per l’innovazione e la ricerca nel settore; per mantenere uno standard qualitativo alto è necessario puntare sui giovani e sulla loro formazione.”

Parma si pone così come guida per la gastronomia dell’intera Emilia Romagna e non solo, perché il progetto guarda ancora oltre: “Rischiando forse di sembrare un po’ arroganti, siamo stati ambiziosi – continua Carlotta Beghi – e armati di tanta voglia di fare qualcosa di importante per la nostra città e il nostro Paese, abbiamo cercato di porci come rappresentanti dell’Italia intera. Anche la città di Alba si era candidata ma l’Unesco Italia ha deciso di appoggiare solo la candidatura di Parma, sostenendo che eravamo pronti e meritevoli di ottenere il riconoscimento”.

PARIGI – “Sarà banale da dire ma è stata un’emozione incredibile”. Dopo mesi di interviste, raccolta dati e stesura dei progetti, il team di Master Comet è stato chiamato a Parigi per la presentazione del proprio duro lavoro direttamente nella sede centrale Unesco. Mentre da una parte la vista si apriva sulla Tour Eiffel e dall’altra si vedeva Montparnasse, all’interno della sala si viveva l’atmosfera conviviale tipica dei parmigiani con chef che cucinavano anolini e sommelier che offrivano i vini della nostra terra. “Un’atmosfera magica, di condivisione – spiega Beghi -. Mi ha colpito molto il fatto che tutti si presentassero in ascensore. Io ero solo una studentessa qualunque in mezzo a delegati Unesco che sorridevano e si davano la mano. Ero emozionatissima!”

parmigiano parma unescoIL FUTURO PER PARMA – In uno dei suoi ultimi interventi, il professor Furio Brighenti, prorettore alla ricerca dell’Ateneo, ha ricordato il ruolo dell’Università di Stanford nel contesto della Silicon Valley, culla dell’hi-tech mondiale, riflettendo anche su esempi di nuclei urbani europei diventati punti di riferimento della ricerca, come nel caso della piccola città olandese di Vageningen in ambito agroalimentare. Secondo il prof. Brighenti “ogni territorio che ambisce a mantenere un primato in ambito scientifico, culturale e imprenditoriale, non può trascurare l’importanza dell’innovazione e della ricerca. La città di Parma ha tutte le caratteristiche per diventare un’ambasciatrice dell’eccellenza agroalimentare anche nell’ambito della formazione e della ricerca. Ciò che serve ora è la capacità di scaricare a terra tutto il potenziale che abbiamo, in un abbraccio virtuoso tra studenti, ricercatori, enti e imprese del territorio.”

Ed è con questo spirito che da gennaio cominceranno i lavori per sviluppare i progetti presentati nel dossier: “Si parla di creatività e di gastronomia e, ovviamente, ogni processo creativo implica anche la ricerca e l’innovazione. Nella filiera delle eccellenze parmigiane anche l’Università è pronta a scendere in campo. I lavori si apriranno a gennaio 2016 e sarà necessario fare rete per rendere le sei proposte che hanno garantito l’assegnazione del titolo di Città della Gastronomia Unesco a Parma operative e di successo” spiega Costanza Ferrarini, responsabile del coordinamento del Master Comet. “Ma prima ci godiamo i festeggiamenti” aggiunge sorridendo Beghi.

 

di Giulia Berni e Silvia Moranduzzo

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