Studenti e volontari: al via i ‘Laboratori di Partecipazione Sociale’

CREDITI FORMATIVI PER CHI DEDICA IL PROPRIO TEMPO AGLI ALTRI, PRIMO APPUNTAMENTO IL 15 FEBBRAIO

images1Fare volontariato civile e contemporaneamente studiare a Parma da oggi conviene. Non è uno spot pubblicitario ma una realtà di fatto che nasce dal progetto ‘Laboratori di Partecipazione Sociale’, realizzato dall’Università di Parma in collaborazione con Forum Solidarietà e il sostegno di Fondazione Cariparma. Il progetto, attivo da quest’anno accademico, sarà presentato il 15 febbraio nell’aula B del Palazzo Centrale dell’Ateneo (via Università, 12) alle ore 16.30. Si tratta di un modo alternativo per ottenere crediti formativi che coniuga impegno civile e opportunità di crescita e formazione. E per formazione s’intende lo sviluppo di quelle competenze trasversali (abilità relazionali, comunicative e progettuali) decisive per l’esercizio di ogni professione.

COME NASCE IL PROGETTO – Originariamente l’idea nasce dalla prof. ssa Vincenza Pellegrino, docente di Politiche Sociali all’interno del corso di laurea in Servizi Sociali. La finalità del suo progetto era quella di avvicinare i suoi studenti alle reti e ai mondi sociali per favorirne la maturazione personale e anche per testarne la motivazione professionale. La forte adesione e l’entusiasmo dei partecipanti è stata poi la molla che ha permesso di estendere questa opportunità anche a tutti gli studenti, a prescindere dal corso di laurea. L’idea ha poi preso definitivamente corpo quando c’è stato l’incontro con don Umberto Cocconi. “Stavo lavorando a un progetto che stimolasse l’educazione alla gratuità, al servizio, all’esperienza della restituzione -spiega il cappellano dell’università- . Ne parlai col rettore e poi ho incontrato altri docenti coi quali abbiamo condiviso le nostre riflessioni. Successivamente c’è stato l’incontro anche con Forum Solidarietà”. Il volontariato è una forma di cittadinanza attiva che prevede un cospicuo investimento umano sottoforma di tempo e competenze. L’impegno diventa particolarmente oneroso per chi deve anche laurearsi. Sono già numerosi gli studenti che lo fanno, ma da quest’anno accademico non sarà più ‘tempo perso’ ma un’opportunità e un’interessante forma d’investimento umano per coniugare esperienza e formazione. “Siamo convinti che il volontariato sia un’esperienza formativa che integra in maniera efficace quella fatta in aula. Fare volontariato e uscire fuori dalle aule è un ottimo sistema che fornisce agli studenti quelle competenze necessarie in vista di un’occupazione finale” aggiunge invece la prof. ssa Chiara Scivoletto, presidente dei corsi di laurea in Servizio sociale. “Ci sono esperienze simili condotte in altre università -continua-. C’è anche una ricerca che risale all’estate del 2014 che attesta che i cacciatori di teste preferiscono selezionare giovani dal curriculum che segnali esperienze differenziate più che il laureato a pieni voti”.

FINALITÀ E OBBIETTIVI – Le finalità del progetto mirano a “fornire un ulteriore strumento di crescita e formazione, globalmente intese, dello studente, contribuendo a svilupparne le competenze trasversali decisive per l’esercizio di ogni professione; inquadrare le professioni a cui l’Università prepara, come forme di cittadinanza e di partecipazione ad un progetto sociale condiviso.” Così recita il regolamento redatto dall’ateneo di Parma. E in sostanza quell’importante contenitore di risorse umane che è il mondo del volontariato potrà essere riconosciuto, sfruttato e valorizzato creando forme di opportunità utili, cittadinanza attiva ed eventuali sbocchi professionali. “Non si tratta di ratificare il volontariato fatto dallo studente autonomamente -prosegue Scivoletto-,  non diamo Cfu che convalidano quello che loro già fanno. Noi chiediamo ai ragazzi di entrare in un laboratorio formativo che è moltogiurisprudenza - scienze politiche diverso da quelli tradizionali“. Don Cocconi si sofferma invece sul potere del volontariato come strumento di azione sulla polis: “Credo che il volontariato sia una questione politica perché agisce direttamente sulla città cercando di cambiarla. E noi ci aspettiamo proprio questo dai Laboratori di Partecipazione. Nel senso di fare scendere in campo numerosi giovani studenti che danno il loro tempo per gli altri, per i più deboli, poi magari potranno fermarsi all’interno delle associazioni o potranno a loro volta crearne altre. Ci aspettiamo di far crescere il concetto di gratuità in un progetto educativo: si tratta di uno scambio fecondo tra università, città e associazioni”.

COME PARTECIPARE – Come si accede al progetto? Per partecipare lo studente dovrà inviare a Forum Solidarietà (lps@forumsolidarieta.it) il modulo ‘Domanda di iscrizione ai Laboratori di partecipazione sociale’, disponibile sul sito www.unipr.it nella pagina dedicata al progetto (http://www.giurisprudenza.unipr.it/it/node/2909), scegliendo un’attività da 3 o da 6 Cfu, tra quelle disponibili su www.forumsolidarieta.it. La scelta è ampia proprio perché tutti gli studenti, di qualsiasi corso di laurea, possono partecipare. Le domande saranno prese in esame da Forum Solidarietà che destinerà poi ogni studente alla sede di attività dopo un breve colloquio di orientamento. Il laboratorio avrà una durata di sette mesi a partire da ottobre fino ad aprile dell’anno successivo. Si svolgerà in tre parti: la prima in aula, con una serie di lezioni preliminari, la seconda sul campo (della durata di cinquanta ore) con l’ausilio di un tutor assegnato dall’associazione accettante e la terza comprende la redazione di una relazione finale da parte dello studente. Cosa chiedete agli studenti che partecipano ai Laboratori? “Da una parte chiediamo di provare a esercitare la loro socialità e la loro capacità di stare nelle situazioni e poi di confrontare questo con la loro motivazione professionale – conclude la prof. ssa Scivoletto-. In vista dell’ingresso nel mondo del lavoro, questi laboratori daranno loro la possibilità di verificare competenze e attitudini. La verifica non è solo studiare sui manuali ma è soprattutto confrontarsi col mondo. Ribadisco: i Laboratori di Partecipazione sono una grande opportunità di esperienza formativa fatta sul campo, fuori dalle aule.”

di Michele Panariello

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